Piramidi egizie: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
spostamento per WP:CITIN: contesto
Nessun oggetto della modifica
Riga 179:
{{vedi anche|IV dinastia egizia}}
Meno di un secolo separa l'ascesa al trono di Djoser da quella di [[Snefru]], primo re della dinastia considerata per eccellenza la maggior costruttrice di piramidi. La III dinastia si conclude, architettonicamente parlando, con la costruzione di una piramide a gradoni (forse l'ultima di una serie molto breve) a Meidum, iniziata sotto Huni, che verrà proseguita sotto Snefru e portata ad uno stadio inimmaginabile solo al tempo dell'architetto Imhotep. Anche quella di Huni, come le precedenti di Djoser e Sekhemkhet, subì varianti del progetto in corso d'opera<ref group="N">Sono stati rinvenuti blocchi recanti graffiti di rozzi progetti che raffigurano la piramide a due, tre, quattro gradoni.</ref>; in particolare, la piramide di Huni era strutturata su sette gradoni con sei involucri "a mantello" sui quattro lati, di altezza decrescente, poggianti l'uno sull'altro ed inclinati verso il centro così da scaricare il peso verso il nucleo dell'edificio. Un successivo ampliamento comportò l'aggiunta di un settimo "mantello" (e forse di un ottavo) talché la piramide conclusa doveva presentare un lato di base pari a 122 m e 82 m d'altezza<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 129.}}</ref>.
 
====Le piramidi di Snefru====
L'Egitto, dopo l'unificazione di Menese/Narmer e la politica delle prime due dinastie, era ormai un paese bene organizzato, ricco di materia prime, con un'agricoltura ben strutturata e con ben individuati contatti e commerci con l'estero<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 126.}}</ref><ref group="N">Sono riscontrate influenze reciproche con Byblos, specie per l'approvvigionamento di legname di pregio che scarseggiava in Egitto; in un tempio della città cananea sono state rinvenute offerte agli dei locali recanti i nomi di sovrani d'Egitto (Cimmino 1998, p. 357), e nei "Testi delle piramidi" si fa cenno alla divinità Khaytan di Byblos. Contatti sono accertati anche, più in generale, con l'area siro-palestinese, e con le isole dell'Egeo; in particolare, nelle necropoli di Mokhlos e Zakhros, a Creta, sono stati rinvenuti vasi in pietra che, benché quasi sicuramente realizzati localmente, appaiono di derivazione egizia. Altri, provenienti da Knossos sono invece palesemente di provenienza egizia e risalgono ad un periodo compreso tra il predinastico e la [[VI dinastia egizia|VI dinastia]] (P. Warren, 1969, ''Minoan stone vases'', Londra e P. Warren, 1995, ''Minoan Crete and Pharaonic Egypt'', in "Egypt the Aegean and
the Levant", pp. 1-28).</ref>; notevoli erano anche le attività estrattive nel [[Penisola del Sinai|Sinai]] per il rame e a [[Uadi Maghara|Wadi Meghara]] per il turchese, o a [[Wadi Allaqi]] e [[Wadi Hammamat]] per l'oro. Politicamente è già attestata la figura del "''ti(a)-ty''" (normalmente tradotto con il termine "visir"), esistono sei "''Grandi Case''" (hwt-wrt), ovvero sei "ministeri" con funzioni ben differenziate, e con cadenza biennale viene costantemente svolto il censimento del bestiame<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 127.}}</ref>.
 
=====La "Falsa piramide"=====
In questo contesto, di solidità politica e di organizzazione gerarchizzata, salì al trono il re Snefru che, circa quindici anni dopo la seconda variante<ref group="N">Secondo Lehner 2003, p. 99, Snefru intraprese tale opera nell'anno 28 o 29 del suo regno.</ref>, pose mano alla piramide di Huni per trasformarla in una piramide regolare<ref>{{cita|Lehner 2003|pp. 97 - 101.}}</ref>. Per ottenere tale risultato, vennero colmati i gradoni e su tale riempimento vennero posati i blocchi di rivestimento ottenendo la prima piramide geometricamente perfetta con base quadrata di 144 m, altezza di 91,70 m<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 130.}}</ref> e angolo di pendenza pari a 51°50'35"<ref>{{cita|Lehner 2003|p. 99.}}</ref>. Di questa piramide, forse la prima fatta costruire da Snefru<ref group="N">Secondo altre ipotesi si sarebbe, invece, trattata dell'ultima.</ref>, non resta oggi che una sorta di torre quadrata costituita da tre gradoni (di fatto i gradoni quinto, sesto e settimo, essendo gli altri sepolti dall'alto cumulo di detriti), che sono il nucleo della piramide di Huni. Sul lato nord, ad un'altezza di 18,50 m, si apre l'ingresso di un corridoio in discesa che, dopo 58 m e sette gradini, diviene orizzontale per altri 9,45 m; al termine di tale corridoio, cieco, si apre un pozzo verticale profondo circa 3 m. Nel soffitto tuttavia, ben dissimulata, un'apertura sale verticalmente per 6,65 m e dà accesso alla camera funeraria che, per la prima volta, presenta una volta "''ad aggetto''"<ref group="N">La volta è cioè costituita da travature sovrapposte di cui ognuna "aggetta" (ovvero sporge in fuori dalla verticale) su quella sottostante fino al culmine.</ref> di 5,90 m x 2,65, con un'altezza (nel culmine) di 5,05 m. Tale camera è scavata nella roccia di fondo e solo 0,50 m delle pareti, e l'intera volta aggettante, si trovano all'interno del massiccio della sovrastruttura<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 129.}}</ref>.
 
La presenza, sul lato est di una piccolissima cappella (9,18 x 9 x 2,30) in calcare bianco, prototipo del "Tempio Funerario" dei complessi piramidali successivi, fiancheggiata da due alte stele di 4,20 m completamente non iscritte, ha fatto supporre che la costruzione sia stata nuovamente abbandonata<ref group="N">Considerando che per gli antichi egizi ogni monumento doveva avere un "nome", come le persone (Lehner 2003,p. 100), tale condizione viene variamente interpretata: le due stele rimasero anepigrafi per la morte del re? In tal caso la piramide non sarebbe stata la prima, bensì l'ultima delle tre recanti il nome di Snefru; o perché la tomba doveva trasformarsi in un semplice cenotafio e non venne ultimata alla morte del re? o, ancora, perché si erano manifestati segni di cedimento delle strutture?</ref>. Il complesso di Snefru a Meidum presenta, di fatto, tutti gli elementi che caratterizzeranno i successivi complessi della IV dinastia: oltre l'embrione di "Tempio Funerario" di cui si è detto, esiste, infatti, una "Via Cerimoniale" lunga 210 m compresa tra due muri alti circa 2 e si suppone esista, data la presenza della Via Cerimoniale, anche un "Tempio a Valle" benché ancora non scavato<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 133.}}</ref>. Sul lato sud si ha inoltre traccia (ne resta solo la base di 26,65 m di lato) una "piramide satellite", forse in memoria della Tomba meridionale dei complessi precedenti. La piramide, nel corso dei secoli, divenne una cava di pietre da costruzione e dai resoconti dei viaggiatori risulta che, tra il 1117-1119 (visita di Shaykh Abu Mohammed Abdallah) e il 1737, visita di [[Frederic Louis Norden]], vennero smantellati almeno due gradoni<ref>{{cita|Lehner 2003|p. 100.}}</ref> lasciando la struttura per come oggi è possibile vederla. L'opera di smantellamento sistematico, specie nel medioevo, fu causa dell'attuale stato di degrado delle strutture anche per l'abitudine dei cava pietre arabi a far precipitare dall'alto i blocchi che venivano rimossi causandone la frattura e la proiezione di detriti e schegge che hanno costituito il cumulo di quasi 50 m d'altezza su cui si erge quanto resta della piramide di Huni<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 129.}}</ref>. La forma finale attuale, non assimilabile pienamente né ad una piramide a gradoni, né ad una piramide perfetta, ha fatto sì che il complesso di Snefru a Meidum fosse denominato ''Haram el-Kaddab'', ovvero "la Falsa Piramide".
 
=====La "Piramide romboidale"=====
Per motivi non noti, intorno all'anno quindicesimo di regno Snefru abbandonò la necropoli di Meidum spostandosi 40 km più a nord, a [[Dahshur]] dove fondò un'altra necropoli, verosimilmente in un'area ancora vergine, dove eresse altri due complessi funerari<ref>{{cita|Lehner 2003|p. 101.}}</ref>, la "''Piramide Romboidale''" e la "''Piramide Rossa''".
La prima, per la sua forma insolita, è stata in più modi definita: {{en icon}}Bent Pyramid (piramide piegata), {{de icon}}Knickpyramide (piramide a gomito), Piramide Romboidale, Piramide Curva, ma la definizione più esatta è di certo quella assegnatale da [[Alexandre Varille]] di "''Piramide a doppia pendenza''"<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 134.}}</ref>.
 
La piramide, infatti, alta complessivamente 101,15 m (originariamente raggiungeva i 105,07) e con una base quadrata di 188,60 m di lato, presenta un'inclinazione delle pareti di 54°3'13" fino all'altezza di 49,07 m per poi variare in 43°21' per i successivi 56 m<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 134.}}</ref>. E', di fatto, la piramide meglio conservata poiché è ancora quasi completo il rivestimento originale in calcare. Se non fosse stato variato l'angolo di pendenza, avrebbe raggiunto l'altezza di 128 m<ref group="N">Il che l'avrebbe resa la terza più alta dopo Cheope (146 m) e Chefren (136 m).</ref>. Proprio le ottime condizioni del rivestimento esterno non hanno consentito di eseguire ricerche più approfondite per stabilire l'esatta struttura del massiccio ("a mantello" o "a gradoni") che tuttavia, dalle poche brecce esistenti, appare costituito da blocchi di calcare posati inclinati verso l'interno per assicurare maggiore stabilità<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 135.}}</ref>.
 
Varie sono le ipotesi sul motivo per cui si dovette ricorrere alla doppia pendenza: secondo [[John Gardner Wilkinson]] il cambio di pendenza fu dovuto alla necessità di affrettare la costruzione in previsione dell'imminente morte del re<ref group="N">Teoria non considerata giustificata giacché anche per costruire con pendenza variata i tempi di realizzazione sarebbero stati abbastanza lunghi da non garantire una consistente maggior velocità dei lavori.</ref>; secondo [[Alexandre Varille]], invece, la doppia pendenza era già stata prestabilita progettualmente come trasposizione architettonica della dualità dell'Alto e Basso Egitto, ipotesi suffragata anche dalla presenza doppia di alcuni elementi (due gli ingressi, due i corridoi discendenti, due appartamenti funerari) ed il fatto che la radice ''sn'' dello stesso nome di Snofru indica il numero due<ref group="N">Ipotesi anche in questo caso considerata troppo audace e senza alcun riscontro in altre strutture architettoniche dell'Antico Regno.</ref>. Più plausibile appare l'ipotesi avanzata da [[Jean Yoyotte]]<ref group="N">Jean Yoyotte (1927-2009), egittologo francese, dell'Institut Français d'Archéologie Orientale (IFAO), dal 1965 al 1985 direttore degli scavi a Tanis e direttore della ricerca sulle antiche religioni dell'Egitto.</ref> secondo cui la doppia pendenza sarebbe derivata da motivazioni di carattere tecnico nella considerazione che una inclinazione troppo spinta, come quella iniziale di oltre 54°, potesse provocare un sovraccarico delle strutture che avrebbe causato il crollo delle medesime, o di cedimenti effettivamente riscontrati opera durante. A riprova della validità di tale tesi alcune vistose lesioni in alcuni dei blocchi interni che si ripercuotono su tutti gli strati di rivestimento e che sono rilevabili anche in fratture da assestamento all'interno degli appartamenti funerari<ref>{{cita|Cimmino 1998|pp. 135 - 136.}}</ref>.
 
La "Piramide a doppia pendenza" presenta due ingressi sulle pareti nord e ovest; il primo ingresso a nord, a 11,80 m dalla base, dà accesso ad un corridoio lungo 79,53 m che scende fino a 25 m sotto il livello del suolo per poi risalire bruscamente, con una ripida scala, che porta ad una camera funeraria di 6,03 m x 5 con volta ad aggetto alta 17,40 m; alcune lesioni nelle pareti e nel soffitto vennero riparate con malta gessosa. Il secondo ingresso, ad ovest, a 33,32 m dalla base, è seguito da un corridoio discendente di sezione quadrata di 1,10 m di lato, lungo 67,65 m, che termina in una sorta di vestibolo oltre il quale un altro corridoio di 20,12 m dà accesso alla camera funeraria di 6,56 m x 4,10, con volta ad aggetto alta 16,50 m, posizionata più in alto, all'interno della struttura, rispetto alla precedente. In questa camera funeraria sono maggiormente evidenti i cedimenti delle strutture ventilati da Yoyotte che giustificarono la variazione di pendenza. Tra le due camere funerarie, che non si trovano sulla stessa verticale, c'è un dislivello di 17,25 m<ref>{{cita|Cimmino 1998|pp. 136 - 137.}}</ref><ref>{{cita|Lehner 2003|pp. 101 - 104.}}</ref>. Nessuna delle camere sepolcrali recava traccia di sarcofagi o della presenza di casse in legno.
 
=====La "Piramide rossa", o "del nord"=====
Non lontano dalla piramide a doppia pendenza, Snefru fece costruire una terza piramide, nota come "Piramide Rossa"<ref group="N">Il nome fa riferimento al colore dell'[[arenite]] di cui è costituita e all'accentuazione che essa assume specie al tramonto, ma originariamente tale non poteva essere poiché aveva un rivestimento di calcare bianco. Tale rivestimento venne completamente smantellato e rimosso nel medioevo per la costruzione de il Cairo.</ref>, o "piramide del nord"; la stessa è localmente nota anche come "piramide dei pipistrelli", o "piramide della catena", o "piramide aguzza", o, ancora, come ''el-haram el-watwat'', ovvero "piramide cieca"<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 141.}}</ref>. Benché delle tre piramidi erette da Snefru questa sia la meno studiata e la meno nota, venne progettata, e costruita, con un'inclinazione meno accentuata di 43°22'<ref>{{cita|Lehner 2003|p. 104.}}</ref>, inclinazione che si ripeterà poi successivamente, quasi identica, nelle piramidi seguenti. La "piramide rossa" viene universalmente riconosciuta nel mondo egittologico, per la qualità della costruzione, la prima concepita e costruita come piramide regolare perfetta. Su uno dei frammenti di blocco rinvenuti alla base della piramide, è stato rilevato il nome di Snefru e la datazione del quindicesimo censimento, ma considerando che questo avveniva con cadenza biennale, ciò indicherebbe l'anno trentesimo di Snefru che, però, secondo il Papiro di Torino, regnò solo 24 anni<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 141.}}</ref><ref group="N">La diatriba sull'assegnazione a Snefru anche di tale piramide è stata risolta grazie ad alcuni elementi caratterizzanti:
* lungo la "via cerimoniale" esistono parecchie tombe di membri della famiglia del re;
* diverse iscrizioni menzionano una piramide meridionale di Snefru, il che fa supporre l'esistenza di una piramide settentrionale;
* in una stele dell'anno ventunesimo di regno di [[Pepi I]], posta a circa due chilometri dalla piramide nei pressi della località ove sorgeva il tempio a valle, si conferma un decreto che esenta da alcune prestazioni il clero di "''questa città funeraria delle due piramidi di Nebmarē Snefru''".</ref>.
 
Di base non perfettamente quadrata (218,50 m x 221,50), è alta 104,40 m; l'ingresso si trova a 28,65 m dal suolo e dà accesso ad un corridoio discendente di 58,80 m cui segue un altro corridoio orizzontale da 7,40 m che giunge nella camera di 8,35 m x 3,60, con volta ad aggetto alta 12,31 m; da questa un breve corridoio di soli 3 m dà accesso a una seconda anticamera di 8,30 m x 4,15, con volta aggettante alta 12,30 m. In questa camera, che come tutto il resto dell'appartamento sin qui visto si trova al di sotto del suolo su cui la piramide è stata costruita, a 7,80 m dal suolo si apre un cunicolo di 7,50 m che dà accesso alla camera funeraria, questa all'interno del massiccio murario, di 8,30 x 3,60, con volta ad aggetto alta 15,25 m.<ref>{{cita|Cimmino 1998|p. 143.}}</ref><ref>{{cita|Lehner 2003|p. 105.}}</ref> in cui, unitamente a tracce evidenti di un grande falò e a lavori sistematici di scavo predatorio alla ricerca di ulteriori locali<ref group="N">L'organizzazione di scavi sistematici in questo, come in altri complessi funerari, ha fatto ipotizzare che non si trattasse di singoli individui o bande di razziatori di piccole dimensioni, bensì di squadra organizzate al punto da far supporre che nel [[Storia dell'antico Egitto#Primo Periodo Intermedio .282160-2055 a.C. VII-VIII-IX-X dinastia.29|Primo Periodo Intermedio]], e in altri periodi di disordini ed anarchia, gli stessi capi locali e [[nomarchi]] abbiano disposto l'apertura delle tombe da depredare approfittando, peraltro, dalla minor sorveglianza da parte vuoi della polizia locale, vuoi delle stesse maestranze che, verosimilmente, facevano anche parte delle squadre di razzìa.</ref>vennero rinvenuti pochi resti umani non assegnabili inequivocabilmente a Snefru<ref group="N">E ciò anche in considerazione del fatto che, molto verosimilmente, la piramide era visitabile in epoca tolemaica, come dimostra la presenza di una moneta di tale epoca al suo interno, e venne usata come sepoltura abusiva anche fino al III/II secolo a.C.</ref>.
 
Studi eseguiti da [[Charles Maystre]] su marchi di cava apposti su alcuni blocchi della Piramide Rossa, hanno consentito di dimostrare che la loro lavorazione avvenne contestualmente a quella dei blocchi di rivestimento della "Falsa Piramide" di Meidum e che, quindi, i due cantieri avrebbero lavorato contemporaneamente<ref>{{cita|Maystre 1935|pp. 89 - 98.}}</ref>
 
Occorre far menzione, in conclusione, anche di una quarta piramide legata, in qualche modo, a Snefru; si tratta, infatti di una [[Piramidi_egizie#Piramidi_a_gradoni_minori|piramide a gradoni minore]], a Seila,a sud dell'area del Fayyum, presso la quale, nel 1987, venne rinvenuta una stele intestata a re Snefru<ref>{{cita|Lehner 2003|p. 96.}}</ref>.
 
<div align="center"><gallery widths="150" heights="150">
File:Meidoum03.jpg|la "falsa piramide" di Huni/Snefru a Meidum
File:Meidum Pyramid Complex.png|Planimetria del complesso di Snefru a Meidum
File:Meidum pyramid building phases.jpg|Evidenziazione delle tre fasi costruttive della piramie di Meidum
File:02 bent north entrance.jpg|La Piramide a Doppia Pendenza (o "romboidale") di Snefru a Dashuhr
File:Rhomboidale-chambre-inférieure.jpg|Isometria dell'appartamento inferiore della Piramide a Doppia Pendenza
File:Rhomboidale-chambre-supérieure.jpg|Isometria dell'appartamento superiore della Piramide a Doppia Pendenza
File:08 red pyramid.jpg|La Piramide Rossa di Snefru a Dahshur
File:11 red corbel 1.jpg|Il soffitto ad aggetto di una delle camere della Piramide Rossa
File:Pyramide-rouge-infra.jpg|Isometria dei locali interni della Piramide Rossa
</gallery></div>
 
====Le piramidi di Giza====