Marcomanni: differenze tra le versioni

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I '''Marcomanni''' erano un'antica [[popolazione]] [[germani]]ca. Furono menzionati per primila menzionatiprima volta da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] come facenti parte dell'esercito di [[Ariovisto]]<ref>{{cita|CeCesare, ''De bello gallico''|I, 51.2}}.</ref> e forse anche della prima invasione dell'epoca di [[Gaio Mario]] (erano [[Suebi]]). AbitaronoVivevano tra il [[Reno]], il [[Meno (fiume)|Meno]] ed il [[Danubio]] superiore (zona precedentemente occupata dagli [[Elvezi]]) fino alla fine del [[I secolo a.C.]]
 
==Storia==
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{{Vedi anche|Occupazione romana della Germania sotto Augusto}}
 
Sconfitti da [[Druso maggiore]] nel [[9 a.C.]], furono guidati dal loro re [[Maroboduo]] (tra il 9-[[7 a.C.]]) verso est, nell'attuale [[Boemia]] e [[Moravia]] (a nord di [[Carnuntum]], odierna [[Altenburg]] in [[Austria]]), penetrando nel paese dei [[Boi]] (di chiara origine [[Celti|celta]]).<ref name="TacitoGermania42">{{cita|Tacito, ''De origine et situ Germanorum''|42}}.</ref> Là furono a capo di una [[confederazione]] di [[Germani|popoli germanici]] ([[Naristi]] e [[Quadi]]), che si estendeva fino alla pianapianura [[Ungheria|ungherese]]. Sotto il loro re [[Maroboduo]] raggiunsero una vera e propria egemonia nella zona. Vi fondarono un potente regno, che, dopo aver dominato su molte delle circostanti tribù germaniche, si sgretolò presto in una lotta contro i vicini [[Cherusci]] di [[Arminio]] ([[18]] d.C. circa). RiuscìRiuscirono a scampare al pericolo di un'invasione ede all'[[Occupazione romana della Germania sotto Augusto|occupazione romana della Boemia]] nel [[6]] d.C., quando le [[esercito romano|armate romane]] guidate da [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]], si fermarono a soli 5 giorni di marcia dagli avamposti marcomanni.
{{vedi anche|Occupazione romana della Germania sotto Augusto#Tiberio e Maroboduo (6)}}
 
In seguito [[Maroboduo]] fu cacciato da un giovane nobile, un certo Catualda, che in passato era stato mandato in esilio, avendo approfittato della sconfitta del vecchio sovrano. Maroboduo chiese, a suaquel voltapunto, asilo politico a [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]], che glielo accordò, mandandolo a vivere a [[Ravenna]]. Catualda, impadronitosi del potere, non durò a lungo. Nel [[19]]-[[20]] affrontavaaffrontò un esercito di [[Ermunduri]], capitanato da un certo Vibilio, ma venivavenne sconfitto sonoramente, tanto da richiedere anch'egli asilo ai Romani. Tiberio accolse anche lui e lo inviò a [[Fréjus (comune)|Forum Iulii]] nella [[Gallia Narbonense]].
 
EraOra oraera insediato sul trono di Marcomanni e [[Quadi]], un re filo-romano, un certo ''[[Vannio]]'', il quale regnò per numerosi anni, dal [[19]] al [[50]]. Alla fine del suo regno, Tacito racconta che Vannio fu cacciato dagli stessi Suebi, grazie anche all'aiuto del re degli [[Ermunduri]], il solito ''Vibilio'', e dei [[Lugi]], e che l'imperatore [[Claudio (imperatore romano)|Claudio]] preoccupato, pur essendosi rifiutato di intervenire direttamente in questa contesa, ordinò al governatore della [[Pannonia]], ''Sesto Palpellio Istro'':
{{Citazione|''di disporre una legione con un corpo scelto di milizie ausiliarie sulla riva del Danubio... per proteggere i perdenti e dissuadere i barbari vittoriosi dalla tentazione di invadere la provincia''.}}
 
I figli della sorella di ''Vannio'', ''[[Vangio]]'' e ''[[Sidone (re)|Sidone]]'' si spartirono il grande regno dei [[Suebi]] (Quadi e Marcomanni), mantenendo verso Roma assoluta lealtà, mentre Vannio con la sua corte fu sistemato in [[Pannonia]].
 
===Da Domiziano ad Antonino Pio ([[89]]-[[161]])===
Nuovi scontri con i Romani, si ebbero lungo il fronte danubiano sotto l'imperatore [[Domiziano]] durante gli anni del primo conflitto contro i [[Daci]] di [[Burebista]]. Marcomanni, Quadi e [[Iazigi|Sarmati Iazigi]], non avendo fornito il necessario aiuto a Roma contro [[Decebalo]], in qualità di ''[[Regno cliente (storia romana)|popolazioni clienti]]'', furono aggreditiattaccati con intento punitivo dagli eserciti romani. La guerra si protrasse con esito incerto ed altalenante per circa un decennio: dall'[[89]] al [[97]] d.C., quando fu definitivamente rinegoziata con loro la pace dal futuro imperatore, [[Traiano]], che per questi successi ottenne il titolo di ''Germanicus'' e l'adozione imperiale da parte di [[Marco Cocceio Nerva|Nerva]] ([[96]]-[[98]] d.C.).
 
Nuovi scontri si ebbero ancora sotto l'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], quando l'imperatoreil designato apotenziale succederglisuccessore, [[Lucio Elio Cesare|Elio Cesare]] (morto nel [[137]]), fu inviato per un paio d'anni, tra il [[136]] e il 137 d.C., lungo il fronte pannonico (Carnuntum) a combatterli. Erano gli anni [[136]]-137 d.C.
 
===Sotto Marco Aurelio===
{{vedi anche|Guerre marcomanniche}}
La grande invasione del [[167]]/[[170]] li rese di nuovo famosi i Marcomanni, dando inizio ad una guerra durata per circa un ventennio sotto gli imperatori [[Marco Aurelio]] ed il figlio [[Commodo]]: le cosiddette [[guerre marcomanniche]], così ben rappresentate sulla [[Colonna di Marco Aurelio]] di [[Piazza Colonna]] a [[Roma]].
 
Marco Aurelio, sebbene avesse una personalità tutt'altro che bellicosa (come testimonia anche la sua appartenenza alla dottrina dello [[stoicismo]]), fu costretto a passare interi anni lungo il fronte danubiano per combattere queste popolazioni, che avevano formato una grande e potente coalizione di natura politico-militare. Questo passaggio dalla dispersione anarchica al raggruppamento organizzato offrivaconferì alla pressione delle tribù sul confine una forza allora mai raggiunta. Si trattava di ben 11 tribù (Marcomanni inclusi), tra cui: [[Longobardi]], Obii, [[Vandali]] Victuali, [[Quadi]], [[Naristi]], [[Cotini]], forse anche [[Buri]], Vandali Asdingi e Lacringi, oltre ai Iazigi; che nonscelsero eracome mailoro stataportavoce raggiuntail re dei Marcomanni, [[Ballomar]]. La stessa ''[[Historia Augusta]]'' ci tramanda che furono proprio i Marcomanni ed i Vandali Victuali a “provocare disordini ovunque" lungo il fronte [[Pannonia|pannonico]].
 
La guerra, molto violenta, e vinta infinealla fine dall'esercito romano, segnò la fine della ''[[pax romana]]'', periodo iniziato con l'imperatore [[Traiano]], il quale, dopo aver consolidato i domini dell'[[Impero romano|Impero]], avviòaveva avviato un lungo periodo caratterizzato da stabilità politica e benessere economico senza alcun conflitto bellico esterno (ovvero di conquista), continuata anche sotto gli imperatori [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] ed [[Antonino Pio]].
Si trattava di ben 11 tribù (Marcomanni inclusi), tra cui: [[Longobardi]], Obii, [[Vandali]] Victuali, [[Quadi]], [[Naristi]], [[Cotini]], forse anche [[Buri]], Vandali Asdingi e Lacringi, oltre agli Iazigi; che scelsero come loro portavoce il re dei Marcomanni, [[Ballomar]]. La stessa ''[[Historia Augusta]]'' ci tramanda che furono proprio i Marcomanni ed i Vandali Victuali a “provocare disordini ovunque" lungo il fronte [[Pannonia|pannonico]].
 
La guerra, molto violenta, vinta infine dall'esercito romano, segnò la fine della ''[[pax romana]]'', periodo iniziato con l'imperatore [[Traiano]], il quale, dopo aver consolidato i domini dell'[[Impero romano|Impero]], avviò un lungo periodo caratterizzato da stabilità politica e benessere economico senza alcun conflitto bellico esterno (ovvero di conquista), continuata anche sotto gli imperatori [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] ed [[Antonino Pio]].
 
===Dal III secolo alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]]===
{{Vedi anche|Invasioni barbariche del III secolo|Invasioni barbariche del IV secolo}}
 
Dei Marcomanni e dei vicini [[Quadi]], si sa che rimasero relativamente tranquilli durante la [[Dinastia dei Severi]]. Ripresero le armi, sotto la spinta di altri popoli come i [[Vandali]] oe glii [[Iutungi]] verso la metà del III secolo. Si racconta che al tempo dell'Imperatore [[Gallieno]], quest'ultimo concesse ad alcune tribù di Marcomanni di insediarsi nella [[Pannonia superiore|Pannonia romana]] a sud del [[limes danubiano|Danubio]], probabilmente per ripopolare le campagne devastate dalle invasioni dei decenni precedenti, e - cosa curiosa - contrasse un matrimonio secondario con la figlia di un loro principe.<ref name="Grant230">Grant, p. 230.</ref><ref>Mócsy, p. 206.</ref>
{{Citazione|[Gallieno] ebbe come concubina una ragazza di nome Pipa, che ricevette quando una parte della provincia didella Pannonia superiore fu concessa in base ad un trattato a suo padre, re dei Marcomanni, donatagli come regalo di nozze.<ref>[[Aurelio Vittore]], ''Epitome de Caesaribus'', 33.1.</ref>|[[Sesto Aurelio Vittore]], ''De Vita et Moribus Imperatorum Romanorum'', 33.6.}}
 
==Economia==