Satyendranath Bose: differenze tra le versioni

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Mentre era all'Università di Dacca, Bose scrisse un breve articolo intitolato ''Planck's Law and the Hypothesis of Light Quanta'', nel quale descriveva l'[[effetto fotoelettrico]]. Questo articolo era basato su una lezione-conferenza che egli aveva tenuto riguardo alla [[catastrofe ultravioletta]]., Durantedurante questala conferenzaquale, nella quale egli aveva intesointendendo mostrare ai suoi studenti che la teoria prevedeva risultati in disaccordo con i risultatidati sperimentali, Boseegli commise un imbarazzante errore di [[statistica]] che fornivaportava invecea una predizione teorica che, al contrario, risultava in accordo con le osservazioni sperimentali. QuestoL'errore fattoera rappresentavastato chiaramentepalese ed era paragonabile a lanciare due monete ottenendo due teste una contraddizionevolta su tre (immagine sulla destra). Considerato comunque che i risultati finali erano corretti, Bose si rese conto che in realtà avrebbe potuto non essere per niente un equivoco. Egli sostenne inizialmente che la [[distribuzione di Maxwell-Boltzmann]] avrebbe potuto non essere vera per particelle microscopiche, dove le fluttuazioni dovute al [[principio di indeterminazione di Heisenberg]] avrebbero potuto essere significative; pose così l'attenzione sulla probabilità di trovare le particelle nello [[spazio delle fasi]], ciascuna avente volume h^f, tralasciando le posizioni distinte e il [[momento di un vettore|momento]] delle particelle.
 
Le riviste di fisica rifiutarono però l'articolo di Bose, sostenendo che egli aveva presentato loro un semplice errore, così i suoi risultati furono ignorati. Scoraggiato, scrisse ad [[Albert Einstein]], il quale invece fu subito in accordo con le suesua teorieidea. (Bose aveva precedentemente tradotto la [[teoria della relatività generale]] dal [[lingua tedesca|tedesco]] all'[[lingua inglese|inglese]]). I fisici iniziarono a prendere sul serio le idee di Bose solo quando Einstein mandò loro l'articolo ''Zeitschrift für Physik'' in accompagnamento a quello di Bose, che fu pubblicato nel 1924. Poiché i fotoni sono indistinguibili tra loro, non si possono considerare diversi due fotoni aventi la medesima energia: se paragonassimo un [[fotone]] e un bosone alle monete dell'esempio, la probabilità di produrre due teste sarebbe una su tre. Quanto è nato dall' "errore" di Bose è oggi la [[statistica di Bose-Einstein]].
L'errore era palese per chiunque avesse conoscenze base di [[statistica]], ed era paragonabile a lanciare due monete ottenendo due teste una volta su tre (immagine sulla destra). Comunque ciò portò a risultati corretti e Bose si rese conto che in realtà avrebbe potuto non essere per niente un equivoco. Egli, inizialmente, sostenne che la [[distribuzione di Maxwell-Boltzmann]] avrebbe potuto non essere vera per particelle microscopiche, dove le fluttuazioni dovute al [[principio di indeterminazione di Heisenberg]] sarebbero significative. Così pose l'attenzione sulla probabilità di trovare le particelle nello [[spazio delle fasi]], ciascuna avente volume h^f, tralasciando le posizioni distinte e il [[momento di un vettore|momento]] delle particelle.
 
Le riviste di fisica rifiutarono l'articolo di Bose, sostenendo che egli aveva presentato loro un semplice errore, così i suoi risultati furono ignorati. Scoraggiato, scrisse ad [[Albert Einstein]], il quale invece fu subito in accordo con le sue teorie. (Bose aveva precedentemente tradotto la [[teoria della relatività generale]] dal [[lingua tedesca|tedesco]] all'[[lingua inglese|inglese]]). I fisici iniziarono a prendere sul serio le idee di Bose solo quando Einstein mandò loro l'articolo ''Zeitschrift für Physik'' in accompagnamento a quello di Bose, che fu pubblicato nel 1924. Poiché i fotoni sono indistinguibili tra loro, non si possono considerare diversi due fotoni aventi la medesima energia: se paragonassimo un [[fotone]] e un bosone alle monete dell'esempio, la probabilità di produrre due teste sarebbe una su tre. Quanto è nato dall' "errore" di Bose è oggi la [[statistica di Bose-Einstein]].
 
Einstein applicò la stessa idea agli atomi. Da quest'idea i due fisici predissero l'esistenza del fenomeno che divenne noto come [[condensazione di Bose-Einstein]]; un condensato di Bose Einstein è un insieme bosoni la cui esistenza è stata sperimentalmente provata nel 1995.