Andrea Doria (transatlantico): differenze tra le versioni
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L<nowiki>'</nowiki>'''''Andrea Doria''''' è stato un [[transatlantico]] dell’[[Italia - Società di Navigazione|''Italia - Società di Navigazione'']], gruppo [[IRI]] - [[Finmare]], meglio conosciuta nel mondo della navigazione internazionale come "''Italian Line''". Costruito ai [[Cantiere navale di Sestri Ponente|cantieri navali Ansaldo]] di [[Sestri Ponente|Genova Sestri Ponente]], fu varato il 16 giugno [[1951]] ed effettuò il suo viaggio inaugurale il 14 gennaio [[1953]].
La [[turbina a vapore|turbonave]] prese il suo nome dall'ammiraglio [[Liguria|ligure]] del [[XVI secolo]], [[Andrea Doria]]. Strutturata su 11 ponti
Il 25 luglio del [[1956]], mentre era diretta a [[New York]], l<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria''
Morirono 51 persone (5 passeggeri della ''Stockholm'' e 46 dell<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'')<ref>Morirono 55 persone secondo ''Storia d'Italia'', DeAgostini, 1991, p. 577.</ref> per la maggior parte alloggiati nelle cabine investite dalla [[prua]] della nave svedese. Il transatlantico, con una murata completamente squarciata, si coricò su un fianco e affondò la mattina di giovedì 26 luglio [[1956]], alle ore 10:15, dopo 11 ore dalla collisione, davanti alle coste [[Stati Uniti d'America|statunitensi]]. L'inclinazione della nave rese inutilizzabili metà delle [[lancia di salvataggio|lance di salvataggio]], tutte quelle sul lato opposto a quello della collisione. Ciò nonostante, vi fu una sola altra vittima, oltre a quelle dovute alla collisione: in seguito al disastro del ''[[RMS Titanic|Titanic]]'' del [[1912]] erano state migliorate le procedure di comunicazione di emergenza e si poterono chiamare altre navi in soccorso; inoltre le manovre di evacuazione furono rapide ed efficaci.
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== Caratteristiche ==
L<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' misurava 213,59 [[metro|m]] di lunghezza fuori tutto e 27,40 m di larghezza massima al galleggiamento; aveva una [[stazza lorda]] di 29.950 tonnellate e una [[stazza netta]] di 15.788 tonnellate.<ref name = "nota_size">[http://www.pbs.org/lostliners/chart.html Comparison Chart]. ''PBS Online - Lost Liners''.</ref> La propulsione era affidata a due impianti separati di [[turbina a vapore|turbine a vapore]], collegate a due [[elica|eliche]] gemelle a tre pale, che permettevano alla nave di raggiungere agevolmente una velocità di
L<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' puntava invece su estetica e lusso: fu la prima nave ad avere a bordo tre piscine aperte, una per ogni classe (prima, cabina e turistica) e una delle prime ad avere l'aria condizionata in tutti i locali abitati, sia dei passeggeri
I 1241 passeggeri erano così suddivisi: 218 in prima classe, 320 in classe cabina e 703 in classe turistica,<ref name="nota_LostLiners2">[http://www.lostliners.com/Liners/Italia/Andrea_Doria/ship.html Andrea Doria] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20040606144737/http://www.lostliners.com/Liners/Italia/Andrea_Doria/ship.html |data=6 giugno 2004 }}. ''Lost Liners''.</ref>.
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== Tecnica ==
L'unità era considerata una delle più sicure dell'epoca. A quei tempi la normativa [[Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare|SOLAS 1948]] non era ancora obbligatoria per tutti i Paesi membri dell'[[Organizzazione marittima internazionale]], ma una semplice raccomandazione. Era stata la Società Italia - che aveva sempre creduto nella sicurezza a bordo come un fattore di vitale importanza per il successo commerciale delle sue linee - ad autoimporsi quella regola.
Dato che la sua genericità poteva dare adito a interpretazioni diverse, aveva affidato la sorveglianza del progetto e della costruzione delle sue navi a tre [[Ente di classificazione navale|enti di classificazione]] indipendenti: il [[Lloyd's Register]] britannico, l'[[American Bureau of Shipping]] statunitense e il [[Registro italiano navale|Registro Italiano Navale]], che avevano tradotto la SOLAS 1948 in un manuale di costruzione marittima dettagliato. Questo comportava un aumento della larghezza al galleggiamento e una sensibile riduzione dell'altezza complessiva dell'unità a parità del numero di ponti; quest'ultimo aspetto avrebbe ridotto la spettacolarità dei saloni, ma costituito un vantaggio per la stabilità. La SOLAS 1948 richiedeva, per contenere lo sbandamento dell'unità entro i 15° nell'ipotesi di due compartimenti stagni allagati, un'[[altezza metacentrica]] residua di almeno 15 cm, ma l<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' doveva ottemperare ai requisiti italiani in materia e la sua altezza metacentrica minima doveva essere almeno il doppio. Alla partenza l<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' aveva un'altezza metacentrica iniziale pari a circa 1,52 m, quindi ben superiore ai requisiti minimi della SOLAS 1948. Il transatlantico era costituito da 11 ponti, di cui 4 continui, 12 compartimenti stagni e altrettante porte stagne, doppiofondo cellulare per tutta la lunghezza della [[carena]] e scafo a doppio guscio compartimentato nella zona dell'apparato motore. Le prestazioni del progetto, in particolare la nuova carena a bulbo, si rivelarono sorprendenti durante la prova alla massima velocità svoltasi il 9 dicembre 1952. A sottolineare l'importanza di quella prova, si erano imbarcati il presidente dell'Ansaldo, il presidente della Società Italia e i rappresentanti del RINA, del Lloyd's Register e dell'American Bureau of Shipping. Il risultato dell'ultimo passaggio fu straordinario: le eliche giravano a 172,5 giri al minuto in luogo dei 143 di servizio e la potenza misurata all'asse fu di 62200 hp; in luogo dei 25,3 nodi massimi richiesti dal contratto, l<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' viaggiò alla media di 26,44 nodi. La soddisfazione generale per quei risultati, che andavano oltre ogni aspettativa, indusse i dirigenti dell'Ansaldo e dell'Italia a tenere a bordo un'improvvisata conferenza stampa al termine delle prove. In seguito alla collisione, vi furono critiche circa la stabilità della nave, ma bisogna tener presente che la falla causata dalla ''Stockholm'' era circa quattro volte quella standard. Inoltre, a bordo al momento della collisione si trovava Robert Young, dirigente e poi amministratore e presidente dell'American Bureau of Shipping che, oltre a difendere l'equipaggio italiano dalle accuse di codardia, non ravvisò alcuna carenza nella stabilità della nave. Pertanto nessuna modifica fu richiesta dagli enti di classifica della gemella ''Cristoforo Colombo'', in quanto non vi era alcuna deficienza costruttiva da rimediare.
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