Vittorio Emanuele II di Savoia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 260:
Quando il medico gli chiese se voleva vedere il confessore, il Re ebbe un iniziale trasalimento, per poi dire «Ho capito» e autorizzare l'ingresso del cappellano, il quale rimase con Vittorio Emanuele II una ventina di minuti e andò alla parrocchia di San Vincenzo per prendere il viatico. Il parroco disse di non essere autorizzato a darglielo e per rimuovere la sua resistenza fu necessario l'intervento del vicario. Vittorio Emanuele II non perse mai conoscenza e rimase conscio fino all'ultimo, volendo morire da re: rantolante, si fece trarre sui cuscini, si buttò sulle spalle una giacca grigia da caccia e lasciò sfilare ai piedi del letto tutti i dignitari di corte salutandoli uno per uno con un cenno della testa. Infine chiese di restare solo con i principi Umberto e Margherita, ma all'ultimo fece introdurre anche [[Emanuele Alberto Guerrieri di Mirafiori|Emanuele]], il figlio avuto dalla [[Rosa Vercellana|Bela Rosin]], che per la prima volta si trovò di fronte al fratellastro Umberto, che non aveva mai voluto incontrarlo.<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore = Indro Montanelli|titolo = L'Italia dei notabili|anno = 1973|editore = Rizzoli Editore, Milano|città = }}</ref>
 
Il 9 gennaio, alle ore 14:30, il Re morì dopo 28 anni e 9 mesi di regno, assistito dai figli ma non dalla [[Rosa Vercellana|moglie morganatica]], cui fu impedito di recarsi al capezzale dai ministri del Regno. Poco più di due mesi dopo avrebbe compiuto 58 anni.
 
La commozione che investì il Regno fu unanime e i titoli dei giornali la espressero facendo uso della retorica tipica del periodo; Il Piccolo di Napoli titolò "È morto il più valoroso dei Maccabei, è morto il leone di Israele, è morto il Veltro dantesco, è morta la provvidenza della nostra casa. Piangete, o cento città d'Italia! piangete a singhiozzo, o cittadini!". "Chi sapeva, o gran re, di amarti tanto?" scrisse il poeta romano [[Fabio Nannarelli]]; perfino [[Felice Cavallotti]], co-fondatore dell'[[Estrema sinistra storica]] espresse il proprio cordoglio al nuovo re Umberto I. Tutta la stampa, compresa quella straniera, fu unanime nel cordoglio (ma giornali austriaci Neue Freie Presse e il Morgen Post non si unirono, com'era prevedibile, al lutto). [[L'Osservatore Romano]] scrisse: "Il re ha ricevuto i Santi Sacramenti dichiarando di domandare perdono al Papa dei torti di cui si era reso responsabile". L'[[Agenzia Stefani]] smentì immediatamente, ma la [[Curia romana|Curia]] smentì la smentita: la stampa laica insorse giungendo ad appellare Pio IX "avvoltoio" e accusandolo di "infame speculazione sul segreto confessionale"; quella che avrebbe potuto essere un'occasione di distensione si produsse, così, in un'ennesima polemica.<ref name="ReferenceA"/>