Siva (divinità): differenze tra le versioni

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grammatica
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[[File:Trimurti ellora.jpg|thumb|left|La Trimūrti, detta anche erroneamente trinità hindu. Da sinistra a destra: Brahmā, Viṣṇu, Śiva. Altorilievo presso il tempio di [[Ellora]], India, VII-IX secolo.]]
 
Con la diffusione del concetto, fuorviante, di [[Trimurti|Trimūrti]]<ref>Occorre qui ricordare, e sottolineare, che Trimūrti ("dalle tre forme") è un concetto artificioso ed estremamente riduttivo, frutto di una superficiale interpretazione della complessità dei fenomeni religiosi hindu a opera dei primi indologi europei, che così vollero semplificare un fenomeno la cui comprensione sfuggiva. Non esiste un vero e proprio culto della Trimūrti, né una visione religiosa unitaria che si possa semplificare con questo concetto (come del resto nemmeno esistono movimenti religiosi che eleggano Brahmā quale divinità degna di culto).</ref>, la figura di Śiva è stata identificata principalmente con il suo aspetto dissolutivo, e quindi rinnovatore (senza tuttavia dimenticare o trascurare gli altri aspetti). Nella Trimūrti Śiva rappresenta la forza che ''riassorbe'' i mondi e gli esseri nel [[Brahman]] immanifesto, è l'aspetto divino che ''conclude'' i cicli duali di vita-morte, per consentire a Brahmā (l'aspetto creativo) di iniziarne degli altri; è anche il Signore che ''distrugge'' la separazione tra il Sé individuale (''jīvātman'') e il Sé universale (''Parātman''). L'appellativo di "distruttore" non è quindi da intendersi in senso negativo, in quanto tale azione si esplica in realtà contro ciò che ostacola<ref>Śiva è distruttore dell'[[ignoranza]] e del [[velo di Maya]], l'illusione metafisica che tiene separato l'individuale dall'universale, secondo la visione che ne dà l'[[Advaita Vedānta]], una delle maggiori scuole religiose dell'induismo.</ref>, oppure è un aspetto della necessità stessa degli eventi: non è possibile una ''creazione'' senza una precedente ''distruzione''.
 
Poiché la Trimūrti è correlata anche coi tre ''[[Guna|guṇa]]'' (le tre tendenze, o qualità della manifestazione<ref>Secondo il [[Sāṃkhya]], scuola filosofica cui si riferiscono molte tradizioni religiose hindu, ogni manifestazione della materia è soggetta a tre tendenze: la tendenza aggregante (''sattva''), disintegrante (''tamas'') e quella equilibratrice (''rajas''), il loro continuo avvicendarsi è la causa del divenire.</ref>), come componente della Trimūrti ed in virtù del suo appellativo di ''Distruttore'', Śiva è anche considerato l'aspetto divino preposto al controllo del ''tamas'', la tendenza ''disintegrante'', cui sono associate qualità come passività, inerzia, non-azione, ignoranza; qualità che si riferiscono al mondo sensibile, quello delle azioni cioè: solo tramite la non-azione, la rinuncia ai vizi come alle virtù, al bene come al male, è possibile la realizzazione.<ref name=miti/>