Plinio il Vecchio: differenze tra le versioni

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Plinio fu un uomo caratterizzato da un'insaziabile curiosità e scrisse molte opere, ma tutta la sua vasta produzione è ad oggi perduta, tranne per pochi frammenti.<ref name="PIV"/> Tra queste opere si ricordano: il ''De iaculatione equestri'', una biografia in due libri del poeta tragico [[Publio Pomponio Secondo]], di cui era devoto amico; una storia, il ''Bellorum Germaniae libri XX''; gli ''Studious'', manuale in tre libri sulla formazione dell'oratore; i ''Dubii sermonis libri VIII'', su questioni grammaticali; e gli ''AfineA fine Aufidii Bassi'', 31 libri sulla storia dell'Impero dal periodo in cui si interrompeva la storia di [[Aufidio Basso]].<ref name="PIV"/>
 
L'unica opera pervenutaci è il suo capolavoro, la ''[[Naturalis historia]]'';<ref name="PIV"/><ref name="PIV2"/> una vasta [[enciclopedia]] in 37 volumi che tratta di [[geografia]], [[antropologia]], [[zoologia]], [[botanica]], [[medicina]], [[mineralogia]], [[lavorazione dei metalli]] e [[storia dell'arte]].<ref name="PIV"/><ref name="PIV2"/> L'opera enciclopedica è il risultato di un'enorme mole di lavoro di preparazione condotto su oltre 2000 volumi di più di 500 autori. <ref name="PIV"/> Tale opera, letta e studiata nei secoli successivi, specialmente nel [[Medioevo]] e nel [[Rinascimento]], rappresenta oggi un documento fondamentale delle conoscenze scientifiche dell'antichità.<ref name="PIV"/>