La Valchiria: differenze tra le versioni

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→‎Atto Primo: Aggiunti alcuni versi dall'opera originale per rendere più comprensibile il testo
→‎Atto secondo: Riscritto il riassunto della scena 1 perché presentava imprecisioni ed era in generale poco chiaro
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===Atto secondo===
'''Scena 1.''' Il preludio costituisce una potente pagina musicale. I temi della spada e della fuga irrompono fortissimi sovrastati dal celebre tema della [[Cavalcata delle Valchirie]]. Sulla cima di una montagna, Wotan incita Brunnhilde a proteggere Siegmund nel duello venturo. Brunnhilde è là su che mi chiamò a vendetta…”''
 
La valchiria si allontana vedendo sopraggiungere incollerita Fricka, moglie di Wotan e dea protettrice del matrimonio. A lei Hunding si è rivolto per avere protezione nello scontro, vendicare l'oltraggio subìto e per castigare l'incestuosa unione. Il dio è accusato dalla dea di aver a sua volta generato Siegmund in uno dei suo ennesimi tradimenti e di volerla ora umiliare favorendo l'uomo nonostante abbia violato le leggi divine unendosi alla sorella. Wotan ribatte con una delle frasi più significative tra quelle scritte da Wagner:
È chiaro il motivo della polemica. Fricka chiede spiegazioni al marito, lui stesso custode delle Sacre Rune, le leggi su cui si fonda l'esistenza del mondo. Wotan si appella all'amore:
 
''“Li congiunse la primavera. Dovrei punire la forza dell'amore?”''
 
Ma Fricka lo assale con una serie di rimproveri e gelosie, accusandolo di spezzare vincoli che non possono essere spezzati. Le nozze di Hunding sono state tradite, Fricka stessa è stata tradita generando una coppia di mortali incestuosi. Niente è possibile contro la legge dell'ordine e delle convenzioni sociali. Wotan ribatte con una delle frasi più significative tra quelle scritte da Wagner:
 
''“Solo la tradizione riesci a comprendere, ma il mio pensiero mira a tutto ciò che ancora non è avvenuto.”''
 
D'altronde Fricka gli fa notare che il figlio non è il "libero eroe" di cui il dio ha bisogno in quanto è stato allevato da Wotan stesso.
L'idea è la seguente: necessita un uomo libero dalla legge per compiere l'azione necessaria. Ma questa è pura utopia. Non fu forse Wotan ad allevare Siegmund? Non fu forse lui a guidarlo di nascosto fino alla spada? La spada magica, dunque, gli venga tolta.
 
''“La spada?!”'' grida Wotan con terrore. Mentre il tema dell'angoscia comincia a serpeggiare nell'orchestra, Wotan si ritrova succube di se stesso. Sprofondato nel silenzio non può che subire le ragioni di Fricka, che gli mostra le Sacre Rune incise sulla sua lancia.
 
''“Derisi dagli uomini noi Dei saremmo perduti e Siegmund toccò a me quale schiavo! Ricevo da te il giuramento?”''
 
Alla fine egli a malincuore giura di non proteggere l'uomo e richiama a sé Brunnhilde per dirle di fare lo stesso.
Wotan giura a malincuore.
 
'''Scena 2.''' Mentre Fricka si allontana, Brunnhilde è vicina al padre. Inizia una nuova lunghissima scena, durante la quale Wotan si confida alla figlia parlando a se stesso. Cantando a mezza voce, come ad evocare l'angoscia infinita di un'anima, ha luogo il racconto degli eventi passati, ossia l'antefatto della ''Valchiria''. È il nulla cosmico che si fa tragica realtà, è il desiderio della fine che irrompe nel travaglio interiore di Wotan.<br />“Desiderare la fine e compierla noi stessi”, è ciò che Wagner scrisse in una lettera del 1854, pochi mesi prima di aver letto [[Il mondo come volontà e rappresentazione]] di [[Arthur Schopenhauer]]. In esso, il musicista trovò la conferma della sua stessa concezione drammatica.