Arco della Pace: differenze tra le versioni

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La nuova opera, progettata ancora dal Cagnola e concepita come "arco della Vittoria" per festeggiare la vittoria francese nella [[battaglia di Jena]], fu realizzata a partire dall'autunno del [[1807]]: l'area su cui doveva sorgere venne individuata a metà del lato rivolto a Nord Ovest dell'allora piazza d'Armi che si trovava dietro al Castello Sforzesco,<ref name="LM"/> area oggi occupata dal Parco Sempione. I lavori vennero diretti dallo stesso Cagnola e supervisionati da Domenico Moglia<ref>Moglia eseguì in legno i modelli dei rosoni e degli altri ornamenti e diresse l'esecuzione in marmo degli stessi.</ref>, Nicola Pirovano<ref>Pirovano diresse la maggior parte delle opere di quadratura e la loro collocazione; diresse inoltre gli scavi e il trasporto delle otto colonne dell'arco.</ref>, [[Francesco Peverelli]]<ref>A seguito della morte del Pirovano, Peverelli subentrò alla direzione dei lavori di quadratura ed alla collocazione delle varie opere.</ref> e Bai Gio Battista<ref>Battista fu il capo mastro delle opere murarie.</ref><ref name="direzione lavori">{{cita|Gjlla Giani|p. 37}}</ref>, sotto la spinta del comune di Milano e di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]<ref name=giani12>{{cita|Gjlla Giani|p. 12}}</ref>. L'opera era oramai a due terzi e diverse statue erano già terminate, come quelle della ''Storia'' e della ''Poesia'', eseguite daldallo scultore neoclassico [[Luigi Acquisti]], quando con la [[caduta del Regno Italico]] il progetto venne abbandonato.
 
Solo nel [[1826]] venne ripresa la riedificazione dell'edificio sotto l'imperatore asburgico [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I d'Austria]], che ne mutò la dedica.