Età elisabettiana: differenze tra le versioni

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Il regno di Elisabetta non solo segnò l'esordio dell'Inghilterra come grande potenza nella scena europea, ma fu caratterizzato da un grande sviluppo culturale e civile, che è passato alla storia come "età elisabettiana". Tale fioritura si estrinsecò in letteratura e principalmente nel [[teatro elisabettiano|teatro]], soprattutto con [[William Shakespeare]], [[Christopher Marlowe]], [[Ben Jonson]], [[John Webster]] e altri. Grande sviluppo ebbe (come già il regno di suo padre) un periodo autocratico e tendente all'assolutismo, criticato in molte opere dell'epoca sottotraccia per evitare condanne (si pensi al Riccardo II di Shakespeare), molti intellettuali apparvero collusi, o comunque compiacenti con la congiura del duca di Essex. Altri rimasero cattolici o partecipi del dissenso religioso radicale, creando due aree di opposizione alla corona, molto differenti ideologicamente-teologicamente ma ambedue perseguitate. Più dura fu la persecuzione verso il dissenso, religioso e politico, in Irlanda e in alcune contee dell'Inghilterra settentrionale, della Cornovaglia e del Galles. Solo l'Inghilterra sud-occidentale fu costantemente partigiana della regina, anche perché conobbe l'inizio dell'accumulazione di capitale con l'intensificarsi di commerci ed industrie.
== Bibliografia ==
* David Dean, ''Law-Making and Society in Late Elizabethan England: The Parliament of England, 1584-1601'', Cambridge Studies in Early Modern British History., Cambridge University Press, 1996, pp. 330.
* M. Stanco (a cura di), ''La letteratura inglese dall'Umanesimo al Rinascimento. 1485-1625'', Carocci, 2016, pp. 434.
 
== Voci correlate ==
* [[Teatro elisabettiano]]