Jacopo Dal Verme: differenze tra le versioni
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Nel giugno del [[1372]] Galeazzo II Visconti lo ingaggia per riconquistare [[Castel San Giovanni]] e la [[Val Tidone]], cadute nelle mani dei [[guelfi]], la città è difesa strenuamente da ''Dondaccio Malvicini Fontana'' di Piacenza e l'assedio non va a buon fine e si dovrà limitare a scorribande nel territorio della val Tidone.
Dopo la morte di [[Giovanni II del Monferrato]], Galeazzo II Visconti inizia la campagna militare per impossessarsi del Monferrato e il Dal Verme è uno dei principali condottieri che nel luglio del [[1372]] si pose all'assedio di [[Asti]] [[Ottone IV di Brunswick-Grubenhagen|Ottone di Brunswick]] che controlla la città per conto del giovane marchese [[Ottone III del Monferrato]], in aiuto del Monferrato l'assedio viene rotto da un numero ingente di truppe guidate dal conte Amedeo VI di Savoia, quindi il Dal Verme costretto a ritirarsi si sposta all'assedio di [[Casale Monferrato]]. Con il formarsi di una lega a difesa del Monferrato si sfaldano le alleanze e la campagna finisce con la difesa di [[Biella]] dalle truppe sabaude. Nell'agosto del [[1376]] è inviato in missione diplomatica ad [[Avignone]] presso il [[Papa Gregorio XI]] con gli ambasciatori Antoniolo Lucini, Tommaso di Groppello e Vassallino Bossi: è raggiunto un accordo che sarà ratificato dai Visconti a dicembre nel castello di Pavia. Nel [[1377]] difende nuovamente Biella da un attacco portato dai genovesi assoldati dai [[Fieschi]] per liberare il vescovo [[Giovanni Fieschi]] catturato ed incarcerato dai cittadini. Nel marzo dello stesso anno gli sono restituiti dagli Scaligeri i beni confiscati ai suoi famigliari al tempo della rivolta di Frignano della Scala nel 1354.
Tornato nel [[1378]] a militare per gli Scaligeri, fu impiegato contro Bernabò Visconti, che reclamava la signoria di Verona. Firmata la pace, per le sue doti militari venne nominato nel [[1379]] consigliere di [[Gian Galeazzo Visconti]], che lo schierò contro [[Giovanni III del Monferrato|Giovanni III]], [[Marchesato del Monferrato|signore del Monferrato]] col grado di capitano generale. Partecipò nel [[1385]] alla cattura di Bernabò Visconti, ordinata dal nipote Gian Galeazzo per impossessarsi del [[Ducato di Milano]].▼
▲Tornato quindi nel [[1378]] a militare per gli Scaligeri, probabilmente con l'assenso e la complicità di Galeazzo II Visconti fu impiegato
Dopo la conquista di Verona nel [[1387]], i Visconti meditarono di occupare anche [[Padova]], governata dai [[Carraresi]] e Jacopo Dal Verme rivestì un ruolo importante nelle vesti di politico e di militare. Approfittando delle liti tra i veneziani ed i padovani, Jacopo ottenne la resa di questi ultimi e nel [[1388]] ebbe in cambio l'iscrizione al patriziato veneziano e la regalia del loro palazzo a Venezia. Nel frattempo Jacopo partecipò attivamente al piano dei signori di Milano per conquistare [[Bologna]] e [[Firenze]]. Ma il recupero di Padova da parte di [[Francesco II da Carrara]] nel [[1390]] rallentò i loro piani. Alla discesa dei francesi in Italia, timorosi del troppo potere assunto dai Visconti, si schierarono sotto le mura di [[Alessandria]] al comando del conte [[Giovanni III di Armagnac]]. Ne seguì una violenta [[Battaglia di Alessandria (1391)|battaglia]] ingaggiata dalle truppe viscontee comandate dal Dal Verme ed il 25 luglio [[1391]] con la sconfitta dei francesi il conte di Armagnac perse la vita.
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