Giuseppe Jappelli: differenze tra le versioni

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Nel [[1817]] venne nominato ingegnere provinciale e ricevette importanti incarichi pubblici, tra cui quello per la progettazione delle carceri, di una nuova sede dell'[[Università di Padova|Università]] che doveva essere collocata tra le basiliche del [[Basilica di Sant'Antonio da Padova|Santo]] e di [[Basilica di Santa Giustina|Santa Giustina]] con una grandiosa facciata su [[Prato della Valle]], del Cimitero Maggiore e del pubblico macello<ref name=macello>Vittorio Dal Piaz, [http://www.muradipadova.it/lic/le-mura-rinascimentali/fra-600-e-900/il-macello.html ''Il pubblico Macello nell'area di San Massimo''], da "Padova e la sua provincia", anno XXIV, Luglio 1978</ref> che, secondo le norme igieniche dettate dal recente codice napoleonico rimasto in vigore anche dopo la caduta di Napoleone, dovevano essere dislocati fuori dall'abitato.
 
La sfida di g.sacco di patate18 Jappelli, aderente alla [[Massoneria]] fin dal [[1806]] e convinto sostenitore degli ideali [[illuminismo|illuministi]], era quella di progettare non degli interventi isolati, ma piuttosto di integrarli in una dimensione tendente a riprogettare lo spazio urbano come un unico insieme di attività, di abitazioni e di servizi, ma l'inerzia dell'apparato burocratico, in cui si arroccava il ceto dirigente della decaduta [[Repubblica di Venezia|Serenissima Repubblica]] e il conservatorismo del mondo politico, ostile ad ogni forma di rinnovamento, fecero sì che tutti i progetti, tranne quello del macello comunale, rimanessero sulla carta.
 
Il macello, fino agli inizi dell'[[XIX secolo|Ottocento]] localizzato nel centro della città, nella zona detta appunto delle "Beccherie" (oggi via Cesare Battisti), venne portato in via Morgagni dove Jappelli progettò e costruì una nuova sede caratterizzata da una facciata neoclassica con otto colonne in [[Ordine dorico|stile dorico]], che richiama la facciata del [[Partenone]]. Questa sede cessò di funzionare nel [[1909]] e dall'anno seguente ospitò la sede dell'Istituto d'Arte "[[Pietro Selvatico]]", suo allievo più importante.