Lelio Basso: differenze tra le versioni

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Nel 1916 i Basso si trasferirono a [[Milano]], dove il giovane Lelio frequentò il [[liceo classico Giovanni Berchet]]. Nel 1921 si iscrisse alla Facoltà di Legge dell'[[Università di Pavia]] e aderì al [[Partito Socialista Italiano]]. Studiò la dottrina [[Marxismo|marxista]] e fu al fianco di [[Piero Gobetti]] durante il breve periodo di pubblicazione della rivista politica ''[[La Rivoluzione liberale]]''.
 
Lavorò per diversi giornali e riviste, tra cui ''[[Critica sociale]]'', ''[[Il Caffè (1924)|Il Caffè]]'', ''[[Avanti!]]'', ''[[Coscientia]]'', ''[[Il Quarto Stato (rivistaperiodico)|Il Quarto Stato]]'' e ''[[Pietre (rivistaperiodico)|Pietre]]'', che diresse nel 1928, inizialmente da [[Genova]] e poi da Milano.
 
Nel 1925 si laureò in legge con una tesi sul concetto di [[libertà]] nel pensiero marxista.
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Dal [[1946]] al [[1968]] fu costantemente eletto alla Camera dei deputati. Fu eletto quindi senatore nel [[1972]] e nel [[1976]].
 
Nel [[1946]] fondò la rivista ''[[Il Quarto Stato (rivistaperiodico)|Il Quarto Stato]]'', che continuò ad essere stampata sino al [[1950]], dal [[1949]] aveva iniziato a collaborare alla rivista di [[Gianni Bosio]] ''[[Movimento operaio (rivista)|Movimento operaio]]''.
 
Al momento della scissione di [[Giuseppe Saragat|Saragat]] ([[1947]]), Basso divenne Segretario del PSI, un ruolo che occupò fino al Congresso di Genova nel [[1948]]. Egli "era stato l'unico tra i principali dirigenti del partito a dedicarsi con impegno alle questioni organizzative. Sin dagli anni Trenta aveva sviluppato in merito una specifica concezione: il partito come strumento di diffusione della democrazia, fondato sulla partecipazione attiva e volto a vincere la passività che il fascismo aveva indotto. A tale scopo aveva proposto un modello strutturato intorno a due perni: un'organizzazione rigorosa ed efficace da un lato, una attenta preparazione ideologica dei militanti dall'altro. Solo in questo modo riteneva possibile raggiungere il proprio duplice obiettivo: sconfiggere il progetto socialdemocratico di un partito di [[ceti medi]] (orientato verso l'attività parlamentare) e contemporaneamente superare il modello [[comunista]] (incline alla gestione burocratica). Un partito di classe, dunque, formato da quadri ideologicamente preparati, consapevoli del proprio ruolo e capaci di diffondere nelle masse i valori della partecipazione e del socialismo"<ref>Paolo Mattera, ''Dopo il 18 aprile: La crisi e la "Seconda rifondazione" del Psi'', Studi Storici, Anno 43, No. 4 (Oct. - Dec., 2002), p. 1155.</ref>.