Ancona di San Bartolomeo: differenze tra le versioni

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I lavori di ricomposizione dell'ancona, iniziarono nel [[1967]] con una prima ricostruzione della cornice e la ricollocazione delle statue. Nel [[1976]] però l'opera subì il furto delle statue che furono ritrovate l'anno successivo. Per questo furono conservate in deposito presso il [[Museo Adriano Bernareggi]] di Bergamo. Nel [[2010]] la collaborazione tra il museo e l'amministrazione comunale albinese, consentì la ripresa del lavoro di riordino e restauro dell'opera, al temine del quale fu presentata nella mostra ''Rinascimento in scultura. Due polittici di Pietro Bussolo a confronto'', e ricollocata nella chiesa di San Bartolomeo ad Albino, sede di molte mostre e incontri culturali.
 
L'attribuzione dell'opera al Bussolo fu indicata la prima volta, dallo storico Adriano Peroni nel [[1963]]<ref>{{cita libro|autore=Adriano Peroni|tritolo=La scultura bresciana prima della decorazione di Samta maria dei Miracoli e della Loggia|volume=II|anno=1963}}</ref>, facendone un confronto con la stupenda [[Ancona di salòSalò|ancona del duomo di Salò]].
<br>Nel [[2002]] una ricerca di Mariolina Olivari ha reso noto il ritrovamento di due fonti documentate del [[XVIII secolo]] che riportano l'iscrizione poi perduta sul polittico: ''Petri Bussoli mediolanensis opus sulpsit tempore presbyteri Jacobi de Bonasil'', una di don Lorenzo Usubelli nel suo ''Memorie'' del [[1761]], e l'altra di don Antonio Carrara, nel suo ''Notizie'', del [[1774]]<ref>{{cita libro|autore=Mariolina Olivari|titolo=Scultori e intagliatori del legno in Lombardia nel Rinascimento-Pecisazioni documentarie sul polittico di Albino di Pietro Bussolo|editore=Regesti Imperi|città=Milano|anno=2002}}</ref>
<br>Nei documenti sono indicati anche i vari pagamenti a Giovanni Marinoni per diversi lavori eseguiti nella chiesa tra i quali anche la doratura dell'ancona tra il [[1495]] e il [[1497]]. Si desume dalla documentazione che il costo totale dell'opera fu di 70 ducati e che fu voluta e commissionata dalla Congregazione della Misericordia che gestiva la chiesa per volontà del rettore Giacomo Bonasio<ref>{{cita|Bussolo|p 178}}</ref>.