Erich Priebke: differenze tra le versioni

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La vicenda giudiziaria suscitò un grande interesse nell'opinione pubblica: la distanza temporale dagli eventi non attenuò in nessun modo la tensione e i sentimenti di inquietudine sociale che spesso sfociarono in vere e proprie sollevazioni popolari come dopo la prima sentenza di assoluzione. E lo stesso atteggiamento di alcuni politici, di taluni esponenti dell'allora governo italiano (come, ad esempio, la polemica tra il legale di Priebke, Velio Di Rezze, e il Ministro di Grazia e Giustizia [[Giovanni Maria Flick]])<ref>{{Cita news|titolo=PRIEBKE: DI REZZE A FLICK, PERCHE' ESTRADARLO PER GLI STESSI REATI?|pubblicazione=[[Adnkronos]]|url=http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/08/06/Cronaca/PRIEBKE-DI-REZZE-A-FLICK-PERCHE-ESTRADARLO-PER-GLI-STESSI-REATI_142900.php|data=6 agosto 1996|accesso=19 ottobre 2013}}</ref> e di certi intellettuali, suscitarono critiche e perplessità in alcune fasce dell'opinione pubblica.
 
Il giornalista [[Indro Montanelli]], in una lettera scritta nella primavera del [[1996]] (epoca della prima condanna di Priebke a 15 anni di reclusione), pur ricordando come la strage delle Ardeatine fosse costata la vita a due suoi «vecchi e cari amici», espresse dei dubbi sulla liceità del processo e di un'eventuale condanna dell'ex ufficiale tedesco<ref>{{Cita news|titolo=Quando Montanelli scrisse al condannato: "Capitano, è una sentenza insensata"|pubblicazione=il Giornale|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/quando-montanelli-scrisse-condannatola-lettera-957766.html|data=12 ottobre 2013|accesso=15 ottobre 2013}}</ref><ref name=":13">{{Cita news|titolo=Priebke, 20 anni di polemiche, odio e rancori|pubblicazione=[[Libero (quotidiano)|Libero]]|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1328958/Priebke--20-anni-di-polemiche--odio-e-rancori.html|data=11 ottobre 2013|accesso=19 ottobre 2013}}</ref>: «Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto [...] Il processo si dovrebbe fare alle aberrazioni dei totalitarismi e a certe leggi di guerra che imponevano la rappresaglia. Certo: lei, Priebke, poteva non eseguire l'ordine, e in pratica suicidarsi. Questo avrebbe fatto di lei un martire. Invece, quell'ordine lo eseguì. Ma questo non fa di lei un criminale<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Egregio_Indro_Montanelli_scusi_mio_co_0_960417852.shtml|titolo="Egregio Indro Montanelli scusi il mio italiano..."|pubblicazione=Corriere della Sera|data=17 aprile 1996|accesso=13 ottobre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150509123731/http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Egregio_Indro_Montanelli_scusi_mio_co_0_960417852.shtml|dataarchivio=9 maggio 2015}}</ref>».
 
{{Citazione|Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto [...] Il processo si dovrebbe fare alle aberrazioni dei totalitarismi e a certe leggi di guerra che imponevano la rappresaglia. Certo: lei, Priebke, poteva non eseguire l'ordine, e in pratica suicidarsi. Questo avrebbe fatto di lei un martire. Invece, quell'ordine lo eseguì. Ma questo non fa di lei un criminale<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Egregio_Indro_Montanelli_scusi_mio_co_0_960417852.shtml|titolo="Egregio Indro Montanelli scusi il mio italiano..."|pubblicazione=Corriere della Sera|data=17 aprile 1996|accesso=13 ottobre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150509123731/http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Egregio_Indro_Montanelli_scusi_mio_co_0_960417852.shtml|dataarchivio=9 maggio 2015}}</ref>.}}
 
Sia l'opinione di Montanelli, secondo cui Priebke non avrebbe potuto rifiutarsi di "eseguire l'ordine" senza essere a sua volta ucciso (ripresa dalla difesa dello stesso ex capitano, per il quale il suo superiore Schutz avrebbe detto ai soldati ''«chi non vuole sparare, si metta dalla parte degli ostaggi»''<ref name=giachini/>), sia l'altra asserzione del giornalista, secondo cui la strage delle Fosse Ardeatine fu commessa in base a presunte "leggi di guerra" che (sempre secondo Montanelli) avrebbero "imposto" o permesso la rappresaglia, sono però entrambe direttamente smentite dalle risultanze processuali. I giudici accertarono infatti che Priebke avrebbe avuto il dovere di disobbedire a un ordine palesemente criminoso, "avente ad oggetto l'esecuzione di un barbaro eccidio in danno di prigionieri inermi, in violazione sia del diritto bellico che dei più elementari princìpi umanitari dello [[ius gentium]]"<ref name=":6" />; che invece Priebke collaborò attivamente all'eccidio in tutte le sue fasi con piena convinzione, con zelo e con adesione cosciente e deliberata, cosicché non si può neanche parlare di un ordine a lui impartito bensì di un vero e proprio "accordo criminoso", fra lui e gli altri ufficiali delle SS, finalizzato a realizzare l'eccidio<ref name="Sentenza07031998" />; che, d'altra parte, su di lui non fu esercitata alcuna minaccia né coazione psicologica da parte dei suoi superiori, e che nessun immediato pericolo di vita lo sovrastava qualora si fosse rifiutato di partecipare alla strage<ref name=":7" />. Altri che aderirono all'opinione di Montanelli furono [[Vittorio Feltri]], [[Vittorio Sgarbi]] e [[Massimo Fini]].<ref name=":13"/><ref>[http://www.massimofini.it/1998/la-sfortuna-di-chiamarsi-erich Massimo Fini, ''La sfortuna di chiamarsi Erich'']</ref>