Paolo Veronese: differenze tra le versioni

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Altra notevole prova giovanile e pre-veneziana del Caliari è costituita dal ''Matrimonio mistico di santa Caterina'', dipinta tra il 1547 e il 1550, in occasione delle nozze di esponenti della nobiltà veronese.<ref>{{cita|Marini e Aikema, 2014|p. 146}}.</ref> Sono gli anni immediatamente successivi, tra il 1550 e il 1555, in cui Paolo arriva ai massimi della sua inclinazione [[manierismo|manierista]], mostrando un forte interesse per le tonalità più pure del colore e per una sofisticata caratterizzazione del disegno.<ref name="P15">{{cita|Pignatti, 1976|p. 15}}.</ref>
 
Negli anni successivi lavorò, grazie ai buoni uffici del Sanmicheli, nei pressi di [[Castelfranco Veneto]] per i [[Soranzo]] (1551), affrescandone la villa di famiglia, edificata dallo stesso Sanmicheli. Tali pitture poi vennero malamente strappate (e la villa distrutta nel 1817) e i resti più significativi si trovano oggi nella [[sagrestia]] del [[Duomo di Castelfranco Veneto]].<ref name=S243/><ref>{{cita|Pignatti, 1976|pp. 18, 20}}.</ref><ref group="N">Le decorazioni di villa Soranzo vennero smembratismembrate in oltre cento parti, alcunialcune di essiesse si trovano presso il [[Duomo di Castelfranco Veneto]], altrialtre a [[Vicenza]], [[Venezia]], [[Cittadella (Italia)|Cittadella]] e [[Parigi]]. Agli inizi del [[XIX secolo]] una parte arrivò anche in [[Inghilterra]] ma oggi se ne sono perse le tracce. In {{cita|Schweikhart, 1974|p. 243}}.</ref> Assieme al Caliari, tutti chiamati da Sanmicheli,<ref>{{cita|Pignatti, 1976|p. 16}}.</ref> nella dimora dei Soranzo lavorarono anche [[Giovanni Battista Zelotti|Giambattista Zelotti]] e [[Anselmo Canera]], equipe che dimostrò un’eccellente unione d’insieme, esperienza replicata altre volte, come nella decorazione di [[Palazzo Canossa (Verona)|Palazzo Canossa]] a Verona.<ref>{{cita|Marini e Aikema, 2014|pp. 28, 95}}.</ref> Gli affreschi di villa Soranzo - in linea con precedenti esempi del rinascimento veneto, ispirati dalle descrizioni delle ville romane di [[Vitruvio]] e [[Plinio il Vecchio|Plinio]] - consistevano in raffigurazioni illusionistiche associate a vedute paesaggistiche o visioni celesti.<ref>{{cita|Marini e Aikema, 2014|p. 94}}.</ref>
 
Questa prima esperienza nella grande decorazione parietale si dimostrò molto importante per la successiva carriera del Caliari.<ref>{{cita|Pallucchini, 1984|pp. 21, 81}}.</ref> L'apprezzamento di questa prova, inoltre, fruttò al Veronese la prestigiosa chiamata da parte del cardinale [[Ercole Gonzaga]] a Mantova (nel 1552) per eseguirvi una pala d'altare per il [[Duomo di Mantova|Duomo]] raffigurante le ''Tentazioni di sant'Antonio'' ([[Musée des Beaux-Arts (Caen)|Museo di belle arti]] di Caen), dove ancora una volta il giovane Veronese dimostra la sua piena adesione alla cultura manieristica, rivolgendosi, in questa occasione, al suo versante romano e citando probabilmente il [[Torso del Belvedere]].<ref>{{cita|Marini e Aikema, 2014|pp. 22, 64}}.</ref><ref name=S246>{{cita|Schweikhart, 1974|p. 246}}.</ref>