Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise: differenze tra le versioni

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Nel 1969 [[Franco Tassi]] venne nominato direttore dell'ente parco nazionale d'Abruzzo.<ref>{{cita web|url=http://www.comitatoparchi.it/|titolo=Comitato Parchi Nazionali Italiani e Riserve Analoghe (in "Natura Protetta")|accesso=13 giugno 2017}}</ref> L'amministrazione iniziò il suo mandato mostrandosi sin da subito decisamente contraria all'ondata di lottizzazioni che si ripresentava nei comuni più importanti. Nel 1970 venne istituita la "zona di protezione esterna", che ricalca in buona parte i confini del primo grande parco proposto da [[Erminio Sipari|Sipari]] e dalla ''Pro Montibus et Sylvis''.
 
Nel 1976 il terzo grande ampliamento del parco al massiccio del [[monte Marsicano]] scongiurò la realizzazione di un grande sistema di piste da sci tra [[Pescasseroli]] e [[Bisegna]] sul modello della vicina [[Roccaraso]]. Sono gli anni del grande successo del parco, il ripensamento dei precedenti disegni di sviluppo si concretizzò nell'accoglienza selettiva del turismo [[ecologia|ecologista]] e [[ambientalismo|ambientalista]], in contrasto con gli afflussi di massa. Per la prima volta in [[Italia]] fu lanciato quel nuovo modello economico ambientale che trova il suo riferimento nello sviluppo economico di [[Civitella Alfedena]].
 
Il 10 gennaio 1990 con il decreto del presidente della Repubblica [[Francesco Cossiga]] i comuni di [[Pizzone]], [[Castel San Vincenzo]], [[Rocchetta a Volturno]], [[Filignano]] e [[Scapoli]] concedono parte del proprio territorio comunale ai vincoli della riserva per un totale di {{formatnum:4000}}