Marcello Venusti: differenze tra le versioni

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== Vita e opere ==
 
Tra le prime opere va ricordata la tela con ''S. Antonio da Padova in adorazione di Gesù'' all'istituto pertogheseportoghese di S. Antonio a Roma, in origine pala maggiore dell'altare della chiesa di S. Antonio. L'opera è eseguita tra il 1548 e il 1549.
 
Michelangelo, alla fine dell'autunno [[1532]] o al principio dell'inverno [[1533]], impegnato a Roma nei lavori per la sepoltura di [[papa Giulio II]], conobbe il giovane patrizio romano [[Tommaso de' Cavalieri]] con il quale cominciò un rapporto d'amicizia che durerà fino alla morte del grande artista. Al Cavalieri Michelangelo donò subito due disegni, con ogni probabilità La [[Punizione di Tizio]] e Il [[Ratto di Ganimede]]. Nei mesi successivi inviò a Tommaso altri fogli di soggetto mitologico o allegorico, caratterizzati da una grande eleganza e cura formale. Dallo scambio di lettere che intercorse fra i due appare chiara la forte emozione che suscitò nell'artista la conoscenza di Tommaso, tra i due intercorse infatti uno "sregolato sentimento omosessuale", secondo una celebre frase di Freud. Dal 1548, Tommaso de' Cavalieri fu nominato deputato della fabbrica del [[Campidoglio]]. Al Cavalieri Michelangelo dedicherà alcune delle sue rime amorose, che insieme a quelle dedicate a [[Febo Dal Poggio]], [[Gherardo Perini]], [[Cecchino Bracci]], hanno una forza e un'esplicita carica erotica tale che convinsero il nipote, Michelangelo Buonarroti il giovane, a trasformare in fanciulle tutti i fanciulli prima di pubblicare le poesie del prozio.
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Tommaso de' Cavalieri girerà quindi gli ambitissimi disegni dell'amato maestro al Venusti, per ottenerne dei dipinti come ''L'Annunciazione'' della Sacrestia Vecchia nella Basilica di [[San Giovanni in Laterano]], databile [[1550]]-[[1555]], e ''La Resurrezione di Cristo'' alla [[Pinacoteca Civica di Forlì]]. In questi lavori il Venusti spoglia gli eccessi fisici dei disegni di Michelangelo, mantenendone però la forte innovazione in senso [[manierismo|manieristico]] nelle torsioni e nei movimenti a spirale dei personaggi. [[Federico Zeri]] vedrà nelle opere del Venusti:
{{quote|il sottile poema della solitudine, il sapore della privatissima initmità, d'isolamento persino lancinante.}}
Della fine degli anni cinquanta sono due versioni della ''Sacra Famiglia'', una alla [[Galleria Borghese]], una inviata al Santuario della Madonna delle Grazie di [[Grosotto]] (So). Nelle due opere sono ripresi moduli [[Raffaello|raffaelleschi]]; la seconda sarà a sua volta il modello per un affresco di [[Cipriano Valorsa]], dipinto sulla facciata di casa Valorsa a [[Grosio]] (So).
L'opera più nota e importante della produzione venustiana, considerata il manifesto dell'arte sacra della [[Controriforma]], è ''[[San Bernardo di Chiaravalle]] che conculca il demonio'' ([[Pinacoteca Vaticana]]), realizzata nell'anno di chiusura del [[Concilio di Trento]], il 1563.
La chiesa romana che conserva in numero maggiore sue opere è [[Santa Maria sopra Minerva]]: dal ''[[San Giacomo]]'' del [[1570]] alla ''Madonna con Bambino fra i Santi Pietro e Paolo'' nel [[Palazzo dei Conservatori]], alla decorazione della Cappella [[Capranica (famiglia)|Capranica]] tra il [[1573]] e il [[1579]], al ''[[Noli me tangere]]'' eseguito dal maestro poco prima della morte.