Babismo: differenze tra le versioni
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Nella prima metà dell‘Ottocento la Persia si trovava in una difficile situazione sociale-economica. Le sconfitte subite nelle due rovinose guerre russo-persiane, dalla durata totale di dodici anni, avevano portato agli umilianti trattati, prima di Golestan e, successivamente, nel 1826 di Turkmenshay. Oltre alle significative cessioni territoriali, la Persia aveva dovuto accettare di versare alla Russia ingenti somme a titolo di risarcimento. Morto lo scià Fath Ali, nel 1834 gli è subentrato il nipote Muhammad. Quest’ultimo, incapace e pure sofferente di gotta, malattia che lo portò alla morte al'età di soli 40 anni, non è stato in grado di migliorare la situazione di grave crisi. La corruzione e l’oppressione dei potenti dilagava. Ambrogio Donini, storico delle religioni presso l’Università di Roma, descrive con le seguenti parole il momento storico in cui nacque il babismo: “''un Paese atrocemente sfruttato dall’aristocrazia feudale indigena e dal dominio straniero''”. <ref>{{Cita libro|titolo=Ambrogio Donini - Lineamenti di storia delle Religioni" - pag. 216}}</ref>
In questa atmosfera opprimente, alcuni, anche per impotenza e disperazione, si sono
Dopo la morte di Siyyd Kàzim ci sono stati contrasti fra i suoi seguaci. La maggioranza seguì Haji mommad Karimkhan; Altri hanno seguito Mohammad Shafì Tabrizi, altri ancora hanno scelto Mullà Hassan Gowhar come loro guida, altri infine, hanno aderito alle pretese di [[Siyyid `Alí-Muhammad]] e hanno formato il movimento babi. Fra tutti questi personaggi i babi riconoscono soltanto il fondatore dello Shaykhismo ed il suo successore Siyyd Kàzim.
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Al contrario delle altre due rivoluzioni che la seguirono, quella babi fallì. Riuscì a raccogliere l’adesione di una esigua minoranza del clero sciita; ma la maggioranza dell’organizzazione religiosa sciita non aderì alle ardite pretese di Bab.
Dopo il fallimento della rivoluzione i babi soffrirono in silenzio. La gloriosa rivoluzione, sebbene fallita, passava alla storia che avrebbe ricordato gli eroici babi che avevano combattuto con incredibile coraggio. Bahá'u'lláh raccolse le ceneri della rivoluzione e costruì un nuovo movimento, il cui programma andava, tuttavia, in direzione esattamente opposta al pensiero del movimento babi. Solo una piccola minoranza dei babi vi
Lo studioso delle religioni Ambrogio Donini a pagina 216 del suo libro dal titolo “Lineamenti di storia delle religioni” esprime il concetto con le seguenti parole: I babi/bahai ''“si lasciarono irretire nei contrasti tra le potenze imperialiste, finendo al servizio ora degli inglesi, ora dei francesi e finalmente degli americani”''; aggiunge poi che alla conclusione della prima guerra mondiale ‘Abdu'l-Bahá “venne fatto baronetto dagli inglesi, in ricompensa dei servizi che aveva loro reso nel mondo arabo”.
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