Crociata albigese: differenze tra le versioni

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Furono molti i signori e i prelati dell'[[Île-de-France]], dell'[[Orleanese]] e della [[Piccardia]] che risposero all'appello, e intorno alla metà del [[1209]] circa 10.000 armati (50.000 secondo il cronista Pietro di les Vaux-de-Cernay) si erano radunati e accampati di fronte a Carcassonne, mentre altri soldati erano stati radunati a [[Lione]] dal capo della crociata, [[Arnaud Amaury]], ed iniziarono a marciare verso Sud, verso la Linguadoca. In giugno Raimondo di Tolosa, riconoscendo l'impossibilità di dare vita ad una coalizione in grado di contrastare i crociati, avviò trattative con Roma e accettò di schierarsi con i crociati contro i catari, vedendo così ritirata la sua scomunica<ref>La sua assoluzione Raimondo la ricevette davanti al portico di [[Saint-Gilles (Gard)|Saint-Gilles]] il 17 giugno [[1209]] e il 20 giugno prese la croce.</ref>.
== Massacro di [[Béziers]] ==
Le truppe crociate, oltrepassata la città di [[Montpellier]], mossero contro le comunità catare riunitesi intorno ad [[Albi (Francia)|Albi]] e [[Carcassonne]] per debellarle. [[Raimondo Ruggero di Trencavel]], visconte di [[Béziers]] e Carcassonne, così come già in precedenza Raimondo di Tolosa, cercò la via delle trattative, che però trovò sbarrata, e fu costretto a ritirarsi a Carcassonne per preparare le difese. In luglio i crociati assalirono il piccolo villaggio di [[Servian]] e mossero quindi verso [[Béziers]], che raggiunsero il 21 luglio [[1209]]. Dopo aver circondato la città, i crociati chiesero che i càtari venissero banditi oltre le mura cittadine, ma ricevettero un deciso rifiuto. La città cadde il giorno successivo, quando un fallito tentativo di sortita da parte degli assediati permise alle truppe crociate di penetrare nella città. Molti abitanti vennero massacrati, e lo stesso abate [[Arnaud Amaury|Amaury]], insieme all'altro legato papale Milone scrisse in una lettera al papa che i morti furono circa ventimila:
 
{{citazione|La città di Béziers fu presa e, poiché i nostri non guardarono a dignità, né a sesso, né a età, quasi ventimila uomini morirono di spada. Fatta così una grandissima strage di uomini, la città fu saccheggiata e bruciata: in questo modo la colpì il mirabile castigo divino|[[Arnaud Amaury]], [[Patrologia Latina]], volume CCXVI, 139C''}}