Crisi energetica del 1979: differenze tra le versioni

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La prima vera e propria crisi energetica [[Crisi energetica (1973)|si ebbe nel 1973]] a causa dell'improvvisa e inaspettata interruzione del flusso dell'approvvigionamento di petrolio in seguito alla [[guerra del Kippur]].
Il secondo shock petrolifero, invece, fu provocato dalla [[Rivoluzione iraniana|rivoluzione islamica]] in [[Iran]] (si afferma il regime fondamentalista sciita) e dalla [[Guerra Iran-Iraq|guerra]] tra lo stesso Iran e l'[[Iraq]] di [[Saddam Hussein]] del 1980.
In Iran nel 1979 il governo filo-occidentale dello scià [[Mohammad Reza Pahlavi]] era stato rovesciato da una rivoluzione che aveva instaurato una [[teocrazia]] [[Sciismo|sciita]]. L'Iraq invece si reggeva all'epoca su un delicato equilibrio tra la minoranza [[Sunnismo|sunnita]], di cui faceva parte lo stesso Saddam Hussein, e la maggioranza sciita. Per Saddam Hussein la situazione era diventata delicata e pericolosa: un Iran governato dal [[clero]] sciita poteva rappresentare un richiamo per la maggioranza degli sciiti iracheni, spingendoli a compiere una rivoluzione simile a quella che aveva rovesciato lo [[scià]]. Con un attacco preventivo Saddam Hussein sperava di destabilizzare il nuovo regime iraniano, rendendo più sicuri i suoi confini e trasformando l'Iraq nella potenza egemone del [[Medio Oriente]].
Nei primi mesi del 1979, lo Shah dell'Iran, Mohammad Reza Pahlavi, si allontanò dal suo paese a seguito del fatto che il settore petrolifero urbano rimase turbato dalle proteste di massa: la produzione si ridusse enormemente e le esportazioni furono sospese<ref name="aspoitalia.it">http://www.aspoitalia.it/documenti/carpanelli/html/colpo.htm, Un duro colpo, Paul Krugman, "New York Times, 14/05/2004</ref>. Una volta riprese le esportazioni, vennero riprese dal nuovo regime: ci fu un aumento della produzione per compensare il declino e si verifericò una perdita di produzione globale del 4% circa.
Lo shock fu grave, ma breve: il greggio salì a 80 dollari al barile<ref name="ReferenceA">Barry Commoner, La povertà di potere, Garzanti Editore, 1976</ref>, equivalenti a circa 100 dollari di oggi (2015), creando gravi difficoltà di approvvigionamento energetico. Seguì un lungo periodo di contro-shock, caratterizzato da una lenta crescita della domanda mondiale, un costante aumento dell'offerta e l'ingresso di nuovi fattori non-[[Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio|OPEC]] sul mercato.
Tra i fattori chiave, vi fu la rivoluzione tecnologica che aumentò l'efficienza energetica (e in particolare quella petrolifera) delle economie occidentali:
* riduzione dei costi del greggio;
* possibilità di sfruttamento dei giacimenti un tempo non economici e non raggiungibili;
* effetti sulla [[geopolitica]] (i paesi industrializzati scoprono di essere fortemente dipendenti dai paesi arabi a causa del proprio [[fabbisognoFabbisogno energetico (elettrico)umano|fabbisogno energetico]]);
* effetti sulla ricerca tecnologica, macchinari più efficienti "energy-saver" e nella ricerca di nuove riserve di petrolio, gas e carbone<ref name="ReferenceA"/>;
* effetti sulla ricerca scientifica, nuove [[fonti di energia]] e le attuali energie alternative ([[Energia solare|solare]], [[Impianto fotovoltaico|fotovoltaico]], [[Energia eolica|eolico]], [[Energia geotermica|geotermico]], [[Energia idroelettrica|idroelettrico]], [[Energia nucleare|nucleare]])<ref name="ReferenceA"/>;
 
[[File:Gascoupon.png|left|200px| miniatura | Buoni benzina stampati per uso di emergenza (ma mai utilizzati) durante la crisi energetica del 1979]]
Le riserve di petrolio erano ben lontane dall'essere garantite: l'[[embargo]] imposto dall'[[Arabia Saudita]] del 1973 e dagli altri produttori del Medio Oriente, provocò un forte incremento del prezzo della [[benzina]], dell'[[olio combustibile]], del [[propano]] e di innumerevoli [[Composto chimico|prodotti chimici]]<ref name="ReferenceA"/>.
 
Sulla costa orientale degli USA, la benzina divenne così difficile da trovare che gli automobilisti passarono ore in lunghe file, attendendo di poter acquistare il rifornimento per pochi giorni.
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Improvvisamente i problemi energetici divennero problemi di [[inflazione]] (che tra il 1972 e il 1980 ha eroso 116 mila miliardi di risparmio delle famiglie) e di [[disoccupazione]]: l'energia divenne la principale responsabile del deterioramento della crisi economica degli anni settanta<ref name="aspoitalia.it"/>
A tirare sono le esportazioni a fronte di un rallentamento della domanda interna e di una ripresa della domanda mondiale<ref name="aspoitalia.it"/>. Il buio delle città, per la seconda volta in dieci anni, dopo la prima crisi del 1973, faceva luce sulla forte dipendenza delle importazioni di petrolio. Serviva un ''piano energetico'' di lungo periodo che conferisse all'Occidente'' una maggiore autonomia energetica.
Europa Occidentale e Stati Uniti iniziarono ad interrogarsi sulle possibili soluzioni e il [[risparmio energetico]] fu una delle principali risposte alla crisi. Sarà proprio il risparmio energetico, insieme al picco dello ''sviluppo nucleare'', a permettere ai Paesi Occidentali di scalfire nella seconda metà degli anni Ottanta, il cartello [[Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio|OPEC]] e di far crollare il prezzo del petrolio ai valori confrontabili con quelli della crisi del ''1973'', quando si assistette ad un aumento definito politicamente, poiché gli emiri arabi che investivano abitualmente nelle borse occidentali, non furono interessati a cambiamenti dell'economia occidentale. *(<ref name="ReferenceA"/>)
L'obiettivo dell'Italia era quello di mantenere competitive le esportazioni, ma non come nel 1973-74. Infatti l'Italia, che nel 1973 aveva deciso di rendere fluttuante la Lira, nel 1979, entrò a far parte del [[Sistema monetario europeo|Sistema Monetario Europeo]], varato l'anno precedente.
Dal punto di vista politico e sociale si assistette in quegli anni alla radicalizzazione delle lotte sindacali, a una accentuata instabilità dei governi, alla recrudescenza del terrorismo. I radicali cambiamenti che interessarono l'Italia in quegli anni trovarono ampio spazio nel dibattito che si svolse tra gli economisti, il quale per varietà, articolazione e divergenze di vedute, rappresentò uno specchio delle divisioni sociali, politiche, ideali e ideologiche che attraversarono l'Italia di quegli anni.
 
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== Conclusione ==
 
La crisi energetica del 1979 si concluse solo all'inizio degli [[Anni 1980|anni ottanta]] con il tranquillizzarsi dello scenario [[Medio Oriente|mediorientale]] e la messa in produzione di nuovi giacimenti petroliferi scoperti e sviluppati nel territorio di nazioni non appartenenti all'[[OPEC]], individuati soprattutto nel [[Mare del nord|Mare del Nord]] e in [[Alaska]], e divenuti economicamente sfruttabili a seguito dell'incremento del prezzo del petrolio mediorientale<ref>http://www.aspoitalia.it/documenti/difazio/RELTOR2S.html, Le grandi crisi ambientali globali: un sistema di agonia, il rischio di guerra, Alberto di Fazio</ref>.
 
Possiamo quindi dire che gli anni Settanta sono trascorsi, per il mondo intero, sotto il segno di una forte crisi economica, la cui mancata soluzione secondo i tradizionali [[Stagflazione#Le politiche espansive degli anni settanta|canoni keynesiani]] incise pesantemente anche sul versante politico. Alla crisi delle illusioni derivanti da un'acritica fiducia nel progresso tecnologico e scientifico, si accompagnò, nel [[anniAnni Ottanta1980|decennio successivo]], il crollo di molte di quelle convinzioni politico-ideologiche, ispirate al [[marxismo|Marx]], che avevano alimentato i movimenti sorti nel [[Sessantotto]].
La crisi economica, da un lato, la crisi ideologica, dall'altro, hanno indotto un fenomeno generalizzato e diffuso, soprattutto a livello giovanile, di diffidenza e di sospetto nei confronti di qualunque visione politico-ideologica generale, di qualunque progetto globale di trasformazione della realtà sociale.
 
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== Monografie ==
* Barry Commoner, ''La povertà di potere'', [[Garzanti|Garzanti Editore]], [[1976]]
 
== Voci correlate ==