Ápeiron: differenze tra le versioni

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Semerano è uno studioso isolato, la sua voce non va bistrattata ma questo non significa poterne spammare le tesi nelle altre
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L''''''ápeiron''''' ({{lang-grc|ἄπειρον|ápeiron}}, composto da ἀ-, ''a-'', «non», e πεῖραρ, ''peirar'', «limite» o «fine»<ref>{{LSJ|articolo=πεῖραρ|id=pei=rar}}</ref>, [[Dialetto ionico|forma ionica]] di πέρας, ''peras''<ref>{{LSJ|articolo=πέρας|id=pe/ras}}</ref>), il cui significato letterale è «illimitato», «infinito» o «indefinito»<ref>{{LSJ|articolo=ἄπειρον|id=a)/peiron}}</ref>, rappresenta – secondo la [[filosofia]] di [[Anassimandro]] – l'[[archè]] (ἀρχή), cioè l'origine e il principio costituente dell'[[universo]]. Essendo opposto al definito e al determinato, esso genera una realtà infinita, indeterminata, eterna, indistruttibile e in continuo movimento. Secondo [[Giovanni Semerano (filologo)|Giovanni Semerano]], invece, ápeiron deriverebbe dalla parola accadica ''eperu, ''che vuol dire "polvere, terra", derivante a sua volta dal lemma biblico ''<nowiki>'afar</nowiki>'': con questa considerazione il filologo vuole dimostrare come l'«infinito», a cui fa riferimento Anassimandro, abbia una stretta analogia con il concetto cristiano-ebraico del ciclo vitale dell'uomo, definito nella Genesi con la massima "polvere eri e polvere ritornerai".
 
== L'ápeiron secondo Anassimandro ==