Filologia: differenze tra le versioni
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È più facile rendersi conto dell'importanza della sistemazione dei fatti grammaticali per un esegeta antico, se consideriamo che le grammatiche a quel tempo non esistevano e uno dei problemi fondamentali che egli incontrava era di doversi anzitutto orientare tra le varie forme, in parte tra loro simili (analogiche), ma anche diverse (anomale), con le quali i sostantivi, gli aggettivi e i verbi comparivano nei vari enunciati poetici e non; i quali prima di essere commentati e giudicati a livello critico dovevano trovare una loro collocazione sistematica, ed essere compresi in tutte le loro parti in modo coerente. Tanto più questo era importante quanto più le forme e le espressioni dei testi studiati si discostavano, per antichità o diversità culturale, da quelle della lingua greca conosciuta dallo studioso, come nel caso dei testi di Omero e di Esiodo. Questo può rendere comprensibile come soltanto in seguito, dopo vari secoli, soprattutto con il [[Medioevo]], la grammatica sia stata intesa come scienza autonoma. Proprio sui problemi posti dalla [[flessione (linguistica)|flessione]] nominale e verbale, si protrassero a lungo, su iniziativa di Cratete di Mallo, anomalista, le discussioni tra gli analogisti, che facevano capo alla Scuola di Alessandria (Aristofane di Bisanzio e Aristarco di Samotracia), per i quali la norma del parlare era la regola, e gli anomalisti pergameni seguaci dello stoicismo, per i quali la norma del parlare era l'uso. La disputa produsse come risultato la definizione delle parti in cui, con varianti teoriche sostanzialmente secondarie, anche nei secoli successivi fino ad oggi si è diviso e si divide un [[enunciato]].
=== La filologia latina e greca dopo la conquista della Grecia ===
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