Colonialismo italiano: differenze tra le versioni

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Il '''colonialismo italiano''' ebbe inizio alla fine del [[XIX secolo]], con l'[[Contratto di acquisto della Baia di Assab|acquisizione]] pacifica dei porti [[africa]]ni di [[Assab]] e [[Massaua]], sul [[mar Rosso]].
[[File:Flag of the colony governor of the Kingdom of Italy.svg|300pxupright=1.4|thumb|Bandiera dei governatori di colonia]]
Il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] raggiunse la sua massima estensione all'inizio del suo ingresso nella [[seconda guerra mondiale]]: il suo territorio fu esteso dal [[Rodano (fiume)|Rodano]] ai [[penisola balcanica|Balcani]] ([[Occupazione italiana della Francia meridionale|Francia meridionale]], [[Governatorato della Dalmazia|Dalmazia]], [[Stato Indipendente di Croazia|Croazia]], [[Regno del Montenegro (1941-1944)|Montenegro]], [[Occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|Albania]] e [[Campagna italiana di Grecia|Grecia]]), nonché sulle [[Isole italiane dell'Egeo|isole dell'Egeo]], su quattro territori [[africa]]ni ([[Eritrea italiana|Eritrea]], [[Somalia italiana|Somalia]] ed [[Etiopia italiana|Etiopia]] che formavano l’[[Africa Orientale Italiana|AOI]] e la [[Libia italiana|Libia]]), sulle piccole [[concessione internazionale|concessioni]] [[Cina|cinesi]] di [[Concessione italiana di Tientsin|Tientsin]], [[Concessione internazionale di Shangai|Shangai]] ed [[Xiamen|Amoy]]<ref name=Concessione>{{Cita libro
|titolo = Enciclopedia Italiana
|autore = Agostino Curti Gialdino
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</gallery>
=== Mire in Asia e concessione a Sabah (Borneo) ===
Nei due decenni dopo l'Unità, l'Italia guardava con un certo appetito ai pochi territori asiatici ancora liberi da altre potenze coloniali, in particolare la [[Thailandia]], l'[[Dinastia Konbaung|Alta Birmania]], il sultanato di [[Aceh]], le isole [[Andamane e Nicobare]]. Nel 1880 il Barone [[Overbeck|Von Overbeck]], console dell'[[Impero austro-ungarico]] ad [[Hong Kong]], visto il rifiuto del proprio governo di Vienna di un aiuto nella sua concessione del [[Borneo]] settentrionale, l'attuale stato di [[Sabah]] della [[Malaysia]], chiese al [[Governo italianodella Repubblica Italiana|governo Italiano]] se fosse stato interessato ad acquisire la concessione e creare la prima colonia italiana nell'Asia insulare ([[Borneo]]), ma il progetto naufragò per il rifiuto di Roma di intervenire, lasciando così mano libera alla [[Gran Bretagna]], che occupò successivamente la concessione, inglobandola nella [[Malaysia Britannica]]. La motivazione iniziale di Von Oberbeck riguardava la possibilità di creare una colonia penale del governo italiano nell'area di [[Sabah]]:
{{Citazione|... analoghi passi e proprio in quei mari (della Malesia) - oltre che in Argentina - avrebbe fatto, pochi anni dopo, il governo italiano, desideroso di confinare lontano dalla madrepatria i detenuti più pericolosi, specialmente dopo la repressione del Brigantaggio meridionale (1860-64); tentativi che, peraltro, non ebbero esito positivo.<ref>[{{cita web|url=http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34775 |titolo=Riferimento al tentativo di creare colonie penali italiane nel Borneo]}}</ref>}}
 
Del resto alla fine del 1869 l'esploratore Emilio Cerruti fu mandato nella [[Nuova Guinea]] per allacciare rapporti con le popolazioni locali, ottenendo buoni risultati per la creazione di un'eventuale colonia commerciale e/o colonia penale, ma il timore di inimicarsi il [[Regno Unito]] e i [[Paesi Bassi]] fece fallire tutto<ref>Franchini, Vittorio. ''Storia economica coloniale: lezioni di storia economica'' p.526</ref>. Cerruti infatti era tornato nel 1870 a [[Firenze]] con bozze di trattati firmati dai sultani delle isole di [[Isole Aru|Aru]], [[Isole Kai|Kai]] e Balscicu nella Nuova Guinea, dove veniva accettata da loro la sovranità italiana (il Cerruti aveva finanche preso possesso di alcuni settori della costa settentrionale ed occidentale nella Nuova Guinea in nome dell'Italia).<ref>[http://books.google.it/books?id=UvYsAAAAYAAJ&pg=PA275&lpg=PA275&dq=esploratore+Cerruti+in+nuova+guinea&source=bl&ots=21INjT8L9x&sig=2c97yv2CIzDwjA5wrW2BCtOkRsg&hl=it&ei=5wTfTeDcEoXXiAL1qojtCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBkQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false L'esploratore Cerruti in Nuova Guinea]</ref>
 
Nel 1883 il governo italiano chiese a quello inglese per via diplomatica se avrebbe accettato che la Nuova Guinea potesse divenire una colonia italiana: al rifiuto britannico l'Italia abbandonò ogni tentativo di colonizzazione nel [[Oceano Pacifico|Pacifico]] asiatico.<ref>[{{cita web|url=http://books.google.com/books?id=vKVFAauDdHkC&pg=PA42&lpg=PA42&dq=emilio+cerruti+in+new+guinea+1870&source=bl&ots=a6DlZoluQY&sig=z_gMRBnafb83XpnAUqBHnninY5M&hl=en&ei=tg3fTcyQNYTGsAOdsY2TBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CDAQ6AEwBg#v=onepage&q=emilio%20cerruti%20in%20new%20guinea%201870&f=false |titolo=Ultimo tentativo italiano in Nuova Guinea nel 1883]}}</ref>
 
=== Il primo tentativo nel Corno d'Africa ===
{{vedi anche|guerra d'Eritrea}}
[[File:AT1304 map.png|upright=0.7|thumb|Il territorio di Assab, acquisito nel 1882]]
In Africa fin dal 1861 con [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]] vi fu un tentativo poco conosciuto - stroncato prontamente da inglesi e francesi - di creare una piccola colonia, inizialmente commerciale, sulla costa della [[Nigeria]] e nell'isola portoghese del [[Príncipe]]<ref>[{{cita web|url=http://www.xmasgrupsom.com/public/index.php?showtopic=2231 |titolo=La mancata colonia di Lagos in Nigeria]}}</ref>.
 
Tuttavia i primi tentativi di acquisire veri e propri possedimenti coloniali, risalgono ai tempi della [[Sinistra storica|Sinistra]] di [[Agostino Depretis]] e di [[Francesco Crispi]], anche se alcuni governi precedenti avevano appoggiato, sebbene non in maniera esplicita, alcune iniziative private, come l'acquisizione della [[baia di Assab]] da parte della Compagnia di Navigazione [[Raffaele Rubattino|Rubattino]].
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{{vedi anche|guerra italo-turca|Africa Settentrionale Italiana}}
[[File:Generale Giovanni Ameglio.jpg|thumb|upright=0.7|[[Giovanni Ameglio|Giovanni Battista Ameglio]], governatore della Cirenaica dal 1913 al 1918.]]
Nel 1911-12 il [[Governo Giolitti IV|Governo Giolitti]], dopo una serie di accordi con la [[Gran Bretagna]] e la [[Francia]], che ribadivano le rispettive sfere d'influenza nell'[[Africa settentrionale]], dichiarò guerra all'[[Impero ottomano]]. Per costringere la Turchia alla resa, gli Italiani spostarono le operazioni militari nel mar Egeo e occuparono Rodi e le isole del Dodecaneso. La Turchia dovette cedere con la pace di Losanna nel 1912 e l'Italia occupò la [[Tripolitania]] e la [[Cirenaica]], dando vita alla formazione della colonia della [[Libia italiana]], il cui possesso venne consolidato nel corso degli [[Anni 1920|anni venti]] e [[anni 1930|trenta]].<ref>[{{cita web|url=http://www.regioesercito.it/campagne/libia/camplibia4.htm |titolo=Conquista della Libia interna]}}</ref>
 
Successivamente un trattato del 1935 tra l'Italia e la Francia, rispettivamente potenze coloniali in Libia e in Ciad, assegnò la [[Striscia di Aozou]] alla Libia italiana: si trattava del cosiddetto [[Trattato Mussolini-Laval]], {{CitazioneSenza necessariafonte|peraltro mai ratificato ufficialmente.}}
 
La guerra italo-turca fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.
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* '''Georgia'''
Nel 1919 il Re d'Italia [[Vittorio Emanuele III]], invocando uno dei diritti italiani stabiliti in favore delle potenze vincitrici del 1° conflitto mondiale, all'articolo n. 9 del celeberrimo "Patto di Londra" dell'aprile 1915, chiese ed ottenne l'assenso di un'altra potenza vincitrice, l'Impero Britannico, attraverso i buoni uffici di [[Lloyd George]], per l'invio in [[Georgia]], terra in fermento indipendentista sia verso l'Impero russo e sia verso la [[Turchia]], di un contingente italiano di ben 85.000 uomini agli ordini del generale [[Giuseppe Pennella]].<ref>[{{cita web|url=http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/disfacimentoitaliani.htm |titolo=Gli italiani nel Caucaso]}}</ref>
 
Pennella avrebbe dovuto difendere l'indipendenza della Georgia e sostenere la neonata ''Federazione delle Repubbliche Transcaucasiche'' (Georgia, [[Armenia]] e [[Azerbaigian]]) per controbattere una possibile ingerenza dell'imperialismo russo dei Soviet. In altri termini, si può dire che la proposta di Lloyd George ricalcava gli esordi dell'espansione coloniale italiana nel [[Mar Rosso]], nel penultimo decennio dell'Ottocento, che erano stati, in fondo, un episodio collaterale delle difficoltà britanniche nel Sudan all'epoca del ritiro delle guarnigioni egiziane dall'Eritrea e, poi, della grande insurrezione mahdista.<ref>Ministero Affari Esteri: ''Documenti Diplomatici italiani'' (Introduzione, p.3,232,754,755,800)</ref>
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A seguito della completa conquista della Libia, avvenuta alla fine degli [[Anni 1920|anni venti]], [[Benito Mussolini|Mussolini]] manifestò l'intenzione di dare un Impero all'Italia e l'unico territorio rimasto ''libero'' da ingerenze straniere era l'[[Abissinia]], nonostante fosse membro della [[Società delle Nazioni]]. Il progetto d'invasione iniziò all'indomani della conclusione degli accordi sul trattato di amicizia e si concluse con l'ingresso dell'esercito italiano ad Addis Abeba il 5 maggio [[1936]]. Quattro giorni dopo, il 9 maggio, con la dichiarazione della sovranità del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] sull'[[Etiopia]] e l'incoronazione di [[Vittorio Emanuele III]] come [[Imperatore d'Etiopia]] (con il titolo di ''Qesar'', anziché quello di "Negus Neghesti")<ref>(r.d.l. n. 754, 9 maggio 1936 - [http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1936;754 Normattiva, r.d.l. 9 maggio 1936, n 754]</ref>, l'[[impero coloniale]] trovò la sua ufficializzazione.
 
A seguito dell'uccisione di civili e militari italiani in Libia ed Etiopia negli anni venti e trenta<ref>Antonicelli, Franco. ''Trent'anni di storia italiana 1915 - 1945'' p. 67</ref>, durante il dominio coloniale italiano in Africa furono usate armi vietate, quali [[Armi chimiche#Gas asfissianti .28o soffocanti.29|gas asfissianti]] e [[iprite]].<ref>Angelo Del Boca. ''Italiani, brava gente?'', Editore Neri Pozza, 2005.</ref><ref>Angelo Del Boca. ''A un passo dalla forca. Atrocità e infamie dell'occupazione italiana della Libia nelle memorie del patriota Mohamed Fekini'', Baldini Castoldi Dalai, 2007</ref> La successiva pacificazione attuata dal [[fascismo]] nelle colonie africane, talora brutale, fu totale in Libia, Eritrea e Somalia (mentre in Abissinia, dopo meno di cinque anni, nel 1940 oltre il 75% del territorio era completamente controllato dagli Italiani) e risultò in un notevole sviluppo economico dell'area<ref>Chapin Metz, Hellen. Libya: A Country Study. Washington: GPO for the Library of Congress, 1987</ref>, accompagnato da una consistente emigrazione di coloni italiani.<ref>[{{cita web|url=http://www.ilcornodafrica.it/rds-01emigrazione.pdf |titolo=Emigrazione italiana nelle colonie africane]}}</ref>
 
Con la conquista di gran parte dell'Etiopia si procedette ad una ristrutturazione delle colonie del [[Corno d'Africa]]. [[Somalia]], [[Eritrea]] ed [[Abissinia]] vennero riunite nel vicereame dell'[[Africa Orientale Italiana]] (AOI). Il progetto coloniale terminò con l'occupazione britannica dei territori soggetti al dominio italiano nel [[1941]].
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Nel settembre [[1923]] il neo-primo ministro [[Mussolini]] fece occupare per circa un mese l'isola di [[Corfù]], con mire annessionistiche ([[Crisi di Corfù]]). Nel corso della [[seconda guerra mondiale]], Corfù fu rioccupata dall'[[Esercito Italiano]] nell'aprile [[1941]]. Tale occupazione durò fino al settembre [[1943]]: durante questo periodo, sempre insieme alle [[Isole Ionie]], venne amministrata come entità separata rispetto alla Grecia con l'intento di prepararne l'annessione al [[Regno d'Italia]].
 
Mussolini richiese anche, come risarcimento del suo intervento nella [[guerra civile spagnola]], l'isola di [[Minorca]] nelle Baleari allo scopo di farvi una base aeronavale italiana, ma la ferrea opposizione di [[Francisco Franco]] annullò ogni pretesa italiana. Secondo storici come Camillo Berneri, Mussolini ambiva non solo le Baleari, ma anche il [[Marocco spagnolo]] (specialmente l'area di [[Ceuta]], che confinava con il Territorio Internazionale di [[Tangeri]] nel quale l'Italia era co-garante dal 1928).<ref>[{{cita web|url=http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:CRlYtCP0B_gJ:www.iperteca.it/download.php%3Fid%3D1636+ceuta+italiana+(richiesta+di+mussolini)&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESiUxlOMWvWnAI9eUDe011a2h5lwLoVmLwIcD1nhDM5te0bGQJoF1Rk0AzR0xoFKKi9QWuZAtyUohCd-GH4VQjzVkmUUP5gN384Gq5IWlOUBzB3Q8fXE0nQjZdBwUkR2QK0VJuKd&sig=AHIEtbRVEf9-avQEp4_v7M1AfQrC7KIGww |titolo=Le ambizioni mussoliniane in Spagna]}}</ref>
 
Nel corso della seconda guerra mondiale Mussolini e altri suoi gerarchi progettarono un ingrandimento dell'Impero italiano, qualora si fosse fatta una conferenza di pace dopo la vittoria dell'Asse.<ref>Maravigna, General Pietro. ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi''. p. 127</ref> Il progetto, basato sul congiungimento delle due sezioni dell'Impero italiano nel 1939 (la Libia e l'Africa Orientale Italiana) tramite la conquista dell'[[Egitto]] e del [[Sudan]]<ref>Rovighi, Alberto. ''Le Operazioni in Africa Orientale'' pag. 83</ref> - cui si sarebbero poi aggiunti la Somalia inglese (occupata temporaneamente nell'estate del 1940), [[Gibuti]] e la parte orientale del [[Kenya]] britannico<ref>Antonicelli, Franco (1961). ''Trent'anni di storia italiana 1915 - 1945'' pag. 107</ref> - prevedeva una notevole colonizzazione di italiani (oltre un milione da trasferire principalmente in Etiopia ed Eritrea e circa mezzo milione in Libia)<ref>'Systematic "demographic colonization" was encouraged by Mussolini's government. A project initiated by Libya's governor, Italo Balbo, brought the first 20,000 settlers--the ventimilli--to Libya in a single convoy in October 1938....Plans envisioned an Italian colony of 500,000 settlers by the 1960s' (Una sistematica "colonizzazione demografica" fu incoraggiata dal governo di Mussolini. Un progetto iniziato dal governatore della Libia, Italo Balbo, portò i primi 20.000 coloni, detti Ventimilli, in Libia nell'ottobre 1938.....Progetti visionavano una colonia italiana di 500.000 coloni negli anni sessanta) da Chapin Metz, Hellen. Libya: A Country Study. Washington: GPO for the Library of Congress, 1987</ref> e il controllo del [[canale di Suez]].<ref>Maravigna, General Pietro. ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi.''pag. 183</ref>
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Ai primi di novembre 1942, a seguito degli [[Operazione Torch|sbarchi alleati in Marocco e Algeria]], l'Italia con l'[[operazione Anton]] occupò la Corsica e una fascia di territorio francese larga all'incirca 200&nbsp;km a ovest del confine.<ref>Davide Rodogno. Fascism's European Empire. Cambridge University Press, 2006. ISBN 0-521-84515-7</ref> Con quest'operazione (e le successive occupazioni della Tunisia<ref>Maravigna, General Pietro (1949). ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi.'' pag. 214</ref> e del [[Principato di Monaco]]) il territorio occupato dall'Italia nel Mediterraneo raggiunse la sua massima estensione, ma si trattò di un successo apparente, in quanto negli stessi giorni la [[seconda battaglia di El Alamein]] e il successivo crollo del fronte libico portarono alla perdita dell'Africa settentrionale e al successivo crollo dell'Italia.
 
Sul finire del [[1941]] [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e [[Germania nazista|Germania]] intavolarono una trattativa per occupare militarmente e politicamente la [[Svizzera]], progetto poi mai andato in opera. Prevedeva la spartizione in due parti: alla [[Germania nazista|Germania]] la parte settentrionale di [[lingua tedesca]] e [[Lingua francese|francese]], all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] il [[Canton Ticino]], il [[Vallese]] e i [[Grigioni]] oltre a [[Canton Ginevra|Ginevra]] aggregata alla Savoia italiana.<ref>[fonte{{cita web|url=fonte|titolo=televisione della Svizzera italiana]}}</ref>
 
=== Fine dell'impero ===
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Negli anni venti e trenta si ebbe l'insediamento di numerosi [[Italo-somali|coloni italiani]] a [[Mogadiscio]] e nelle aree agricole come [[Villabruzzi]], con notevole sviluppo della colonia.
 
Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale (10 giugno 1940), nell'agosto [[1940]] [[Conquista italiana della Somalia Britannica|le truppe italiane occuparono la Somalia britannica]] ([[Somaliland]]), {{citazioneSenza necessariafonte| che fu amministrativamente incorporata nella Somalia italiana}}. Nei primi mesi del [[1941]] le truppe inglesi occuparono tutta la Somalia italiana e riconquistarono anche il [[Somaliland]].
 
Dopo l'invasione da parte delle truppe alleate nella [[seconda guerra mondiale]] la [[Somalia Italiana]] fu consegnata all'[[Italia]] in amministrazione fiduciaria decennale nel [[1950]].
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{{Vedi anche|corpo di spedizione italiano in Cina|concessione italiana di Tientsin}}
[[File:Italian Concession of Tientsin. Piazza Regina Elena and WWI monument..jpg|thumb|left|Il monumento commemorativo della prima guerra mondiale a Piazza Regina Elena, nella concessione italiana di Tientsin]]
Nel [[1901]], come a molte altre potenze straniere, fu garantito all'Italia una [[Concessione internazionale|concessione]] commerciale nell'area della città di Tientsin (l'odierna [[Tianjin]]) in [[Cina]]. La concessione italiana, di 46 [[ettari]], fu una delle minori concessioni concesse dall'impero cinese alle potenze europee. Dopo la fine della [[prima guerra mondiale]] la concessione austriaca nella stessa città fu inglobata in quella italiana. I termini di tale concessione vennero ridiscussi, e infine la stessa concessione venne di fatto sospesa, a seguito di un accordo tra la [[Repubblica Sociale Italiana]] e il governo filo-giapponese della [[Repubblica di Nanchino]] (che inglobò la concessione) nel [[1944]]. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, la guarnigione italiana a Tientsin combatté contro i giapponesi, ma dovette poi arrendersi e pagare con la prigionia in [[Corea]]. La concessione di Tientsin, così come i quartieri commerciali italiani a [[Concessione internazionale di Shangai|Shanghai]], [[Hankow]] e [[Pechino]], furono nuovamente annessi dalla Cina con il trattato di pace del [[1947]].<ref>[{{cita web|url=http://www.discovertianjin.org/map/e1938map.htm |titolo=Mappa]}}</ref>
 
== Massima estensione ==
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!Territori!! Nome !! Area (km²) !! Note
|-
|1 || [[Italia]] metropolitana || 310.190<ref>[{{cita web|url=http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=censimento1936 |titolo=Censimento del 1936]}}</ref> ||
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|2 || [[Libia italiana]] || 1.873.800 || Compresa la [[striscia di Aozou]]
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{{colonialismo italiano}}
{{Portale|fascismo|guerra|politica|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Imperi coloniali]]
[[Categoria:Colonialismo italiano]]