Codice (filologia): differenze tra le versioni

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L'origine del nome deriva dal [[lingua latina|latino]] ''caudex'' "tronco d'albero", poi [[Monottongo|monottongato]] in ''codex'' e riferito all'uso antico di scrivere [[testo|testi]] su tavolette di [[legno]] ricoperte di [[cera]], che venivano unite insieme da anelli metallici o da una striscia di cuoio. Nel corso del tempo il termine ''codex'' andò a indicare l'unione di un insieme di tavolette, fino a indicare un insieme di fogli cuciti e rilegati. A differenza del ''codex'', un ''[[volumen]]'' era costituito da fogli avvolti a rotolo.
 
In [[ecdotica]] il termine può essere usato anche come sinonimo di ''[[Testimone (filologia)|'testimone]]''', cioè di un manoscritto che [[Tradizione (filologia)|tramandi]] un dato [[testo]].
 
== Storia ==
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# ''acefalo'': se è mutilo dell'inizio;
# ''[[opistografo]]'': che presenta due testi diversi sul ''recto'' e sul ''verso'';
# ''descriptus'': copia di un codice già conservato, e quindi di importanza nulla per la ''[[Metodo di Lachmann#Recensio|recensio]]''.<ref>Nel caso in cui alcuni codici vengano dichiarati ''descripti'', si procede alla ''eliminatio codicum descriptorum'', l'eliminazione dei codici in quanto inutile alla [[Metodo di Lachmann#Recensio|''recensio]]''.</ref>
 
In filologia il codice "attendibile" non viene sempre identificato con il più antico; vige infatti il principio riassunto nel detto ''recentiores non deteriores'' ("i codici più recenti non sono necessariamente peggiori"): un testimone "A" più recente potrebbe essere copia diretta di un codice perduto molto antico e dunque potrebbe essere più attendibile di un testimone "B", meno recente di "A", ma con troppe contaminazioni o copiato da uno molto antico con più passaggi intermedi.
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* [[Codicologia]]
* [[Manoscritto]]
*[[Metodo di Lachmann]]
*[[Giorgio Pasquali]]
 
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