Andrea Doria (transatlantico): differenze tra le versioni

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[[File:Andrea Doria USCG 1.jpg|sinistra|miniatura|L<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' sbandata a dritta dopo lo speronamento (si vedono le cime penzolanti, usate per calare le lance di salvataggio di dritta in mare: la notevole inclinazione impedì di calare tutte le lance dell'altro lato)]]
 
Alle 23:10 entrambe le navi stavano per incrociare un corridoio molto trafficato, coperto da una fitta coltre di nebbia. Non ci fu alcun contatto radio e nonostante l<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' continuasse a emettere i fischi obbligatori durante la nebbia, la ''Stockholm'' non lo fece; una volta giunte a potersi vedere a occhio nudo fu troppo tardi per praticare contromanovre atte a evitare l'incidente, di cui si è detto.
 
Il violento impatto avvenne nel punto di coordinate {{coord|40|30|N|69|53|W}}.
 
L<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' e la ''Stockholm'' entrarono in collisione con un angolo di quasi 90 gradi: la [[prua]] rinforzata (in funzione del fatto che poteva operare anche come [[rompighiaccio]]) della ''[[Stockholm (nave)|Stockholm]]'' sfondò la murata dell<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' e la squarciò per quasi tutta la sua lunghezza (dato che l<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' continuava a viaggiare lungo la propria rotta ortogonale alla direzione della ''Stockholm'') sfondando sotto il ponte di comando dell<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' per un'altezza di tre ponti, ovvero per oltre 12 metri, uccidendo numerosi passeggeri che si erano già ritirati a dormire nelle proprie cabine. Inoltre, sfondando molte paratie stagne e perforando cinque depositi combustibile, causò l'imbarco di circa 500 tonnellate di acqua di mare che, non potendo essere bilanciate nei brevissimi tempi della collisione, produssero il pericoloso, immediato e anomalo sbandamento (inclinazione) a dritta per oltre 15 gradi.
 
Quarantasei dei 1706 passeggeri trovarono la morte al momento dell'impatto, insieme a 6 uomini della ''Stockholm''. Dopo la collisione l'equipaggio trovò sul ponte di coperta della ''Stockholm'' una ragazza di 14 anni che era ospitata nella cabina 52 dell<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'': era Linda Morgan, sopravvissuta all'impatto senza riportare ferite gravi, mentre sua sorella era morta nella cabina schiacciata dalla prua della ''Stockholm''. Le due ragazzine erano figlie di un noto cronista statunitense che nel corso della stessa notte, senza mai apparire di essere interessato da motivi di natura personale, seguì e portò avanti una cronaca diretta.
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=== Il salvataggio: il soccorso da parte della ''Île de France'' ===
L'abbandono della nave fu reso difficoltoso dallodall'inclinazione sbandamentolaterale iniziale, che rese inservibili le [[Lancia di salvataggio|lance]] del lato sinistro. Gli addetti alle macchine si mobilitarono subito e l'elettricità fu mantenuta fino alla fine, tanto che la nave affondò con le luci di emergenza ancora accese. L'arrivo dell<nowiki>'</nowiki>''[[Île de France (nave)|Île de France]]'' con undici lance di salvataggio fu preceduto da quello di altre due navi mercantili: la ''Cape Ann'' prima e la ''Thomas'' dopo, ciascuna con l'apporto di due lance. Anche la ''Stockholm'' raccolse una parte dei naufraghi.
 
Un punto chiave nella soluzione del disastro fu la decisione del comandante Raoul de Beaudéan, sulla ''Île de France'', transatlantico francese diretto verso l'Europa che aveva superato la ''Stockholm'' diverse ore prima, di dare ordine di invertire la rotta con le macchine avanti tutta. Beaudéan continuò a procedere attraverso la fitta [[nebbia]] alla massima velocità finché, attorno alle due del mattino del 26 luglio, raggiunse l<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria''. L'arrivo del grande transatlantico francese fu lo spartiacque emotivo di quella tragica notte: alla vista della nave, illuminata a giorno per ordine del capitano de Beaudéan, i passeggeri e l'equipaggio dell<nowiki>'</nowiki>''Andrea Doria'' tirarono un sospiro di sollievo: il panico si placò, permettendo un'evacuazione della nave decisamente più tranquilla ed efficace di quanto fosse stato possibile fino ad allora.