Storia del Partito Comunista Italiano (1921-1944): differenze tra le versioni

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Nello stesso tempo ripresero forza numerosi piccoli gruppi che, spesso con linea politica autonoma<ref>Si veda la storia dei partigiani di [[Bandiera Rossa (movimento)|Bandiera Rossa]].</ref>, continuavano dall'interno del paese la loro lotta al [[fascismo]], tentando in alcuni casi di far rinascere un partito comunista fedele alle tesi dell'originaria maggioranza di sinistra del PCd'I<ref>[http://www.quinterna.org/archivio/1927_1944/sezione_piombino.htm Manifesto del Partito Comunista Internazionalista - Sezione di Piombino 1943]</ref>.
 
Il 15 maggio [[1943]], a seguito dello scioglimento dell'''[[Internazionale Comunista]]'' richiesto dall'[[URSS]] per rassicurare i suoi [[Stati Uniti d'America|Alleati occidentali]], l'organizzazione dei comunisti italiani guidata da Togliatti assunse la denominazione ufficiale di ''[[Partito Comunista Italiano]]'' (PCI). Con la [[caduta del fascismo]] (25 luglio [[1943]]) l'iniziativa del partito aumentò sensibilmente sia per i maggiori margini di manovra che per l'uscita dal carcere ed il ritorno dall'esilio di numerosi dirigenti. Dopo la [[Nascita della Repubblica Italiana|proclamazione della Repubblica]], il partito tornò ad operare in Italia divenendo forza parlamentare. Eliminate le opposizioni interne, il PCI si propose come partito monolitico all'esterno, senza la presenza visibile di  eventuali [[Correntismo politico italiano|correnti]] che invece era tipica della [[Democrazia Cristiana]], il maggior partito italiano di quei tempi.
 
== Segretari del PCd'I ==