Battaglia di Adrianopoli (378): differenze tra le versioni

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== Conseguenze ==
Dopo la sconfitta delle legioni romane, [[Teodosio I|Teodosio]] (chiamato alla guida dell'impero d'Oriente da Graziano dopo la morte di Valente) e i suoi successori adottarono una nuova strategia di contenimento nei confronti dei barbari. In seguito a quest'evento, traumatico per la direzione imperiale e per il sistema romano nel suo complesso, gli imperatori, incapaci di fermare le invasioni militarmente, cominciarono ad adottare politiche di [[appeasement|accomodamento]] basate sui sistemi della [[hospitalitas]] e della [[Socii e Foederati|foederatio]], ovvero su meccanismi che consentissero l'integrazione e l'assimilazione delle genti che premevano lungo il ''limes'' romano. La battaglia, inoltre, accelerò quel processo di apertura all'immigrazione barbarica che già da secoli preoccupava i romani e li vedeva costretti a stipulare patti di accoglienza con le popolazioni d'oltre [[Danubio]] che richiedevano di stabilirsi nell'Impero.
 
Adrianopoli innescò un circolo vizioso per il quale le forze militari romane iniziarono a fare assegnamento, in modo sempre più esclusivo, sull'apporto dei soldati di origine barbarica, al punto che l'esercito giunse ad essere costituito, in larga parte, da mercenari e truppe barbare romanizzate e da non poter prescindere dall'impiego di ''[[dediticii]]''. La battaglia segnò l'inizio del percorso che avrebbe portato alla caduta definitiva della parte occidentale dell'Impero e e al suo sfaldamento.