Narcisismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Studi recenti: (paragrafo che necessita un'ulteriore sistemazione grammaticale generale)
Annullata la modifica 100796218 di 91.253.47.223 (discussione) non è fonte autorevole
Etichetta: Annulla
Riga 59:
 
=== Studi recenti ===
Tra gli psicoanalisti più vicini ai nostri giorni va annoverato, tra i maggiori studiosi del narcisismo, lo psicoanalista statunitense [[Heinz Kohut]] considerato tra i principali promotori delle più recenti tendenze di pensiero in seno alla psicoanalisi, che vanno dalla [[psicoanalisi relazionale]] a quell'altra sua espressione dove si accentua ancor di più l'elemento intersoggettivo presente nella relazione, che è appunto la [[psicoanalisi intersoggettiva]]. In «narcisismo come quête du sens» Kohut (1971; 1978, in PSICHE, Torino, Einaudi, 2007) definisce lo stato narcisistico della mente come un investimento libidico del Sé che non ha caratteristiche patologiche ma rappresenta un'organizzazione che esprime un tentativo di affrontare quelle situazioni maturative irregolari che inevitabilmente si verificano nello sviluppo infantile e che tendono a idealizzare l'imago genitoriale. Da questa operazione nascono per Kohut, quell'amore e attrazione che caratterizzano l'ideale dell'Io, che ha il compito di gestire il mondo delle pulsioni.
 
Ne deriva che il dio della mitologia kouthiana è questo oggetto idealizzato che contiene immagini idealizzate del Sé e degli oggetti-Sé. In Italia, Sassanelli (1982; 1989) si collega al pensiero di Kohut e vede il narcisismo come la dimensione di un'area della personalità coesiva che partecipa alla creazione di una trama organizzatrice, o connettore psichico, che fa da sostegno e contenimento alle esperienze mentali dell'uomo. Naturalmente, in modo parallelo alla strutturazione coesiva, può svilupparsi nel bambino un'organizzazione simbiotica e parassitaria che può rendersi responsabile di forme difensive e antilibidiche del narcisismo stesso che possono condurre a forme di sadismo e distruttività. Kernberg (1984) distingue tra il narcisismo normale che riflette un investimento libidico del Sé che favorisce l'integrazione di componenti libidiche e aggressive da quello patologico che tende all'investimento libidico di una struttura patologica del Sé permeata da onnipotenza e distruttività. Green (1982) differenzia quindi il narcisismo a partire dalle categorie antropologiche vita e morte nelle versioni originarie dell'Eros e Thanatos freudiane, ma per quanto concerne il percorso clinico tendono a ridurne il significato causale, pertanto nelle patologie gravi soltanto troviamo la psicosi e la personalità borderline.
Riga 69:
Quando l'equipaggiamento è inadeguato, l'oggetto è particolarmente frustrante e traumatico e l'ambiente violento e distruttivo (una sorta di sequestro di persona diceva un noto poeta spagnolo), e se costretto il soggetto si ritrova ad introiettare serie di oggetti "cattivi", violenti e persino persecutori, cui può solo rispondere con una difesa proiettiva o con una riparazione. Nel primo caso si costituiscono oggetti interni (concetti di mondo o dell'altro) di tipo autarchico, violento e fragile al tempo stesso che appaiono scissi rispetto ad una realtà "buona". Nel secondo riuscirà attraverso la risorsa genetica positiva costruita attorno a sé a impostare quest'altro nella direzione del riconoscimento, della reciprocità e della pluralità, restituendo altresì un'idea di corpo esperienziale che discende da aspetti di buona forma espliciti e regolati. Se grave, per gli autori di cui sopra (Klein, Rosenfeld) questo soggetto può scoprire delle situazioni rischiose che, innestando sistematiche condizioni di aggressione al suo Io, lo riportano alla mancanza di strumenti, alla privazione, ad ambienti negativi, e quindi non sapendo trovare risposte alla situazione, cade nel delirio più o meno scomposto, cui segue l'unica riparazione pulsionale possibile è il dissolvimento dell'aggressività rifiutata. Talvolta questa situazione scomposta è scambiata per personalità patologica narcisistica e invece è atletica - seguente al tentativo di restituire sempre lo sforzo massimo cui ambisce l'atleta nel conquistare una meta - in questo tipo di tensione, il soggetto può incontrare una contrazione spasmodica, una specie di crisi epilettica, non necessariamente cronica e contestualizzata.
 
Certo, la psicologia non è senza dubbi, e quindi la personalità è un'architettura relativamente stabile di tendenze comportamentali (tratti), stili cognitivi, preferenze (o motivi), disposizioni valutative (o atteggiamenti) che permettono di riconoscersi e di distinguersi dagli altri ed è dunque possibile che in una persona si possano stratificare alcune tendenze, più o meno personalizzate, che costituiranno l'ingrediente specifico della personalità unica di ognuno.<ref>Cfr. I. Bellavia, ''Il disturbo narcisistico di personalità'', reperibile all'indirizzo [http://www.aupi.it/site/wp-content/uploads/2014/06/ATT2.pdf]</ref>
 
==Note==