Potere giudiziario: differenze tra le versioni

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== Rapporto con il principio di legalità ==
Con riferimento allo svolgimento dell'attività giudiziaria, oggi si tende a valorizzare, in omaggio ai valori [[Democrazia|democratici]] che improntano la [[Costituzione]] repubblicana, i profili connessi allo svolgimento di un servizio nei confronti della [[collettività]]<ref>Kenneth D. Ward, Cecilia R. Castillo, ''The Judiciary in American Democracy: Alexander Bickel, the Countermajoritarian Difficulty, and Contemporary Constitutional Theory'', 0791465551, 9780791465554, 9781423747826, State University of New York Press, 2005.</ref>, piuttosto che il mero esercizio di poteri [[potere|poteri autoritativi]]: soffermandosi soltanto su questi ultimi, sarebbe inevitabile - dati i parametri che regolano la sfera pubblica, non necessariamente coincidenti con quelli dello [[Stato di diritto]] e rispettosi del principio di legalità - che dal controllo di legalità si passi al «controllo della [[virtù]]»<ref>[[Alessandro Pizzorno]], ''Il potere dei giudici. Stato democratico e controllo della virtù'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], Roma-Bari, 1998.</ref>, "pretendendo di penalizzare non solo i reati ma anche i comportamenti discutibili dal punto di vista deontologico"<ref>[[Luigi Covatta]], ''La giustizia ai tempi del conflitto'', 7 aprile 2017, [[Il Mattino]].</ref>.
 
Una particolare declinazione dello sbilanciamento, nel rapporto tra libertà ed autorità, a favore di quest'ultima, è rappresentato dal [[Tolleranza_zero#In_Italia|populismo penale]], diffusasi alla fine del XX secolo<ref>Anastasia, S.,