Re Artù: differenze tra le versioni

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[[File:Innsbruck 1 262.jpg|miniatura|Statua di re Artù a [[Hofkirche (Innsbruck)|Hofkirche]] presso [[Innsbruck]], disegnata da [[Albrecht Dürer]] e fusa da [[Peter Vischer il Vecchio]] (1520 circa).<ref>{{cita|Barber, 1986|p. 141}}.</ref>]]
 
Da tempo gli studiosi discutono circa la storicità della leggenda di re Artù. Una scuola di pensiero, che cita alcune parti della ''[[Historia Brittonum]]'' e degli ''[[Annales Cambriae]]'', vede il re come una vera figura storica, un condottiero [[Romano-Britanni|romano-britannico]] che haavrebbe combattuto contro gli invasori [[anglo-sassoni]] tra la fine del [[V secolo]] e gli inizi del [[VI secolo|VI]]. La ''Historia Brittonum'', una compilazione storica scritta in [[lingua latina|latino]] nel [[IX secolo]] attribuita in alcuni manoscritti tardivi a un chierico gallese chiamato [[Nennius]], contiene la prima menzione databile di re Artù ed elenca dodici battaglie a cui egli prese parte. Queste culminarono nella [[battaglia del Monte Badon]], dove si racconta che da solo riuscì a uccidere 960 nemici. Studi recenti, tuttavia, si interrogano sull'affidabilità della stessa ''Historia Brittonum''.<ref>{{cita|Dumville, 1986}}; {{cita|Higham, 2002|pp. 116–69}}; {{cita|Green, 2007b|pp. 15–26, 30–38}}.</ref>
 
L'altro testo che sembra sostenere la teoria favorevole all'esistenza storica di Artù è l<nowiki>'</nowiki>''Annales Cambriae'' del [[X secolo]], il quale anch'esso correla Artù alla battaglia del Monte Badon. Gli ''Annales'' datano questa battaglia tra il 516 e il 518 e menzionano anche la [[battaglia di Camlann]], in cui Artù e [[Mordred]] vennero entrambi uccisi, collocandola tra il 537 e il 539. Questi dettagli sono stati spesso utilizzati per rafforzare la fiducia riguardo l<nowiki>'</nowiki>''Historia'' e per confermare che Artù avesse combattuto realmente a Badon. Tuttavia sono emersi dei problemi nell'utilizzare questa fonte a sostegno della storicità dell'''Historia Brittonum''. L'ultima ricerca dimostra che gli ''Annales Cambriae'' si basavabasavano su una cronaca incominciata alla fine dell'[[VIII secolo]] in Galles. Inoltre, la complessa storia testuale degli ''Annales Cambriae'' esclude con ogni certezza che gli annali arturiani siano stati aggiunti a essa prima. Vennero probabilmente aggiunti adurante un certo momento delil X secolo e potrebbero non essere mai esistiti in una precedente raccolta di annali. La parte sulla battaglia di Badon probabilmente deriva dalla ''Historia Brittonum''.<ref>{{cita|Green, 2007b|pp. 26–30}}; {{cita|Koch, 1996|pp. 251–53}}.</ref>
 
[[File:AC.jpeg|miniatura|sinistra|Gli ''[[Annales Cambriae]]'' del X secolo, in una copia del 1100 circa.]]
 
Questa mancanza di convincenti testimonianze precoceprecoci è il motivo per cui molti storici escludono Artù dai loro resoconti della [[Britannia postromana]]. Secondo lo storico Thomas Charles-Edwards, "a questo punto dell'inchiesta si può solo dire che ci sia stato un Artù storico [ma ...] gli storici non possono dire ancora nulla di valevole su di lui".<ref>{{cita|Charles-Edwards, 1991|p. 29}}.</ref> Queste moderne ammissioni dell'ignoranza sono una tendenza relativamente recente; le generazioni precedenti di storici furono meno scettiche. Ad esempio, lo storico [[John Morris (storico)|John Morris]] ha fatto del presunto regno di Artù la base organizzativa della sua storia ''The Age of Arthur'' (1973) che racconta la Gran Bretagna e l'Irlanda postromana. Tuttavia, anche così, egli ebbe poco da dire sull'Artù storico.<ref>{{cita|Morris, 1973}}.</ref>
 
Parzialmente in reazione a tali teorie, emerse un'altra scuola di pensiero che sosteneva che non vi fosse alcuna esistenza storica di Artù. L'''Age of Arthur'' di Morris spinse l'archeologo Nowell Myres a osservare che "nessuna figura posta sul confine tra la storia e la mitologia ha fatto sprecare più tempo agli storici".<ref>{{cita|Myres, 1986|p. 16}}.</ref> Il sermone ''[[De Excidio Britanniae]]'' ("Sulla rovina della Britannia") del VI secolo di [[Gildas di Rhuys]], scritta nel vivo ricordo degli eventi della Montagna di Badon, parla della battaglia ma non menziona Artù. Non appare, inoltre, alcuna menzione di re Artù nemmeno nella [[cronaca anglosassone]] o in qualsiasi manoscritto sopravvissuto scritto tra il 400 e l'820.<ref>{{cita|Pryor, 2004|pp. 22–27}}.</ref> Egli è assente anche dalla ''[[Historia ecclesiastica gentis Anglorum]]'' di [[Beda il Venerabile]], risalente ai primi anni del [[XVIII secolo]], un'altra importante antica fonte per la storia postromana che ricorda la battaglia della Montagna di Badon. Lo storico David Dumville ha scritto: "Penso che possiamo disporre di lui [Artù] abbastanza brevemente: deve il suo posto nei nostri libri di storia grazie alla scuola di pensiero 'non fumo senza fuoco'... Il fatto della questione è che non vi sono testimonianze storiche su Artù e pertanto dobbiamo rifiutarlo dalle nostre storie e, soprattutto, dai titoli dei nostri libri".<ref>{{cita|Dumville, 1977|pp. 187–88}}.</ref>