Warg (mitologia): differenze tra le versioni

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Gli Orchi a cavallo di Warg appaiono per la prima volta nella ''Storia di Tinúviel'' , una versione primaria della storia di [[Beren]] e
[[Lúthien]] scritta attorno al 1920 e pubblicata postuma come parte di ''[[The History of Middle-earth]]''.
Nell'opera cinematografica ''[[Lo Hobbit]]'' invece, gli Warg appaiono due volte; la prima, operando con gli [[Orchi della Terra di Mezzo|Orchi]] nel tentativo di acciuffare [[Bilbo Baggins]],e la sua piccola compagnia rifugiata sulle cime degli alberi,<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Lo Hobbit o la Ricoquista del Tesoro, Cap. VI, Dalla padella nella brace"'', pag. 115, edizione Adelphi La Nuova Italia 9ª ristampa maggio 2003.</ref> e la seconda nella [[Battaglia dei Cinque Eserciti]] affiancando l'esercito di Orchi di [[Lista di Orchi di Arda#Bolg|Bolg]].<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Lo Hobbit o la Ricoquista del Tesoro, Cap. XVII, ...e scoppia il temporale"'', pag. 310, edizione Adelphi La Nuova Italia 9ª ristampa maggio 2003.</ref>
VI, Dalla padella nella brace"'', pag. 115, edizione Adelphi La Nuova Italia 9ª ristampa maggio 2003.</ref> e la seconda nella [[Battaglia dei Cinque Eserciti]] affiancando l'esercito di Orchi di [[Lista di Orchi di Arda#Bolg|Bolg]].<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Lo Hobbit o la Ricoquista del Tesoro, Cap. XVII, ...e scoppia il temporale"'', pag. 310, edizione Adelphi La Nuova Italia 9ª ristampa maggio 2003.</ref>
Ne ''[[La Compagnia dell'Anello (romanzo)|La Compagnia dell'Anello]]'' attaccano i "''[[Compagnia dell'Anello (personaggi)|Nove Viandanti]]''" in un'imboscata notturna nell'[[Eregion]].<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell'Anello, Libro terzo, Cap. IV, Un viaggio nell'oscurità"'', pag. 387, IX edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.</ref>
Infine, ne ''[[Le due torri (romanzo)|Le due torri]]'' vengono menzionati di sfuggita lungo i guadi dell'[[Isen]], prima della [[Battaglia del Fosso di Helm]], cavalcati da alcuni Orchi dell'esercito di [[Saruman]].<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Il Signore degli Anelli: Le Due Torri, Libro terzo, Cap. VI, Il Fosso di Helm"'', pag. 664, VII edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.</ref>
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I due Warg più importanti e feroci sono stati Draugluin e [[Carcharoth]]:
*'''''Draugluin''''' era una belva terribile dalla grande forza, creata e cresciuta nel male da Sauron, signore di lupi mannari di Angband. Egli muore per mano di [[Huan]], ''"il Cane dei Valar"'', sul ponte di Tol-in-Gaurhoth.<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Il Silmarillion: Quenta Silmarillion, Di Beren e Lúthien, Cap. XIX"'', pag. 216, XXI edizione Bompiani aprile 2011.</ref>
*'''''Carcharoth''''', cioè ''"Fauci Rosse"'', chiamato anche ''"Anfauglir Fauci riarse"'', fu invece proprietà di Morgoth, il quale scelse uno dei cuccioli della razza di Draugluin e lo nutrì con carne viva, ponendo il proprio potere su di lui, facendogli entrare in corpo, il fuoco e la furia degli inferi, facendolo divenire ancor più terribile e famelico di quanto già non lo fosse. Il lupo demoniaco crebbe rapidamente all'inverosimile, tanto da non poter più entrare in nessuna tana, quindi Morgoth, soddisfatto del suo risultato, lo fece giacere prima ai suoi piedi, nelle profondità di Angband, e successivamente, avendo avuto il sentore della minaccia di Huan, che aveva già ucciso Draugluin, lo confinò ai cancelli della sua tetra fortezza a fare un'insonne guardia.<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Il Silmarillion: Quenta Silmarillion, Di Beren e Lúthien, Cap. XIX"'', pag. 222-223, XXI edizione Bompiani aprile 2011.</ref> Carcharoth fu ucciso presso le cascate dell'Esgalduin da Huan, il quale anch'egli perì, per colpa del morso velenoso della bestia infernale.<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Il Silmarillion: Quenta Silmarillion, Di Beren e Lúthien, Cap. XIX"'', pag. 229, XXI edizione Bompiani aprile 2011.</ref>
Cap. XIX, pag. 222-223, XXI edizione Bompiani aprile 2011.</ref> Carcharoth fu ucciso presso le cascate dell'Esgalduin da Huan, il quale anch'egli perì, per colpa del morso velenoso della bestia infernale.<ref>J.R.R. Tolkien, ''"Il Silmarillion: Quenta Silmarillion, Di Beren e Lúthien, Cap. XIX"'', pag. 229, XXI edizione Bompiani aprile 2011.</ref>
 
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