Sanfedismo: differenze tra le versioni

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→‎Le stragi sanfediste: un'altra Repubblica Romana non quella tra il 509 a.C. e il 27 a.C.
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Devastazioni, assassini, stragi e ruberie ebbero luogo a [[Napoli]] su larga scala, dopo la presa della città. Un saggio di Antonella Orefice ha dimostrato che vi furono massacri perpetrati dai sanfedisti anche nelle cittadine di [[Termoli]] e [[Casacalenda]]<ref>{{cita web|url=http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2048:1799-le-stragi-dimenticate-di-termoli-e-casacalenda-pdf&catid=50&Itemid=28}}</ref>.
 
Gravi violenze sulla popolazione avvennero però anche in altre località del Mezzogiorno ed anche più a Nord, in seguito all'irruzione dei sanfedisti nell'Italia centrale. L’avvocato Antonio Galimberti, uno dei maggiori testimoni degli accadimenti dell’effimera [[Repubblica romanaRomana (1798-1799)]], documenta che i sanfedisti compirono violenze e saccheggi a [[Roma]] e nel territorio laziale<ref>A. Galimberti, ''Memorie dell’occupazione francese in Roma dal 1798 alla fine del 1802'', Roma, Istituto nazionale di studi romani, 2004.</ref>
 
Spiccò la devastazione di [[Senigallia]] avvenuta nel giugno del [[1799]] e descritta da Domenico Bossi nella sua ''Enarazione di quanto è accaduto in Sinigaglia nell’invasione dei Turchi e Russi''. La comunità [[Ebrei|ebraica]] fu sistematicamente saccheggiata e privata letteralmente di ogni bene, persino i vestiti. Molti ebrei furono assassinati, altri feriti. I superstiti fuggirono<ref>A. Castracani, ''Gli ebrei a Senigallia tra Settecento ed Ottocento,'' pp. 155-187'','' in S. Anselmi-V. Bonazzoli (a cura di), ''La presenza ebraica nelle Marche. Secoli XIII-XX'', quaderno 14 di “Proposte e ricerche”, Ancona 1993.</ref>.