Battaglia di Mai Ceu: differenze tra le versioni

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{{Campagnabox Guerra d'Etiopia}}
La '''battaglia di Mai Ceu''' fu l'ultima grande battaglia della [[guerra d'Etiopia]]. Fu caratterizzata dal fallimento del contrattacco delle forze dell'esercito regolare etiopico che, al comando diretto dell'imperatore [[Hailé Selassié]], si scontrarono frontalmente con le truppe italo-eritree al comando del maresciallo [[Pietro Badoglio]], schieratischierate in posizioni difensive appositamente predisposte.
 
La battaglia venne combattuta presso [[Mai Ceu]], nell'attuale regione del [[Regione dei Tigrè|Tigrè]]. La controffensiva etiopica venne contrastata anche con l'impiego di gas asfissianti, lanciati da aerei italiani frefra le linee i giorno precedenti la battaglia. Dopo molte ore di attacchi da parte delle forze etiopiche, compresi i soldati della Guardia imperiale, i ''Kebur Zabagnà'', che misero in alcuni punti in grave difficoltà le truppe italiane ed eritree, l'offensiva fu respinta con pesanti perdite. Gli [[Àscari]] eritrei subirono la maggior parte degli attacchi e contribuirono in modo decisivo alla vittoria italiana.
 
Dopo la battaglia l'esercito etiopico si disgregò durante la ritirata e venne decimato dall'aviazione italiana nella successiva [[battaglia del lago Ascianghi]].
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=== La marcia dell'imperatore da Dessié a Quoram ===
Mentre gli italiani si apprestavano a marciare su Alagi, il 20 febbraio [[Hailé Selassié]] lasciava il suo quartier generale di [[Dessiè]] per dirigersi verso nord lungo la strada imperiale sino a giungere a Quoram ove entrò ai primi di marzo. Arrivato nella cittadina con la speranza di raccogliere i resti dell'armata sconfitta nell'Endertà e in ritirata da [[Amba Alagi|Alagi]], venne subito informato della gravità della situazione: [[Ras Mulughietà]] era morto mentre i [[Cassa Darghiè|Ras Cassa]] e [[Sejum Mangascià|Ras Sejum]] erano statostati sconfitti.<ref name=":1">{{Cita libro|autore=|wkautore=Angelo del Boca|titolo=Gli italiani in Africa Orientale, volume II la conquista dell'impero|anno=Ristampa del 1992|editore=Arnoldo Mondadori|città=Cles (TN)|p=563-564|ISBN=88-04-46947-1}}</ref>
 
Questi ultimi, in fuga dopo la sconfitta nella [[seconda battaglia del Tembien]], lo raggiunsero nel quartier generale il 19 marzo seguiti soltanto dalla loro guardia personale.<ref name=":1" /> Sempre a Quoram arrivò anche ras [[Ghetacciù Abaté]] proveniente dalla provincia di [[Caffa (Etiopia)|Caffa]].<ref>Mockler. p. 113</ref>