Unione Sovietica: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Religione in Unione Sovietica|Repressione della Chiesa ortodossa in Unione Sovietica}}
{{quote|Allo scopo di assicurare ai cittadini la libertà di coscienza, la Chiesa nell'U.R.S.S. è separata dallo Stato e la scuola dalla Chiesa. La libertà di praticare i culti religiosi e la libertà di propaganda antireligiosa sono riconosciute a tutti i cittadini.|[[Costituzione sovietica del 1936]], Articolo 134}}
La [[Separazione fra Stato e Chiesa|separazione tra Stato e Chiesa]] venne decisa nel territorio dell'Unione Sovietica il 23 gennaio 1918 dai ''soviet'', poco dopo la fine della rivoluzione russa.<ref>{{cita web |url=http://books.google.it/books?id=tz8Q_tWgkqEC&pg=PA75&lpg=PA75&dq=23+gennaio+1918+urss&source=bl&ots=5ZJ1i8hrSm&sig=kxWAZdAplS4p2a_qqDV6jwgV4kg&hl=it&sa=X&ei=eycLU7HHG82M0wW3-4HIBQ&ved=0CEUQ6AEwAw#v=onepage&q=23%20gennaio%201918%20urss&f=false|titolo=URSS: dibattito nella comunità cristiana: Quattordici documenti dei cristiani sovietici}}: «È noto che il 23 gennaio 1918 venne promulgato il decreto del Governo Sovietico [...] che riconosce il fatto dell'esistenza autonoma della Chiesa ortodossa nel nostro Paese».</ref><ref name=art13>art. 13, [[Costituzione sovietica del 1918]], art. 124, Costituzione del 1936</ref> Lo Stato divenne [[Laicità|laico]] e ufficiosamente [[Ateismo|ateo]], sostenendo l'[[ateismo di Stato]],<ref>{{cita web|url=http://www.jstor.org/discover/10.2307/128810?uid=3738296&uid=2&uid=4&sid=21103447880561|titolo=Protest for Religious Rights in the USSR: Characteristics and Consequences|autore=David Kowalewski|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> anche se ciò non venne mai sancito esplicitamente nelle Costituzioni, che si limitavano a nominare la religione solo affermando la divisione netta tra Chiesa e Stato e la libertà di culto e coscienza;<ref name=art13/> l'ateismo di Stato venne attuato in forma di politica governativa anticlericale e antireligiosa, dal punto di vista pratico e culturale, tramite leggi ordinarie e propaganda.<ref name=codice/><ref>{{cita web|url=http://www.loc.gov/exhibits/archives/anti.html|titolo=Anti-religious Campaigns|editore=loc.gov|accesso=3 maggio 2014}}</ref><ref name=church>{{cita web|url=http://countrystudies.us/russia/38.html|titolo=The Russian Orthodox Church - Library of Congress|autore=|accesso=24 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>Sabrina Petra Ramet, (Ed) (1993). ''Religious Policy in the Soviet Union''. Cambridge University Press. p. 4.</ref><ref>John Anderson (1994). ''Religion, State and Politics in the Soviet Union and Successor States''. Cambridge, England: Cambridge University Press. p. 3. ISBN 0-521-46784-5.</ref> La religiosità venne ridotta a semplice scelta privata, secondo l'ideologia di Lenin e del [[marxismo]], da considerare lecita, ma da scoraggiare al di fuori della sfera personale.<ref>Vladimir Lenin, ''L'atteggiamento del partito operaio verso la religione'', pubblicato su ''Proletari'' [Il proletario], n. 45, 26 (13) maggio 1909, riportato in: Lenin, ''Opere complete'', IV ediz., vol. 15, pp. 371-381; [http://www.marxismo.net/marxismo-e-religione/latteggiamento-del-partito-operaio-verso-la-religione testo dell'articolo consultabile qui] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140228012905/http://www.marxismo.net/marxismo-e-religione/latteggiamento-del-partito-operaio-verso-la-religione |data=28 febbraio 2014 }}</ref><ref>«La religione dev'essere dichiarata un affare privato», in AA. VV., ''La religione nell'URSS'', Feltrinelli, prima edizione, a cura di Alessandro Bausani, prefazione di Ernesto de Martino, introduzione di A. Usakowski, nota del traduttore. pp. XXII-418, Milano; [http://www.aseq.it/la-religione-nellu-r-s-s.html Nota introduttiva]</ref> La [[Chiesa ortodossa russa]] fu costretta a rinunciare a tutti i privilegi, come l'esenzione dalle tasse e dal servizio militare per i sacerdoti e i monaci; e per un certo periodo venne anche perseguitata.<ref name=church/> Con la [[Costituzione sovietica del 1918]], emanata per la [[Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa]] e poi estesa alle altre repubbliche federate, venne permesso di svolgere formalmente "propaganda religiosa e non-religiosa",<ref name=art13/> anche se svolgere attiva propaganda di religione o di idee ritenute "superstizioni" in luogo o edificio pubblico (come la propaganda religiosa nelle scuole, l'esposizione di immagini religiose nei luoghi di lavoro e le processioni) poteva essere sanzionato con multe, reclusione o lavori forzati fino a un anno.<ref name=codice>art. 119-124, Codice penale russo del 1922, riportato [http://www.unive.it/media/allegato/dep/n5-6correzioni/Documenti/19_Magnanini-a.pdf qui]</ref> Di contrasto chi ostacolava lo svolgimento di riti religiosi autorizzati poteva anche essere punito con sei mesi di lavori forzati.<ref>Articolo 125 C.P.</ref> Queste pene, come quelle per altri reati che prevedevano un periodo breve, non venivano scontate tramite [[deportazione]] in [[gulag]], [[campo di lavoro forzato]] o colonie, o con la detenzione in [[carcere]]; il condannato poteva avere la [[libertà condizionale]]; altrimenti restava al suo posto di lavoro, venendo talvolta trasferito ad altro ente, con stipendio o salario ridotto sensibilmente e in alternativa doveva svolgere lavori aggiuntivi senza essere pagato (cosiddetto lavoro forzato "senza scorta").<ref>Articolo 35 del Codice penale della RSFSR del 1922</ref>
 
La religiosità venne ridotta a semplice scelta privata, secondo l'ideologia di Lenin e del [[marxismo]], da considerare lecita, ma da scoraggiare al di fuori della sfera personale<ref>Vladimir Lenin, ''L'atteggiamento del partito operaio verso la religione'', pubblicato su ''Proletari'' [Il proletario], n. 45, 26 (13) maggio 1909, riportato in: Lenin, ''Opere complete'', IV ediz., vol. 15, pp. 371-381; [http://www.marxismo.net/marxismo-e-religione/latteggiamento-del-partito-operaio-verso-la-religione testo dell'articolo consultabile qui] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140228012905/http://www.marxismo.net/marxismo-e-religione/latteggiamento-del-partito-operaio-verso-la-religione |data=28 febbraio 2014 }}</ref>:{{quote|La religione dev'essere dichiarata un affare privato.|Vladimir Lenin<ref>In AA. VV., ''La religione nell'URSS'', Feltrinelli, prima edizione, a cura di Alessandro Bausani, prefazione di Ernesto de Martino, introduzione di A. Usakowski, nota del traduttore. pp. XXII-418, Milano; [http://www.aseq.it/la-religione-nellu-r-s-s.html Nota introduttiva]</ref>}}
Coloro i quali non svolgevano lavori socialmente utili (non solo ecclesiastici, ma anche ex agenti zaristi, privati, ad eccezione di artigiani e contadini dei ''kolchoz'')<ref name=articolo>art. 64, Cost. 1918</ref> venivano esclusi dal voto e non pagati,<ref name=articolo/> restrizione poi eliminata nel 1936.<ref>Art. 135, [[Costituzione sovietica del 1936]]</ref> Quindi questi ultimi, una volta esaurite le risorse di cui erano dotati, dovettero svolgere un altro lavoro per sostentarsi, secondo il principio "chi non lavora non mangia".<ref>Art. 18 Cost. 1918, ribadito nell'art. 12 del 1936.</ref> Venne introdotto il [[matrimonio civile]] e negata validità legale a quello religioso,<ref name=dicembre/> vennero distrutte alcune chiese che occupavano suolo pubblico,<ref>{{cita web |url=http://www.minube.it/posto-preferito/cattedrale-di-cristo-salvatore-a151411|titolo=La cattedrale di Cristo Salvatore}}</ref> altre vennero convertite in uffici e musei pubblici<ref>Paweł Malecha, ''Edifici di culto nella legislazione canonica: studio sulle chiese-edifici'', 2002, pag. 61</ref> e vennero inoltre abolite tutte le feste religiose come ad esempio il [[Natale]] o lo [[Yom Kippur]] ebraico.<ref>Marco Messeri, {{cita web|url=http://necropolisgulag.altervista.org/crimini2.htm|titolo=I crimini del comunismo|accesso=24 febbraio 2014}}</ref>
 
La [[Chiesa ortodossa russa]] fu costretta a rinunciare a tutti i privilegi, come l'esenzione dalle tasse e dal servizio militare per i sacerdoti e i monaci; e per un certo periodo venne anche perseguitata.<ref name=church/> Con la [[Costituzione sovietica del 1918]], emanata per la [[Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa]] e poi estesa alle altre repubbliche federate, venne permesso di svolgere formalmente "propaganda religiosa e non-religiosa",<ref name=art13/> anche se svolgere attiva propaganda di religione o di idee ritenute "superstizioni" in luogo o edificio pubblico (come la propaganda religiosa nelle scuole, l'esposizione di immagini religiose nei luoghi di lavoro e le processioni) poteva essere sanzionato con multe, reclusione o lavori forzati fino a un anno.<ref name=codice>art. 119-124, Codice penale russo del 1922, riportato [http://www.unive.it/media/allegato/dep/n5-6correzioni/Documenti/19_Magnanini-a.pdf qui]</ref> Di contrasto chi ostacolava lo svolgimento di riti religiosi autorizzati poteva anche essere punito con sei mesi di lavori forzati.<ref>Articolo 125 C.P.</ref> Queste pene, come quelle per altri reati che prevedevano un periodo breve, non venivano scontate tramite [[deportazione]] in [[gulag]], [[campo di lavoro forzato]] o colonie, o con la detenzione in [[carcere]]; il condannato poteva avere la [[libertà condizionale]]; altrimenti restava al suo posto di lavoro, venendo talvolta trasferito ad altro ente, con stipendio o salario ridotto sensibilmente e in alternativa doveva svolgere lavori aggiuntivi senza essere pagato (cosiddetto lavoro forzato "senza scorta").<ref>Articolo 35 del Codice penale della RSFSR del 1922</ref>
Con Stalin il processo antireligioso dello Stato fu completato: la [[Costituzione sovietica del 1924]] non conteneva esplicitamente norme sulla religione, in quanto era stata votata come integrazione per sancire la nascita dell'unione federale delle repubbliche come Unione Sovietica,<ref>Cfr. il testo della Costituzione.</ref> mentre per quanto riguarda i diritti e doveri dei cittadini restò in vigore la relativa parte della Costituzione del 1918. Infine solo in alcune località remote venne concesso di svolgere cerimonie religiose. Secondo fonti ortodosse nel 1917 erano attive circa 80.000 chiese,<ref>{{cita web|url=http://www.orthodoxworld.ru/it/istoria/8/index.htm|titolo=Storia della chiesa ortodossa russa|accesso=24 febbraio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131110013228/http://www.orthodoxworld.ru/it/istoria/8/index.htm|dataarchivio=10 novembre 2013}}</ref> mentre è stato calcolato che erano circa 20.000 nel 1954 e 10.000 nel 1965.<ref>Bohdan Nahaylo & Victor Swoboda (1990). ''Soviet Disunion: A History of the Nationalities Problem in the USSR''. London: Hamish Hamilton. p. 144. ISBN 0-02-922401-2.</ref> La [[Costituzione sovietica del 1936]] sancì la libertà di culto privato e di praticare la religione, ma autorizzò esplicitamente solo la propaganda antireligiosa, ribadendo nuovamente la netta divisione tra Chiesa e Stato.<ref>«Allo scopo di assicurare ai cittadini la libertà di coscienza, la Chiesa nell'Unione Sovietica è separata dallo Stato e la scuola dalla Chiesa. La libertà di praticare culti religiosi e la libertà di propaganda antireligiosa sono riconosciute a tutti i cittadini», (art. 124, Cost. 1936); articolo che riprende comunque, sostanzialmente, quello della Cost. del 1918.</ref> Restarono valide le normative penali del 1922 contro le "superstizioni religiose" diffuse in pubblico.<ref name=codice/> Nel [[1927]] venne approvato [[Articolo 58 del Codice penale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa|l'articolo]] del codice penale che sanciva, tra l'altro, che svolgere propaganda religiosa in tempo di guerra o crisi, se considerato fatto con lo scopo preciso di abbattere il regime comunista o danneggiare direttamente o indirettamente lo Stato, poteva essere punito anche con la [[pena di morte]].<ref>[[Articolo 58 del Codice penale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa]], comma 58-10 - «propaganda controrivoluzionaria o agitazione (ovvero propaganda o agitazione con incitamento a sovvertire, minare, indebolire lo stato o a compiere le attività controrivoluzionarie indicate negli altri articoli o distribuzione o preparazione di scritti che contengono tali incitamenti): almeno 6 mesi di prigione. In caso di guerra, stato d'emergenza o con sfruttamento di pregiudizi religiosi o nazionalisti: fino alla pena di morte con confisca dei beni».</ref>
 
Coloro i quali non svolgevano lavori socialmente utili (non solo ecclesiastici, ma anche ex agenti zaristi, privati, ad eccezione di artigiani e contadini dei ''kolchoz'')<ref name=articolo>art. 64, Cost. 1918</ref> venivano esclusi dal voto e non pagati,<ref name=articolo/> restrizione poi eliminata nel 1936.<ref>Art. 135, [[Costituzione sovietica del 1936]]</ref> Quindi questi ultimi, una volta esaurite le risorse di cui erano dotati, dovettero svolgere un altro lavoro per sostentarsi, secondo il principio "chi non lavora non mangia".<ref>Art. 18 Cost. 1918, ribadito nell'art. 12 del 1936.</ref>
Durante la seconda guerra mondiale, nel [[1943]], Stalin diede una tregua alla campagna antireligiosa e chiese al patriarca [[Sergio I di Mosca]] (in seguito a un incontro avvenuto tra i due) di supportare moralmente i soldati al fronte contro i [[Nazismo|nazisti]]. Nello stesso periodo Sergio I rientrò a Mosca e morì nel [[1944]]. Stalin concesse poi alla [[Chiesa ortodossa]] la possibilità di celebrare funzioni religiose, ma solo all'interno delle chiese autorizzate e nel privato.<ref>{{cita web|url=http://www.instoria.it/home/stalin_chiesa.htm|titolo=Stalin e la Chiesa ortodossa durante la seconda guerra mondiale|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> Con Nikita Khruščёv ripresero le misure più restrittive verso la Chiesa e si riprese anche la propaganda attiva dell'ateismo di Stato dopo la tregua iniziata nel 1943 e durata sino al [[1954]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/04/17/ma-alessio-ii-denuncia-la-chiesa-di.html|titolo=Ma Alessio II denuncia la Chiesa di Roma|pubblicazione=la Repubblica|data=17 aprile 2003|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> Soltanto negli anni ottanta, dopo la continuazione della politica antireligiosa dei governi Breznev, [[Jurij Vladimirovič Andropov|Andropov]] e [[Konstantin Ustinovič Černenko|Cernenko]],<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/09/20/gli-ortodossi-che-sfidarono-stalin-urss.html|titolo=Gli ortodossi che sfidarono Stalin e l'URSS|pubblicazione=la Repubblica|data=20 settembre 1999|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> vi fu una nuova tregua nella lotta attiva contro la religione, a partire dall'ascesa al potere di Michail Gorbačëv.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/30/gorbaciov-si-allea-con-la-chiesa.html|titolo=Gorbaciov si allea con la Chiesa|pubblicazione=la Repubblica|data=30 aprile 1988|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> La situazione di tolleranza pratica perdurò fino al 1990, quando Gorbačëv permise la libera propaganda religiosa e instaurò la [[libertà di culto]] in via ufficiale, al posto dell'ateismo di Stato.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/27/con-gorbaciov-un-era-di-liberta-per.html|titolo=Con Gorbaciov un'era di libertà per i fedeli russi|pubblicazione=la Repubblica|data=27 aprile 1988|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> Il governo sovietico istituì inoltre l'Istituto per l'ateismo scientifico di [[Leningrado]], che durò fino allo scioglimento dell'Unione Sovietica nel 1991.<ref>{{cita web |url=http://books.google.it/books?id=BGJtDwJ7aPwC&pg=PA147&lpg=PA147&dq=institute+for+scientific+atheism&source=bl&ots=eRnt1h2bLl&sig=zRvsLyBg6z1ozGop1czHi92d0uE&hl=it&sa=X&ei=uG8LU87zCIa00QWSzYDQAw&ved=0CGgQ6AEwBQ#v=onepage&q=institute%20for%20scientific%20atheism&f=false|autore=James Thrower|titolo=Marxist-Leninist "scientific Atheism" and the Study of Religion and Atheism in the USSR|lingua=en}}</ref>
 
Coloro i quali non svolgevano lavori socialmente utili (non solo ecclesiastici, ma anche ex agenti zaristi, privati, ad eccezione di artigiani e contadini dei ''kolchoz'')<ref name=articolo>art. 64, Cost. 1918</ref> venivano esclusi dal voto e non pagati,<ref name=articolo/> restrizione poi eliminata nel 1936.<ref>Art. 135, [[Costituzione sovietica del 1936]]</ref> Quindi questi ultimi, una volta esaurite le risorse di cui erano dotati, dovettero svolgere un altro lavoro per sostentarsi, secondo il principio "chi non lavora non mangia".<ref>Art. 18 Cost. 1918, ribadito nell'art. 12 del 1936.</ref> Venne introdotto il [[matrimonio civile]] e negata validità legale a quello religioso,<ref name=dicembre/> vennero distrutte alcune chiese che occupavano suolo pubblico,<ref>{{cita web |url=http://www.minube.it/posto-preferito/cattedrale-di-cristo-salvatore-a151411|titolo=La cattedrale di Cristo Salvatore}}</ref> altre vennero convertite in uffici e musei pubblici<ref>Paweł Malecha, ''Edifici di culto nella legislazione canonica: studio sulle chiese-edifici'', 2002, pag. 61</ref> e vennero inoltre abolite tutte le feste religiose come ad esempio il [[Natale]] o lo [[Yom Kippur]] ebraico.<ref>Marco Messeri, {{cita web|url=http://necropolisgulag.altervista.org/crimini2.htm|titolo=I crimini del comunismo|accesso=24 febbraio 2014}}</ref>
 
Con Stalin il processo antireligioso dello Stato fu completato: la [[Costituzione sovietica del 1924]] non conteneva esplicitamente norme sulla religione, in quanto era stata votata come integrazione per sancire la nascita dell'unione federale delle repubbliche come Unione Sovietica,<ref>Cfr. il testo della Costituzione.</ref> mentre per quanto riguarda i diritti e doveri dei cittadini restò in vigore la relativa parte della Costituzione del 1918. Infine solo in alcune località remote venne concesso di svolgere cerimonie religiose. Secondo fonti ortodosse nel 1917 erano attive circa 80.000 chiese,<ref>{{cita web|url=http://www.orthodoxworld.ru/it/istoria/8/index.htm|titolo=Storia della chiesa ortodossa russa|accesso=24 febbraio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131110013228/http://www.orthodoxworld.ru/it/istoria/8/index.htm|dataarchivio=10 novembre 2013}}</ref> mentre è stato calcolato che erano circa 20.000 nel 1954 e 10.000 nel 1965.<ref>Bohdan Nahaylo & Victor Swoboda (1990). ''Soviet Disunion: A History of the Nationalities Problem in the USSR''. London: Hamish Hamilton. p. 144. ISBN 0-02-922401-2.</ref> La [[Costituzione sovietica del 1936]] sancì la libertà di culto privato e di praticare la religione, ma autorizzò esplicitamente solo la propaganda antireligiosa, ribadendo nuovamente la netta divisione tra Chiesa e Stato.<ref>«Allo scopo di assicurare ai cittadini la libertà di coscienza, la Chiesa nell'Unione Sovietica è separata dallo Stato e la scuola dalla Chiesa. La libertà di praticare culti religiosi e la libertà di propaganda antireligiosa sono riconosciute a tutti i cittadini», (artArt. 124, Cost. 1936); articolo che riprende comunque, sostanzialmente, quello della Cost. del 1918.</ref> Restarono valide le normative penali del 1922 contro le "superstizioni religiose" diffuse in pubblico.<ref name=codice/> Nel [[1927]] venne approvato [[Articolo 58 del Codice penale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa|l'articolo]] del codice penale che sanciva, tra l'altro, che svolgere propaganda religiosa in tempo di guerra o crisi, se considerato fatto con lo scopo preciso di abbattere il regime comunista o danneggiare direttamente o indirettamente lo Stato, poteva essere punito anche con la [[pena di morte]].<ref>[[Articolo 58 del Codice penale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa]], comma 58-10 - «propaganda controrivoluzionaria o agitazione (ovvero propaganda o agitazione con incitamento a sovvertire, minare, indebolire lo stato o a compiere le attività controrivoluzionarie indicate negli altri articoli o distribuzione o preparazione di scritti che contengono tali incitamenti): almeno 6 mesi di prigione. In caso di guerra, stato d'emergenza o con sfruttamento di pregiudizi religiosi o nazionalisti: fino alla pena di morte con confisca dei beni».</ref>
 
Nel [[1927]] venne approvato [[Articolo 58 del Codice penale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa|l'articolo 58]] del codice penale che sanciva, tra l'altro, che svolgere propaganda religiosa in tempo di guerra o crisi, se considerato fatto con lo scopo preciso di abbattere il regime comunista o danneggiare direttamente o indirettamente lo Stato, poteva essere punito anche con la [[pena di morte]].<ref>[[Articolo 58 del Codice penale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa]], comma 58-10 - «propaganda controrivoluzionaria o agitazione (ovvero propaganda o agitazione con incitamento a sovvertire, minare, indebolire lo stato o a compiere le attività controrivoluzionarie indicate negli altri articoli o distribuzione o preparazione di scritti che contengono tali incitamenti): almeno 6 mesi di prigione. In caso di guerra, stato d'emergenza o con sfruttamento di pregiudizi religiosi o nazionalisti: fino alla pena di morte con confisca dei beni».</ref>
 
Durante la seconda guerra mondiale, nel [[1943]], Stalin diede una tregua alla campagna antireligiosa e chiese al patriarca [[Sergio I di Mosca]] (in seguito a un incontro avvenuto tra i due) di supportare moralmente i soldati al fronte contro i [[Nazismo|nazisti]]. Nello stesso periodo Sergio I rientrò a Mosca e morì nel [[1944]]. Stalin concesse poi alla [[Chiesa ortodossa]] la possibilità di celebrare funzioni religiose, ma solo all'interno delle chiese autorizzate e nel privato.<ref>{{cita web|url=http://www.instoria.it/home/stalin_chiesa.htm|titolo=Stalin e la Chiesa ortodossa durante la seconda guerra mondiale|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> Con Nikita Khruščёv ripresero le misure più restrittive verso la Chiesa e si riprese anche la propaganda attiva dell'ateismo di Stato dopo la tregua iniziata nel 1943 e durata sino al [[1954]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/04/17/ma-alessio-ii-denuncia-la-chiesa-di.html|titolo=Ma Alessio II denuncia la Chiesa di Roma|pubblicazione=la Repubblica|data=17 aprile 2003|accesso=24 febbraio 2014}}</ref>
 
Durante la seconda guerra mondiale, nel [[1943]], Stalin diede una tregua alla campagna antireligiosa e chiese al patriarca [[Sergio I di Mosca]] (in seguito a un incontro avvenuto tra i due) di supportare moralmente i soldati al fronte contro i [[Nazismo|nazisti]]. Nello stesso periodo Sergio I rientrò a Mosca e morì nel [[1944]]. Stalin concesse poi alla [[Chiesa ortodossa]] la possibilità di celebrare funzioni religiose, ma solo all'interno delle chiese autorizzate e nel privato.<ref>{{cita web|url=http://www.instoria.it/home/stalin_chiesa.htm|titolo=Stalin e la Chiesa ortodossa durante la seconda guerra mondiale|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> Con Nikita Khruščёv ripresero le misure più restrittive verso la Chiesa e si riprese anche la propaganda attiva dell'ateismo di Stato dopo la tregua iniziata nel 1943 e durata sino al [[1954]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/04/17/ma-alessio-ii-denuncia-la-chiesa-di.html|titolo=Ma Alessio II denuncia la Chiesa di Roma|pubblicazione=la Repubblica|data=17 aprile 2003|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> Soltanto negli anni ottanta, dopo la continuazione della politica antireligiosa dei governi Breznev, [[Jurij Vladimirovič Andropov|Andropov]] e [[Konstantin Ustinovič Černenko|Cernenko]],<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/09/20/gli-ortodossi-che-sfidarono-stalin-urss.html|titolo=Gli ortodossi che sfidarono Stalin e l'URSS|pubblicazione=la Repubblica|data=20 settembre 1999|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> vi fu una nuova tregua nella lotta attiva contro la religione, a partire dall'ascesa al potere di Michail Gorbačëv.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/30/gorbaciov-si-allea-con-la-chiesa.html|titolo=Gorbaciov si allea con la Chiesa|pubblicazione=la Repubblica|data=30 aprile 1988|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> La situazione di tolleranza pratica perdurò fino al 1990, quando Gorbačëv permise la libera propaganda religiosa e instaurò la [[libertà di culto]] in via ufficiale, al posto dell'ateismo di Stato.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/27/con-gorbaciov-un-era-di-liberta-per.html|titolo=Con Gorbaciov un'era di libertà per i fedeli russi|pubblicazione=la Repubblica|data=27 aprile 1988|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> Il governo sovietico istituì inoltre l'Istituto per l'ateismo scientifico di [[Leningrado]], che durò fino allo scioglimento dell'Unione Sovietica nel 1991.<ref>{{cita web |url=http://books.google.it/books?id=BGJtDwJ7aPwC&pg=PA147&lpg=PA147&dq=institute+for+scientific+atheism&source=bl&ots=eRnt1h2bLl&sig=zRvsLyBg6z1ozGop1czHi92d0uE&hl=it&sa=X&ei=uG8LU87zCIa00QWSzYDQAw&ved=0CGgQ6AEwBQ#v=onepage&q=institute%20for%20scientific%20atheism&f=false|autore=James Thrower|titolo=Marxist-Leninist "scientific Atheism" and the Study of Religion and Atheism in the USSR|lingua=en}}</ref>
 
Il governo sovietico istituì inoltre l'Istituto per l'ateismo scientifico di [[Leningrado]], che durò fino allo scioglimento dell'Unione Sovietica nel 1991.<ref>{{cita web |url=http://books.google.it/books?id=BGJtDwJ7aPwC&pg=PA147&lpg=PA147&dq=institute+for+scientific+atheism&source=bl&ots=eRnt1h2bLl&sig=zRvsLyBg6z1ozGop1czHi92d0uE&hl=it&sa=X&ei=uG8LU87zCIa00QWSzYDQAw&ved=0CGgQ6AEwBQ#v=onepage&q=institute%20for%20scientific%20atheism&f=false|autore=James Thrower|titolo=Marxist-Leninist "scientific Atheism" and the Study of Religion and Atheism in the USSR|lingua=en}}</ref>
 
=== Legislazione su matrimonio, aborto, eutanasia e omosessualità ===