Guerra dei trent'anni (fase boema): differenze tra le versioni
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La '''fase boema''' o '''fase boemo-palatina''' (dal [[1618]] al [[1625]]) è la prima delle fasi in cui si è soliti dividere la [[guerra dei trent'anni]]. Il conflitto fu generato da problemi di carattere confessionale presentatisi in [[Boemia]], cui fece da scintilla scatenante il rifiuto da parte di [[Ferdinando II d'Austria|Ferdinando II]] di erigere alcune chiese protestanti. Questo portò alla ribellione dei boemi iniziata con l'episodio della "[[Defenestrazione di Praga (1618)|defenestrazione di Praga]]", e alla nomina a Re di Boemia di [[Federico V Elettore Palatino|Federico V del Palatinato]]. Il conflitto, inizialmente limitato all'area tedesca e di portata contenuta, si fece via via più intenso e finì con il coinvolgere potenze estranee all'area tedesca, fino al termine degli scontri nel [[1648]]
== Eventi politici e bellici ==
Dopo la
[[File:Gerard_van_Honthorst_006.jpg|thumb|Federico V, Principe Elettore del Palatinato (1596-1632)]]
Tuttavia offerte simili vennero inoltrate anche a vari altri sovrani d'Europa, come il [[Duca di Savoia]], l'[[elettore di Sassonia]] [[Giovanni Giorgio I di Sassonia|Giovanni Giorgio I]] e il principe di [[Transilvania]]; tali messaggi furono tuttavia scoperti e resi pubblici dagli imperiali, fatto che diminuì sensibilmente l'appoggio di cui godeva la ribellione boema in varie corti tedesche. Federico, pur sapendo che l'accettazione del trono da parte sua avrebbe precipitato un conflitto in Germania, decise di accogliere la richiesta, anche sotto la spinta dei suoi consiglieri [[Cristiano I - Principe di Anhalt-Bernburg|Cristiano di Anhalt]] e [[Ludvig Camerarius|Ludovico Camerario]].
Inizialmente i ribelli ottennero alcuni successi, anche grazie al fatto che alla rivolta si unirono gli stati dell'Alta e Bassa [[Austria]]; inoltre i ribelli ricevettero un inaspettato aiuto dal Principe di Transilvania, [[Gabriele Bethlen]], il quale condusse un'armata in [[Ungheria]], appoggiato dal [[Sultano Ottomano]]. Nel [[1619]] [[Enrico Matteo von Thurn-Valsassina]] condusse un esercito ribelle sotto le mura della stessa [[Vienna]], anche se mancava dell'artiglieria necessaria a condurre un assedio. In ogni caso, il 10 giugno [[1619]], il [[Karel Bonaventura Buquoy|conte Buquoy]], comandante delle forze imperiali, sconfisse i protestanti del [[Ernst von Mansfeld|Conte di Mansfeld]] nella [[battaglia di Záblatí]], tagliando le comunicazioni di Thurn e costringendolo a levare l'assedio.
Nonostante la battaglia, le forze di Thurn potevano ancora essere pericolose, e le truppe transilvane continuavano a ottenere sostanziali successi in
[[File:Johann Tserclaes Tilly.jpg|thumb|Johann Tserclaes, conte di Tilly, comandante dell'esercito della Lega Cattolica (1559-1632)]]
Gli spagnoli occuparono agevolmente le terre dell'Elettore Palatino, fatta eccezione per le fortezze di [[Frankenthal (Palatinato)|Frankenthal]], [[Mannheim]] e [[Heidelberg]], sul [[Reno]], che resistettero grazie all'afflusso di volontari inglesi. In Boemia, le forze imperiali e della Lega si unirono
Anche i combattimenti in Ungheria ebbero fine il 31 dicembre [[1621]], con la [[Pace di Nikolsburg]], in base a cui [[Gabriele Bethlen]] accettò di ritirarsi dal conflitto in cambio di concessioni territoriali. Nel [[Elettorato del Palatinato|Palatinato]], tuttavia, gli scontri continuarono, in quella che alcuni storici considerano la
In questa situazione i resti delle forze protestanti cercarono di recuperare almeno in parte il terreno perduto, ma non potevano contare nemmeno sull'appoggio dell'[[Unione Evangelica]], che, in base all'Accordo di Magonza del 1º aprile [[1621]], aveva sciolto il proprio esercito sotto la promessa che [[Ambrogio Spinola|Spinola]] ne avrebbe preservato la neutralità. A cambiare la sorte del conflitto non valse neppure la morte del Re di Spagna [[Filippo III di Spagna|Filippo III]], in quanto il figlio [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]], coadiuvato dal [[Gaspar de Guzmán y Pimentel|Conte-Duca di Olivares]], era un convinto assertore della causa cattolica e della solidarietà tra i due rami degli Asburgo.
Nel febbraio [[1622]], Spinola costrinse alla resa la piazzaforte di [[Jülich]], tenuta da una guarnigione olandese. Il tentativo di concentrarsi effettuato dalle forze protestanti rimanenti venne sventato quando le forze di Giorgio di Baden-Dürlach vennero battute nella [[battaglia di Wimpfen]]
A questo punto a Federico V non rimanevano alternative: egli fu costretto a rinunciare alla lotta. Nel gennaio del [[1624]]
== Bibliografia ==
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