Anagramma: differenze tra le versioni

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In realtà, maggiore è il numero delle lettere a disposizione, maggiore è la probabilità che l'anagramma realizzi tali associazioni, pertanto l'effetto di sorpresa dovrebbe essere limitato. A prescindere da considerazioni eminentemente estetiche (le quali sempre comportano una valutazione soggettiva personale) l'incremento nei risultati positivi è dimostrabile col calcolo combinatorio e secondariamente con l'analisi statistica i quali permettono di appurare che incrementando il numero delle lettere componenti la frase di partenza (il cosiddetto ''esposto'') aumentano le frasi a senso compiuto.
Gli anagrammi sono classificabili fra i [[gioco linguisticodi parole|giochi linguistici]] e quelli [[enigmistica|enigmistici]].
 
== Storia ==
La costruzione degli anagrammi è una pratica antica, anche se non è certa l'origine esatta. Era noto al popolo [[ebraismo|ebraico]], in particolare agli scrittori più tardi come i [[Cabala ebraica|cabalisti]], che giocavano con "i misteri e i segreti che sono intrecciati nei versi di lettere". Gli anagrammi erano però già noti anche a Greci e Romani, benché gli esempi conosciuti in [[Lingua latina|latino]] siano quasi tutti imperfetti.
 
Come altri giochi di parole (in particolare enigmistici come la [[sciarada]]) l'anagramma si lega inizialmente a pratiche magiche, quale l'[[oniromanzia]]: ne parla ad esempio, usando il termine ἀναγραμματισμός ''anagrammatismós'', il greco [[Artemidoro di Daldi|Artemidoro]] nel [[II secolo]] dopo Cristo. Quest'ultimo, seppur screditandolo, fa riferimento all'indovino [[Aristandro di Telmesso]], celebre per i [[vaticiniodivinazione|vaticini]] che illuminarono il viaggio di [[Alessandro Magno]] alla conquista dell'[[Asia]]<ref>Artemidoro IV, 23</ref>. Allo stesso periodo, risale anche la pratica per cui l'anagramma aveva fini di celebrazione e adulazione di un personaggio potente: lo usò in questo modo [[Licofrone|Licofrone di Calcide]], poeta del [[III secolo a.C.]], noto appunto per gli anagrammi encomiastici rivolti a [[Tolomeo II|Tolomeo II Filadelfo]]<ref name=incontri>Stefano Bartezzaghi, ''Incontri con la Sfinge'', Einaudi 2004 (capitolo secondo)</ref>.
 
L'anagramma fu popolare in [[Europa]] soprattutto a partire dai secoli [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]]. Si trovano anagrammisti alle corti di [[Carlo IX di Francia|Carlo IX]] (Jean Dorat) e degli [[Stuart]] (Joshua Sylvester)<ref name=incontri/>. Talora sono poeti; altre volte, come nel caso di Thomas Billon presso [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]], veri e propri anagrammisti "ufficiali".
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== Enigmistica ==
L'[[enigmistica]], riconoscendo la versatilità del gioco, distingue fra anagrammi enigmistici propriamente detti e anagrammi non enigmistici. I primi sono generalmente [[Schema enigmistico|combinazioni]] alla base di un [[indovinello|gioco in versi]] o di una [[crittografia (enigmistica)|crittografia]]; ma non è escluso dall'utilizzo nei [[rebus (enigmistica)|rebus]] (come ''anagramma'' illustrato o come ''anarebus'') e perfino nelle [[parole crociate]]<ref name=lezioni>Stefano Bartezzaghi, ''Lezioni di enigmistica'', Einaudi 2001 (parte seconda, capitolo III)</ref>. L'anagramma in questo caso è uno [[schema enigmistico|schema]], ossia un tipo di rapporto fra i termini che costituiscono la soluzione dell'enigma. I secondi comprendono ogni altra forma; tuttavia nemmeno queste sono escluse, in linea di principio, dalla pratica enigmistica (anche se di pura composizione e non di soluzione; es.: concorsi e gare anagrammatiche). Tendono però in questo caso a soggiacere a criteri di selezione più rigorosi.
 
All'anagramma si riconducono in pratica tutti gli schemi enigmistici che non prevedono [[zeppa|aggiunte]] o [[scarto|scarti]] di lettere. In base alla maggiore o minore "radicalità" della permutazione, infatti, gli anagrammi si dicono più o meno ''moderati'', e solo la presenza di requisiti ulteriori fa sì che il gioco assuma una denominazione più specifica<ref name=lezioni/>. Così, ad esempio, una [[spostamento (enigmistica)|metatesi]] ''cap''r''a'' / ''ca''r''pa'' non è altro che un anagramma molto moderato, fondato ulteriormente sul presupposto che una sola lettera migri da un punto all'altro della parola. Nel dubbio sulla denominazione di uno schema si deve sempre tenere conto di questi requisiti: il caso di ''capra'' / ''carpa'' andrà dunque denominato ''metatesi'' (o ''spostamento'') e non ''anagramma''.
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: ENAC, NEAC, EANC, AENC, NAEC, ANEC, ENCA, NECA, ECNA, CENA, NCEA, CNEA, EACN, AECN, ECAN, CEAN, ACEN, CAEN, NACE, ANCE, NCAE, CNAE, ACNE, CANE.
 
Questa regola è vera in generale. Se una parola contiene n simboli senza ripetizioni, il numero dei suoi anagrammi, cioè il numero delle [[Permutazione|permutazioni]] di n oggetti è n! (n [[fattoriale]]), cioè
 
: <math>n ! = n (n-1) (n-2) ... 1</math>
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*{{Treccani|anagramma_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|anagramma|autore= Stefano Bartezzaghi}}
*{{Treccani|anagramma_(Enciclopedia-Italiana)/|ANAGRAMMA|autore=Aldo Santi}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.hi-net.it/anagrammi/ Anagram-matic], generatore di anagrammi in Italiano ed Inglese
* [http://www.nightgaunt.org/anagrams/anagrams.htm Motore Anagrammatico del Gaunt], generatore di anagrammi a frase in lingua italiana realizzato da [[Corrado Giustozzi]]