Provincia (storia romana): differenze tra le versioni

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La legge poteva stabilire l'ordinamento definitivo. Il suo contenuto riguardava contenuti assai ampi: la struttura interna della provincia, suddivisa in circoscrizioni amministrative (spesso denominate ''conventus'');<ref name="Campanile843"/> il regime del suolo e il grado di autonomia delle città esistenti (soggette a seconda dei casi, alla giurisdizione del [[governatore provinciale romano|governatore provinciale]]); le forme di imposizione e il livello di tributo; eventuali limitazioni dei suoi abitanti (es. ''[[ius connubii]]'' o ''[[ius commercii]]''); la composizione dei senati locali; la compatibilità tra lo ''status'' dei cittadini e la [[cittadinanza romana]].<ref name="Campanile844">Maria Domitilla Campanile, ''Il mondo greco verso l'integrazione politica nell'impero'', p.844.</ref> Non sempre tuttavia la legge seguiva immediatamente alla conquista, soprattutto per le province annesse in epoca più antica.
 
Le province erano governate da magistrati appositamente eletti ([[Pretore (storia romana)|pretori]]) o da consoli o pretori di cui veniva prolungata la carica (''prorogatio imperii'' o "prolungamento del comando": [[Proconsole (storia romana)|proconsoli]] e [[Propretore|propretori]]), coadiuvati per l'amministrazione militare e civile dai [[Questore (storia romana)|questori]] e da numerosi altri funzionari (''cohors praetoria'')<ref>In caso di morte del questore in carica, il proconsole (o propretore) poteva scegliere dal suo seguito un ''proquestore'', che lo sostituiva fino all'invio da Roma di un nuovo questore</ref>.
 
N
Nel periodo iniziale vennero considerate soprattutto territori di conquista e sottoposte a tributo (''[[vectigal]]'') e allo sfruttamento economico. Le condizioni dei sudditi erano tuttavia piuttosto varie, a seconda delle diverse condizioni di partenza e soprattutto nei casi in cui l'ampliamento territoriale era avvenuto in via pacifica, come per i testamenti regali che portarono all'acquisizione del [[Pergamo|regno di Pergamo]], della [[Cirenaica]], della [[Bitinia]] e dell'[[Storia dell'Egitto greco e romano|Egitto]] e nei quali si prevedeva il rispetto delle precedenti autonomie cittadine.
 
Le [[città]] conservarono in grado variabile la propria autonomia (spesso in relazione all'atteggiamento tenuto nei confronti del vincitore): ''civitates stipendiariae'' ("città stipendiarie") ''liberae'' ("libere"), o ''liberae et immunes'' ("libere ed esenti da imposta"), in entrambi i casi per concessione, sempre revocabile, da parte di Roma, o ''foederatae'' ("alleate") in forza di un patto. A queste si aggiunsero le [[Colonia romana|colonie]] di cittadini romani o italici. L'organizzazione territoriale si articolava sulle città già esistenti, soprattutto nelle province orientali, mentre nelle province occidentali, dove le città erano più scarse, il territorio venne inizialmente articolato in distretti rurali, a fini essenzialmente tributari. La successiva fondazione sistematica di colonie e la concessione ad altre città dello ''status'' di [[Municipio (storia romana)|municipio]], favorì la romanizzazione dei territori conquistati.
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* [[Gallia Transalpina]] (''Gallia Transalpina''): il territorio da [[Tolosa]] alle [[Alpi]] fu annesso intorno al [[121 a.C.]] (e al [[118 a.C.]] risale la fondazione della [[Colonia romana|colonia]] di [[Narbona]] e il nuovo nome della provincia come [[Gallia Narbonense|(Gallia) Narbonense]] (''(Gallia) Narbonensis'').
* [[Gallia Cisalpina]] (''Gallia Cisalpina''): dopo la progressiva conquista del territorio e deduzione di colonie nel corso del [[III secolo a.C.|III]] e [[II secolo a.C.]] la costituzione in provincia dovette avvenire poco dopo il conferimento della cittadinanza agli abitanti dell'Italia peninsulare nel [[90 a.C.]] Nel [[42 a.C.]] la provincia fu abolita e i confini settentrionali dell'Italia vennero portati ufficialmente alle [[Alpi]].
* [[Cirene e Creta]] (''Cyrene et Creta''): nel [[96 a.C.]] [[Tolomeo Apione]], figlio di [[Tolomeo VII]], lasciò il proprio regno di [[Cirenaica]] in eredità allo stato romano e la costituzione in provincia avvenne nel [[74 a.C.]] Nel''us''): nel [[6774 a.C.]] venne[[Nicomede annessaIV]] anchelasciò in eredità allo stato romano il proprio regno di [[CretaBitinia]]; edopo sotto Augusto nella [[27terza a.C.guerra mitridatica]] lee duela provincesconfitta vennerodel riunite.[[Ponto]] [[Gneo Pompeo Magno|P]]
* [[Bitinia e Ponto]] (''Bythinia et Pontus''): nel [[74 a.C.]] [[Nicomede IV]] lasciò in eredità allo stato romano il proprio regno di [[Bitinia]]; dopo la [[terza guerra mitridatica]] e la sconfitta del [[Ponto]] [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] creò la nuova provincia nel [[63 a.C.]]
* [[Cilicia (provincia romana)|Cilicia e Cipro]] (''Cilicia et Cyprus''): secondo alcune opinioni la [[Cilicia (provincia romana)|Cilicia]] era stata già annessa dal [[101 a.C.]]-[[100 a.C.]], ma venne creata probabilmente come provincia solo dopo il [[67 a.C.]] da Pompeo. Dal [[58 a.C.]] vi fu annessa anche l'isola [[Cipro]] in seguito al discusso testamento di [[Tolomeo X|Tolomeo Alessandro]] (morto nell'[[88 a.C.]]). Nel [[36 a.C.]] fu soppressa da [[Marco Antonio]] e ricreata dopo la [[battaglia di Azio]] del [[31 a.C.]] Le due province furono divise sotto Augusto nel [[22 a.C.]]
* [[Siria (provincia romana)|Siria]] (''Syria''): deposto l'ultimo sovrano [[Seleucidi|seleucide]], [[Antioco XIII]], Pompeo creò la nuova provincia nel [[64 a.C.]]
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Le altre province ([[Provincia imperiale|province imperiali]]), che necessitavano per la difesa di uno stabile presidio legionario o che erano di fondamentale importanza per le finanze dello stato, rimasero sotto il diretto controllo dell'imperatore, in forza dell'''[[imperium]] proconsulare maius'' che gli era stato attribuito a vita, consistente nei poteri proconsolari generici, con prevalenza sugli altri proconsoli. Nelle province l'imperatore inviava un proprio rappresentante, il [[legatus Augusti pro praetore]] un ex pretore o un ex console, nominato al di fuori del ''[[cursus honorum]]'' e per un periodo di tempo variabile, secondo la volontà dell'imperatore. Al legato era affiancato un [[procurator Augusti]] preposto alla riscossione tributaria e al pagamento del soldo all'esercito, nonché un [[legatus legionis]] per ogni legione presente sul territorio (qualora ce ne fosse più d'una).
 
Faceva eccezione l'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]], che era governato da un [[Prefetto (storia romana)|prefetto]] di rango equestre (''[[praefectus Alexandreae et Aegypti]]'' come cita la stele di [[Philae]]), direttamente nominato dall'imperatore. Il primo prefetto fu il poeta e ''praefectus fabrum'' di Ottaviano, [[Gaio Cornelio Gallo]]. La scelta fu dettata dal momento in cui il paese nilotico entrò a far parte dell'Impero, momento (30 a.C.) che coincideva con l'apice della guerra civile fra [[Augusto|Ottaviano]] ed [[Marco Antonio]].<ref name="SvetonioAugusto18">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 18}}.</ref> Le ricchezze granarie d'[[Egitto]], uniti ai timori di Ottaviano verso il ceto senatorio, contribuirono a dare all'[[Egitto]] questo originale e rivoluzionario statuto. L'[[Egitto]], pur rimanendo sino a [[Settimio Severo]] e all'istituzione della prefettura di [[Mesopotamia]] l'unica provincia equestre con un acquartieramento legionario, fu il prototipo delle future province procuratorie nate con [[Claudio]]. L'[[Egitto]] fu sempre considerato dai Romani una provincia, e non, come la storiografia ottocentesca voleva, un dominio privatopriv difu in molti casi differente: le province senatorie erano sottoposte allo ''stipendium'', una somma fissa raccolta autonomamente dalle singole città, mentre le province imperiali, in analogia alla situazione ereditata dall'Egitto tolemaico, furono sottoposte ad una rilevazione catastale, con il tributo che ricadeva direttamente sul suolo e sui singoli proprietari, sempre fatte salve le autonomie cittadine. Sui cittadini romani gravano invece le tasse sulle [[AugustoManomissione|manomissioni]]., Questsulle vendite all'ultimaasta teoria,e dettala della''vicesima hereditatum'Personalunion', è(tassa statadi infattisuccessione). definitivamenteProgressivamente superatala negliriscossione studidelle imposte viene sottratta alle società di settore,[[Pubblicano|pubblicani]] e organizzata comedirettamente nelledai operefunzionari enciclopedicheimperiali.
 
ProseguìIn laparticolare tradizionalenelle provin, si sviluppò il culto dell'imperatore vivente e dei suoi familiari, come segno di lealismo, organizzato in forma ufficiale da associazioni di culto prale politica di protezione delle ''elites'' cittadine, sebbene le autonomie delle città si andassero progressivamente riducendo. Le città facevano a gara nell'abbellirsi con opere pubbliche, causando a volte crisi nelle finanze locali: queste comportarono l'invio, prima saltuario e poi permanente di funzionari imperiali con funzioni di controllo e le città si ridussero progressivamente ad organi periferici dell'amministrazione imperiale. In occidente, dove l'organizzazione urbana era più carente, proseguì la creazione di nuove città, in genere centri di un territorio che rispettava la preesistente organizzazione tribale. Le elites cittadine furono progressivamente assimilate, con il conferimento dello ''[[cittadinanza latina|ius Latii]]'' o del titolo di ''[[Municipio (storia romana)|municipium]] civium Romanorum'' e con la creazione di colonie.
Dall'età di [[Claudio]] nacquero le province di rango procuratorio, rette da un [[procurator Augusti]]. Questi territori di nuova acquisizione, anche di grandi estensioni ([[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]), ma con poco se non inesistente tessuto urbano, erano rette da un procuratore di rango equestre, a cui l'imperatore affidava la provincia a tempo indeterminato. Tale funzione è detta nella storiografia moderna, 'procuratela presidiale' al fine di distinguerla dalla 'procuratela finanziaria' che costituiva l'altra funzione che caratterizzava la carriera equestre nell'Alto impero. Queste funzioni comparivano indistintamente nel [[cursus honorum]] di un cavaliere. Il titolo era procurator Augusti. Le province procuratorie non avevano di norma stanziamenti legionari; quando questo accadeva il procuratore riceveva il titolo di [[procurator pro legato]]. L'esercito stanziato in questa categoria di province era costituito solo da [[auxilia]]. Il procuratore presidiale era il massimo responsabile di ogni aspetto del potere di Cesare nella provincia di competenza: amministrazione, difesa, giustizia e, a differenza delle altre categorie di province (senatorie e legatarie), anche tributaria. Al tempo di [[Nerone]] erano province procuratorie: [[Raetia]], [[Noricum]], [[Mauretania Tingitana]], [[Mauretania Caesariensis]], [[Alpes Maritimae]], [[Alpes Cottiae]], [[Alpes Poeninae]], [[Thracia]], [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]], [[Iudaea]], [[Sardegna|Sardinia]].
 
Le province potevano passare, a seconda delle necessità contingenti da senatorie a imperiali o viceversa. L'imperatore manteneva comunque il controllo anche sull'amministrazione delle province senatorie e interveniva spesso nella nomina dei governatori. Il numero e la dimensione delle province subì mutamenti in base alla politica interna romana: le province più grandi o con più legioni (ad esempio la [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]] e la [[Mesia]]) vennero suddivise in province più piccole, allo scopo di evitare che un unico governatore avesse troppo potere nelle sue mani, e fosse tentato di sfruttare il proprio potere per impadronirsi del trono imperiale.
 
Il regime [[Tributo|tributario]] fu in molti casi differente: le province senatorie erano sottoposte allo ''stipendium'', una somma fissa raccolta autonomamente dalle singole città, mentre le province imperiali, in analogia alla situazione ereditata dall'Egitto tolemaico, furono sottoposte ad una rilevazione catastale, con il tributo che ricadeva direttamente sul suolo e sui singoli proprietari, sempre fatte salve le autonomie cittadine. Sui cittadini romani gravano invece le tasse sulle [[Manomissione|manomissioni]], sulle vendite all'asta e la ''vicesima hereditatum'' (tassa di successione). Progressivamente la riscossione delle imposte viene sottratta alle società di [[Pubblicano|pubblicani]] e organizzata direttamente dai funzionari imperiali.
 
In particolare nelle province orientali, eredi dei [[Diadochi|regni ellenistici]], si sviluppò il culto dell'imperatore vivente e dei suoi familiari, come segno di lealismo, organizzato in forma ufficiale da associazioni di culto provinciali. In occidente si diffuse in modo analogo il culto dell'imperatore divinizzato dopo la sua morte, ugualmente organizzato in forma ufficiale dai ''concilia provinciae'' e con appositi [[flamine]] (cariche sacerdotali).
 
Proseguì la tradizionale politica di protezione delle ''elites'' cittadine, sebbene le autonomie delle città si andassero progressivamente riducendo. Le città facevano a gara nell'abbellirsi con opere pubbliche, causando a volte crisi nelle finanze locali: queste comportarono l'invio, prima saltuario e poi permanente di funzionari imperiali con funzioni di controllo e le città si ridussero progressivamente ad organi periferici dell'amministrazione imperiale. In occidente, dove l'organizzazione urbana era più carente, proseguì la creazione di nuove città, in genere centri di un territorio che rispettava la preesistente organizzazione tribale. Le elites cittadine furono progressivamente assimilate, con il conferimento dello ''[[cittadinanza latina|ius Latii]]'' o del titolo di ''[[Municipio (storia romana)|municipium]] civium Romanorum'' e con la creazione di colonie.
 
Nelle province di confine ([[Germania inferiore]] e [[Germania superiore|superiore]], [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia]], [[Mesia]] e [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]]) la romanizzazione si basò sugli stanziamenti delle [[legione romana|legioni]], intorno ai cui accampamenti si crearono insediamenti (''canabae'') che si andavano trasformando in vere e proprie città.
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I confini vennero resi stabili e fissati sui fiumi [[Reno]] (dopo il [[Battaglia della foresta di Teutoburgo|disastro di Varo]]), [[Danubio]] ed [[Eufrate]] (benché poi in parte superato come per la [[Mesopotamia]]) e le successive espansioni furono basate su esigenze difensive di tali confini, mentre le ''enclaves'' ancora formalmente indipendenti vennero progressivamente inserite nell'organizzazione provinciale.
 
L'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]] (''Aegyptus'') era stato lasciato a Roma per testamento dal re [[Tolomeo XI|Tolomeo XI Alessandro]], durantedur, ilerano suoaffidate brevissimoin regnoepoca nell'[[80Repubblica a.C.romana|repubblicana]], maai lagovernatori suadell direttadiversi annessionestati fucuscinetto, ritardata.creati Dopoal lamomento sconfittadella diconquista, [[Cleopatravennero VII|Cleopatra]]progressivamente annessi e [[Marcoorganizzati Antonio]]in nella [[battaglia di Azio]] del [[31 a.C.]]province, l'Egittole divennequa unaVi provinciavenne equestre,<refunito name="SvetonioAugusto18"/>il conregno un prefetto munito didel [[imperiumPonto Polemoniaco]], chedopo agivala comemorte suodell'ultimo rappresentante: ilre [[praefectusPolemone Alexandreae et AegyptiII|Polemone]]., La provincia era costituita nell'aprile del 29 a.C.(iscrizione dinel [[Philae17]]); la costituzione formale, tuttavia,dopo risale senza dubbio al 30 a.C.la
 
Le operazioni di guerra contro le popolazioni [[illiri]]che, erano affidate in epoca [[Repubblica romana|repubblicana]] ai governatori della [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] o della [[Gallia Cisalpina]] e la provincia dell'[[Illiricum|Illirico]] (''Illyricum'') venne creata solo nell'ambito della riforma [[Augusto|augustea]]. Inizialmente provincia senatoria, fu passata a provincia imperiale nell'[[11 a.C.]] La regione venne definitivamente sottomessa nel [[9]] d.C. da [[Tiberio]] e la provincia fu progressivamente suddivisa, prima con la creazione della [[Mesia]], e quindi con la suddivisione in Illirico superiore (poi [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia]], ''Dalmatia'') e inferiore (poi [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]] (''Pannonia''), a sua volta più tardi suddivisa in Pannonia superiore e inferiore). La Mesia conservò fino alla conquista della [[Dacia (regione storica)|Dacia]] sotto [[Traiano]] il carattere di terra di occupazione militare a difesa dei confini.
 
La [[Tracia (provincia romana)|Tracia]], monarchia formalmente indipendente sotto gli [[Odrisi]] venne istituita come provincia procuratoria sotto [[Claudio]] nel [[44]]-[[46]] e vi fu annesso il [[Chersoneso Tracico]], distaccato dalla [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]].
 
In [[Asia Minore]] diversi stati cuscinetto, creati al momento della conquista, vennero progressivamente annessi e organizzati in province, le quali subirono nel tempo diverse variazioni di confine, riunioni e separazioni: la [[Galazia]] (''Galatia''), venne annessa nel [[25 a.C.]], alla morte del re [[Aminta di Galazia|Aminta]]. Vi venne unito il regno del [[Ponto Polemoniaco]], dopo la morte dell'ultimo re [[Polemone II]] e la [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]], nel [[17]], dopo la deposizione del re [[Archelao di Cappadocia|Archelao]], più tardi nuovamente distaccata come provincia autonoma. Sempre sotto Claudio, nel [[43]], perse la sua indipendenza anche la [[Licia (provincia romana)|Licia]], unita alla [[Panfilia]] (staccata dalla Galazia) nella nuova provincia di [[Licia e Panfilia]].
 
[[Erode il Grande]] governò la [[Palestina]] come re a partire dal [[37 a.C.]]: alla sua morte nel [[4 a.C.]] il regno venne diviso tra i tre figli e nel [[6]] venne creata la prefettura di [[Iudaea]], non una provincia autonoma, ma un distretto sottoposto all'autorità del legato di Siria. Il titolo di Ponzio Pilato (e degli altri reggenti romani della regione) era [[praefectus]] e non, come erroneamente riportato da Tacito, procurator (iscrizione di [[Cesarea marittima]]). Tra il [[38]] e il [[41]] [[Erode Agrippa I]], un nipote del primo Erode, ottenne il titolo di re e acquisì progressivamente i territori del regno, compresa la prefettura di Giudea. Alla sua morte nel [[44]] l'intero regno fu trasformato definitivamente in provincia autonoma, retta da un [[procurator Augusti]]. Dopo la ribellione del [[66]]-[[73]], con la distruzione di [[Gerusalemme]], il governatore fu un legato imperiale. Un'altra rivolta ebraica si diffuse nelle diverse regioni dell'impero tra il [[114]] e il [[117]] e un'altra grande rivolta guidata da [[Bar Kokhba]] nel [[132]]-[[136]] in seguito alla fondazione della ''Colonia Iulia Aelia Capitolina'' sul sito di Gerusalemme.
 
Le regioni montuose della [[Spagna]] settentrionale furono definitivamente sottomesse tra il [[27 a.C.|27]] e il [[25 a.C.]] ([[Asturia]] e [[Galizia (Spagna)|Galizia]]) e il territorio venne riorganizzato: alle [[Province ispaniche repubblicane|province repubblicane]] si sostituirono tre nuove province, ovvero [[Betica]], [[Tarraconense]] e [[Lusitania (provincia romana)|Lusitania]]. Tra il 27 e il [[16 a.C.]] vennero inoltre riorganizzati i territori conquistati da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] nelle [[Gallia|Gallie]]: alla Gallia Transalpina, ora Gallia Narbonense (''Gallia Narbonensis'') si aggiunsero le ''Tres Galliae'': l'[[Gallia Aquitania|Aquitania]] (''Aquitania''), la [[Gallia Belgica]] (''Gallia Belgica'') e la [[Gallia Lugdunense]] (''Gallia Lugdunensis'').
 
L'annessione dei territori delle [[Alpi]] proseguiva la politica repubblicana a difesa dell'[[Italia]]: il [[Norico]] (''Noricum'') venne conquistato, sembra in modo pacifico, nel [[16 a.C.]] e inizialmente si conservò formalmente la monarchia locale nella capitale, l'''[[oppidum]]'' di ''Noreia''. La [[provincia]] procuratoria del [[Norico]] fu creata da [[Claudio]]. La [[Rezia]] (''Raetia'') fu pacificata a partire [[15 a.C.]], mediante due spedizioni condotte da [[Druso Maggiore|Druso]] e da [[Tiberio]]. La provincia procuratoria di [[Raetia]] venne creata anch'essa da Claudio. Inizialmente comprendeva anche le [[Alpi Pennine]] (''Vallis Poenina'' o ''Alpes Poeninae''), al più tardi staccatasi e riunitisi con le vicine [[Alpes Aterctianae]] (Graiae) con [[Settimio Severo]]. Le [[province alpine|Alpi Marittime]] (''Alpes Maritimae'') e le [[Alpes Cottiae]] furono organizzate in province solo con Nerone per assicurare le comunicazioni con la [[Gallia]] attraverso i passi alpini e il controllo del ''portorium'', il diritto per il passaggio: il [[trofeo di La Turbie]], che celebra le vittorie contro le tribù alpine, elenca le genti sconfitte nei due distretti. Il [[regno dei Cozii]] di [[Marco Giulio Cozio|Cozio]], che si era sottomesso pacificamente ai Romani, si mantenne infatti sino a [[Nerone]], sotto la denominazione di prefettura.
 
[[File:Senatorial and Imperial provinces in 120 AD.png|thumb|left|upright=1.5|[[provincia senatoria|Province senatorie]] ed [[provincia imperiale|imperiali]] nel [[120]], sotto [[Adriano]] dopo l'annessione della [[Dacia (provincia romana)|Dacia]].]]
 
La creazione delle due province germaniche ([[Germania superiore]], o ''Germania superior'', e [[Germania inferiore]], o ''Germania inferior'') fu determinata dal fallimento dell'intenzione di [[Augusto|augustea]] di portare il confine fino al [[Elba (fiume)|fiume Elba]], evidenziata dalla [[Battaglia della foresta di Teutoburgo|disfatta di Varo]]. Gli ''[[Agri Decumates]]'', oltre il [[Reno]] vennero annessi abbastanza pacificamente da [[Domiziano]] alla Germania superiore nell'[[83]]. Le due province furono essenzialmente territori di occupazione militare a difesa dei confini.
 
La [[Dacia (provincia romana)|Dacia]] venne conquistata nel corso di [[Conquista della Dacia|due campagne militari]] condotte da [[Traiano]] contro il re [[Decebalo]] ([[101]]-[[102]] e [[105]]. La creazione delle province procuratorie della Dacia, avvenne durante il principato di [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]]: la [[Dacia (provincia romana)|Dacia Inferior]], istituita in un tempo successivo al 120 rimase procuratoria fino al 169 (negli ultimi anni chiamata [[Dacia (provincia romana)|Malvensis]]), mentre la [[Dacia (provincia romana)|Dacia Porolissensis]] fu elevata a provincia nel 119-123 e rimase tale fino al 168, quando assieme all'altra provincia sorella della [[Dacia (provincia romana)|Dacia Inferior]], fu ridotta semplice distretto finanziario sotto il comando del legato della [[Dacia (provincia romana)|Dacia superior]], nel frattempo diventato legato delle tre Dacie.
 
Dopo un primo velleitario tentativo sotto [[Caligola]], la [[Britannia]] venne annessa sotto [[Claudio]] nel [[43]], probabilmente per controllare un territorio che poteva rappresentare un pericolo per le province galliche.
 
[[File:Senatorial and Imperial provinces in 210 AD.png|thumb|upright=1.5|[[provincia senatoria|Province senatorie]] ed [[provincia imperiale|imperiali]] nel [[210]], sotto [[Settimio Severo]] con l'annessione della [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]].]]
 
Il regno di [[Mauretania]] venne acquisito sotto [[Caligola]], che ne fece uccidire nel [[40]] l'ultimo re [[Tolomeo di Mauretania|Tolomeo]]. Claudio ne organizzò i territori nelle due province imperiali, rette da procuratori, della [[Mauretania Caesariensis]] e della [[Mauretania Tingitana]].
 
La provincia di [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]]. Venne fondata nel [[115]] a seguito della campagna contro i [[Parti]] di [[Traiano]]: il territorio conquistato venne diviso in province, e la Mesopotamia venne istituita facendovi rientrare il territorio della moderna [[Siria]] a oriente dell'[[Eufrate]] e quello dell'[[Iraq]] settentrionale. Il primo governatore fu [[Decimo Terenzio Scauriano]].<ref>{{AE|1974|589}}.</ref>. Fu abbandonata da [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] soli due anni più tardi nel [[117]].
 
La Mesopotamia settentrionale tornò di nuovo sotto il controllo romano in seguito alle campagne partiche di [[Lucio Vero]] del [[163]]-[[166]], almeno fino al regno di [[Commodo]]. Perduta nuovamente attorno al [[192]], fu riconquistata da [[Settimio Severo]] nel [[197]] e posta sotto il governo di un prefetto di rango equestre, il [[Praefectus Mesopotamiae]], creato sul modello del [[prefetto d'Egitto]]. Nella provincia furono dislocate due legioni appena formate: la [[legio I Parthica|I ''Parthica'']] e la [[legio III Parthica|III ''Parthica'']].
 
V
Vi fu anche un tentativo di [[occupazione romana della Germania sotto Marco Aurelio|occupazione della Germania Magna nella sua parte meridionale]] (''[[Marcomannia]]'') e della ''[[Sarmatia]]'' da parte di [[Marco Aurelio]] durante gli anni delle [[guerre marcomanniche]] (attorno al [[179]]-[[180]]) che svanì con l'abbandono dei territori a nord del [[limes danubiano|Danubio]] sotto il figlio [[Commodo]].<ref>[[Historia Augusta]], ''Vita di Marco Aurelio'', 24.5.</ref>
 
=== L'Italia ===
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** Cottiae: II distretti (Segusio, Eburodunum)
** Graiae et Poeninae: III distretti (Medullia/Forum Iulii, Ceutronia/Axima, Poeninae/Drusomagus)
* Raetia et Vindelicia (Augusta Vindelicorum)Vindelicoru
* Noricum (Virunum), con i distretti Superior (Lauriacum) e Inferior (Vindobona)senatoria e temporaneame
* Pannonia o Inferius Illyricum poi distinta in
** Inferior (Aquincum)
** Superior (Carnuntum)
* Noricum (Virunum), con i distretti Superior (Lauriacum) e Inferior (Vindobona)
* Moesia
** Superior (Naissus)
** Inferior (Oescus)
* Macedonia: provincia senatoria e temporaneamente imperiale (Thessalonica) costituita da IV confederazioni tribali; dal 148 è unita all'Achaia
 
== Le riforme di Diocleziano ==
[[File:Prima tetrarchia Diocletianus.PNG|thumb|upright=1.4|La nuova divisione territoriale del [[Tetrarchia di Diocleziano|sistema tetrarchico]], promossa da [[Diocleziano]] ([[300]] ca.).]]
{{Vedi anche|Tetrarchia di Diocleziano|Diocesi (storia romana)}}
L'imperatore [[Diocleziano]] decise di intraprendere una r. Negli anni 290, Diocleziano suddivise l'Impero in almeno un centinaio di province, e la stessa Italia fu suddivisa in province. Le province vennero a loro volta raggruppate in (originariamente d (alcune diocesi, peraltro, potevano essere governate direttamente dal prefetto del pretorio).
L'imperatore [[Diocleziano]] decise di intraprendere una riforma radicale dell'impero nota come [[Tetrarchia di Diocleziano|Tetrarchia]] (284-305); egli divise l'impero in quattro parti, ognuna difesa e amministrata da un ''[[Augusto (titolo)|Augusto]]'' o da un ''[[Cesare (titolo)|Cesare]]'' (che era subordinato agli Augusti). Alla morte o all'abdicazione dei due Augusti, i due Cesari diventavano Augusti e designavano altri due Cesari. Negli anni 290, Diocleziano suddivise l'Impero in almeno un centinaio di province, e la stessa Italia fu suddivisa in province. Le province vennero a loro volta raggruppate in (originariamente dodici) [[Diocesi (storia romana)|diocesi]], ognuna governata da un ''agens vices praefectorum praetorio'' o semplicemente ''[[vicario]]'' (''vicarius''), sottoposto al [[prefetto del pretorio]] (alcune diocesi, peraltro, potevano essere governate direttamente dal prefetto del pretorio).<ref name=Jones373>{{cita|Jones|Vol. I, p. 373.}}</ref> Il vicario controllava i [[governatore provinciale romano|governatori]] delle province (variamente denominati: ''consulares'', ''correctores'', ''praesides'') e giudicava in appello le cause già decise in primo grado dai medesimi (le parti potevano scegliere se appellarsi al vicario o al prefetto del pretorio).<ref name=Jones374>{{cita|Jones|Vol. I, p. 374.}}</ref> Si sottraevano dalla giurisdizione del vicario le province governate da [[proconsole|proconsoli]] e le città di Roma e di Costantinopoli, governate da un ''[[praefectus urbi]]''.<ref>{{Cita|Jones|Vol. I, p. 375.}}</ref> I vicari non avevano poteri militari, infatti le truppe stanziate nella diocesi erano sotto il comando di un ''comes rei militaris'', che dipendeva direttamente dal ''[[magister militum]]'' e aveva alle sue dipendenze i ''[[duce (storia romana)|duces]]'' ai quali era affidato il comando militare nelle singole province.
 
Qui sotto trovi la prima riorganizzazione voluta da [[Diocleziano]] con la ''[[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchia]]'', divisa in 12 diocesi, di cui 6 in [[Impero romano d'Occidente|Occidente]] e 6 in [[impero romano d'Oriente|Oriente]].<ref>T.Cornell & J.Matthews, ''Atlante del mondo romano'', Novara 1984, pp. 172-173.</ref>
{| border="2" cellpadding="4" cellspacing="0" style="margin: 1em 1em 1em 0; border: 1px #aaa solid; border-collapse: collapse; font-size: 95%;"
|-
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|| [[Britannia (diocesi)|Diocesi di Britannia]] || [[Maxima Caesariensis]], [[Britannia Prima|Britannia I]], [[Britannia Secunda|Britannia II]], [[Flavia Caesariensis]], [[Valentia (provincia romana)|Valentia]]
|}
 
== Occidente ed Oriente ormai divisi: 395 d.C. ==
{{Vedi anche|Impero romano d'Occidente|Impero romano d'Oriente}}
 
Anche se l'[[Caduta dell'Impero romano d'Occidente|Impero d'Occidente cadde]] nel 476 a causa delle [[invasioni barbariche del V secolo|invasioni barbariche]], le province non furono abolite da [[Vandali]], [[Visigoti]] e [[Ostrogoti]], anche se furono i soli [[Ostrogoti]] (come già aveva fatto in precedenza [[Odoacre]]) a mantenere [[diocesi (impero romano)|diocesi]] e [[prefetto del pretorio|prefetture del pretorio]].<ref>{{cita|Jones|Vol. I, pp. 253-261.}}</ref> Nel frattempo nell'Impero d'Oriente, anche noto come [[Impero bizantino]] (da [[Bisanzio]], la capitale dell'Impero), questa suddivisione amministrativa venne gradualmente cambiata. [[Giustiniano I]] fece alcune importanti riforme nel 534-536 abolendo, in alcune province, la stretta separazione tra autorità civile e militare e sopprimendo diverse diocesi, ritenendole ormai inutili a livello amministrativo. Altre riforme importanti vennero fatte dai successori di Giustiniano, come ad esempio l'istituzione degli [[Esarca]]ti negli anni 580 in [[Esarcato d'Italia|Italia]] e in [[Esarcato d'Africa|Africa]], e negli anni 640 le prefetture e le diocesi vennero addirittura abolite e sostituite dai [[thema]]ta, circoscrizioni militari difese da soldati-contadini locali. Queste riforme portarono all'unione dei poteri civili e militari nelle mani di un'unica persona, l'esarca negli esarcati in Occidente e lo ''strategos'' nei ''themata''. L'istituzione dei ''themata'' (o ''temi''), pur provocando la graduale scomparsa delle prefetture dell'Oriente e dell'Illirico<ref>{{cita|Ostrogorsky|p. 89.}} A p. 115, l'Ostrogorsky afferma che, pur non venendo mai abolita ufficialmente, la prefettura dell'Illirico andò gradualmente scomparendo, e verso la fine del VII secolo il prefetto d'Illirico diventò ''prefetto di Tessalonica'' in quanto la prefettura si era ridotta ai dintorni di Tessalonica. La prefettura d'Oriente venne invece abolita prima, l'ultima menzione certa di un prefetto d'Oriente risale al 629.</ref>, non portò subito all'abolizione delle province: infatti le vecchie province continuarono a esistere all'interno dei temi fino al IX secolo<ref>{{cita|Ostrogorsky|p. 221.}} «Dal momento che i temi del IX secolo erano poco più grandi delle vecchie province, il proconsolato dei temi si fuse con il governo delle province. Nella seconda metà del IX secolo venne abolito anche l'ufficio di proconsole del tema e con ciò scomparve l'ultimo residuo dell'ordinamento dioclezianeo-costantiniano.»</ref>, amministrate dal proconsole del tema.<ref>{{cita|Ostrogorsky|p. 88.}}</ref>
 
== Note ==