Appercezione: differenze tra le versioni

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[[File:Descartes; A Treatise on the formation of the foetus Wellcome L0017416.jpg|upright=0.9|thumb|Raffigurazione del modo in cui, secondo [[Cartesio]], lo spirito prende coscienza delle percezioni sensorie tramite la [[ghiandola pineale]]<ref>Illustrazione dal ''[http://gutenberg.beic.it/view/action/nmets.do?DOCCHOICE=1273772.xml&dvs=1539531364123~978&locale=it_IT&search_terms=DTL3&show_metadata=true&adjacency=&VIEWER_URL=/view/action/nmets.do?&DELIVERY_RULE_ID=7&divType=&usePid1=true&usePid2=true Tractatus De Homine]'' (1692).</ref>]]
Il termine '''appercezione''' sta a indicare una forma particolare di [[percezione (filosofia)|percezione]] mentale, che si distingue per chiarezza e consapevolezza di sé. Fu introdotto dal filosofo [[Leibniz]] per definire la "percezione della percezione", ossia la percezione ''massima'' perché situata al più alto livello di [[autocoscienza]].<ref name=treccani>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/appercezione_%28Enciclopedia-Italiana%29/|autore=[[Pantaleo Carabellese]]|titolo=Appercezione|anno=1929}}</ref> In [[Immanuel Kant|Kant]] è nota altrimenti come "''Io penso''".<ref name=treccani/>