Battimenti (musica): differenze tra le versioni

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== Esempi pratici di battimenti ==
Il fenomeno dei battimenti è facilmente riscontrabile se facciamo vibrare contemporaneamente due corpi che hanno fra loro una leggera differenza di [[frequenza]] (per esempio di una sola vibrazione al secondo), nel primo istante i due moti arriveranno all'orecchio nella stessa [[fase di vibrazione]]; ma dopo mezzo secondo la prima origine sonora avrà compiuto mezza vibrazione in più della seconda e i due moti saranno in fase opposta. Nel successivo mezzo secondo le vibrazioni si rimetteranno gradatamente in fase e l'orecchio riceverà nuovamente due moti concordi.
[[File:Beat.ogg|thumb|Canale sinistro: '''A3La3 220 Hz''' Canale destro: '''GSol#3 207.65 Hz''' Battito: '''12.35 Hz '''(Alta frequenza)|304x304px]]
[[File:Beatfrequency.ogg|thumb|upright=1.4|Frequenza a 2Hz che emerge dai toni a 220 e 222 Hz (Bassa Frequenza)]]
L'intensità del suono quindi, nell'alternarsi delle diverse fasi oscillerà continuamente, sì che nel miscuglio dei due suoni, leggermente disuguali d'altezza, si avrà, ad intervalli uguali, un susseguirsi di periodici rinforzamenti e di periodici indebolimenti che sono chiamati battimenti.
Vi sono degli strumenti che producono quasi sempre dei battimenti: così sono le [[campane]] che, presentando diversità di spessore in diversi punti, producono battimenti assai intensi che conferiscono loro la caratteristica [[sonorità ondulante]].
Spesso i battimenti sono appositamente impiegati per conseguire effetti speciali; nell'esempio dell'[[Organo (strumento musicale)|organo]], il registro della voce umana è formato da due tubi non perfettamente intonati, allo scopo di ottenere una specie di tremolio che imita la voce dei cantanti.
 
== Suoni di differenza, addizione ==
Suonando due note contemporaneamente, l'orecchio percepisce note aggiuntive di varie frequenze pari ad opportune somme e differenze delle due note emesse: si parla in questi casi di suoni di combinazione. Fra questi il più importante da un punto di vista pratico è il cosiddetto [[terzo suono di Tartini]], scoperto appunto dal [[Giuseppe Tartini|Tartini]] nel [[XVIII secolo|‘700]]. Il celebre violinista constatò infatti che suonando un bicordo ad un intervallo di 5ª (ovvero con rapporto di frequenze 3:2) si sentiva al basso un'altra nota la cui frequenza corrispondeva a un numero di vibrazioni pari alla differenza fra quelle dei due suoni originari. Così, ad esempio, se un suono aveva 900 vibrazioni e l'altro 600, il suono ulteriore che si sentiva aveva 300 vibrazioni al secondo ed era, quindi, di un'ottava più grave di quest'ultimo.