Temi: differenze tra le versioni

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In alcuni casi, Temi è stata anche identificata con la madre [[Gea]].
 
Fu la seconda moglie di Zeus. Essa inizialmente è la dea del diritto naturale, e passò poi a designare la legge e l'ordine. In Omero svolge il compito di convocare, per comando di Zeus, le assemblee degli dei e di presiedere i loro banchetti. Successivamente il mito la voleva seduta al fianco di Zeus con Dike e Nemesi. Dal matrimonio col padre degli olimpi, secondo la Teogonia (vv.901 sgg.), nacquero le Ore, che Omero presenta nell'Iliade come le custodi delle porte del cielo. Esse sono state immaginate come le divinità che regolavano le stagioni poiché, secondo le credenze dei Greci, dalle porte del cielo uscivano tutti i fenomeni meteorologici. Originariamente il numero delle Ore non era fisso, perché da principio non erano personificate. In primavera le ore passavano gran parte del proprio tempo cantando e danzando con le Muse, le Càriti e con Afrodite, della quale sono le ancelle. Esiodo dice che esse "si prendono cura delle opere dei mortali", perciò nel tempo assunsero una certa importanza anche nella vita umana, in particolare erano considerate protettrici della gioventù. Dato che le stagioni ritornano regolarmente e periodicamente, si sviluppò il concetto che le Ore fossero figlie di Zeus, la suprema divinità dell'ordine universale. Ad Atene le Ore erano inizialmente solamente due: Tallo, la fioritura primaverile, e Carpo, la fruttificazione autunnale; solo più tardi venne aggiunta Auxo, il rigoglio estivo. Anche nella Teogonia sono presenti in numero di tre: Eunomia (la buona usanza), Dike (la giustizia) e Eirene (la pace). Esse erano tre perché in Grecia le stagioni erano tre: primavera, autunno e inverno. Quando in tempi successivi l'anno venne diviso in quattro stagioni, si disse che anche queste fossero quattro.<ref>Fausto Codino, MITI GRECI E ROMANI,Bari ,Laterza, 1971 pp.81</ref>
 
Secondo altri miti era la padrona dell'[[oracolo di Delfi]] prima che [[Apollo]] nascesse ed [[Ovidio]] narra infatti che l'oscuro responso che diede a [[Deucalione (figlio di Prometeo)|Deucalione]] e [[Pirra]] indicasse loro di lanciare dietro di sé le ossa della loro madre. Essi compresero allora che l'oracolo si riferiva alla Terra (Gea) e che dovevano gettare alle loro spalle delle pietre, cosicché quando queste avessero toccato terra si sarebbero trasformate in persone<ref>[http://www.theoi.com/Text/OvidMetamorphoses1.html Ovidio, ''Metamorfosi'', libro, I, 395 su theoi.com.] (In inglese)</ref>.