Battaglia del lago ghiacciato: differenze tra le versioni

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La '''battaglia del lago ghiacciato''', detta anche '''battaglia del ghiaccio''', '''battaglia sul ghiaccio''' (in [[lingua estone|estone]] ''Jäälahing'', in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Schlacht auf dem Eise''; ''{{russo|Ледовое побоище|Ledovoje poboišče}}'') o '''battaglia del lago Peipus''' (in russo ''Битва на Чудском озере'', ''Bitva na Čudskom ozere''; in tedesco: ''Schlacht auf dem Peipussee'') fu combattuta il 5 aprile [[1242]] sul [[Lago dei Ciudi]], presso l'attuale confine fra [[Russia]] ed [[Estonia]], dalle truppe del [[Repubblica di Novgorod|Principato di Novgorod]] contro le forze crociate della [[Livonia]] e i loro alleati.
 
La sconfitta di [[Crociato|crociati]] e [[Regno di Danimarca|danesi]] ad opera delle forze di [[Repubblica di Novgorod|Novgorod]] guidate da [[Aleksandr Nevskij]] pose fine alla fase delle [[Crociate del Nord]] in cui forze [[Cattolicesimo|cattoliche]] tentarono di soggiogare attorno al 1240 i territori abitati da [[Slavi orientali|slavi]] [[Cristiani ortodossi|ortodossi]] e [[paganesimo|pagani]] a oriente dell'[[Estonia]], da essi appena conquistata per scopi di evangelizzazione.
 
Storiograficamente si trattò di un fatto d'arme relativamente minore,<ref>{{Cita libro|titolo = The Popes and the Baltic Crusades: 1147-1254|autore = Iben Fonnesberg-Schmidt|editore = BRILL|anno = 2007|isbn = 978-90-04-15502-2|pagine = 218|url = http://books.google.it/books?hl=it&id=TKCAvDd2JHYC&pg=218}}</ref><ref name=urbanref>{{Cita|Urban, 2006|pp.153-160|urban}}</ref> ma assurse ben presto a simbolo del nazionalismo russo, come il suo protagonista, il principe Nevskij, che venne canonizzato nel 1547. La fama di cui gode in epoca moderna è dovuta in buona parte all'[[Aleksandr Nevskij (film)|omonimo film]] di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn]]. Di poco antecedente il [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]], l'opera aderisce ai canoni della propaganda sovietica: i cavalieri vi vengono raffigurati come crudeli invasori tedeschi e le forze slave come una massa di proletari che lotta per la libertà.
 
== Premesse ==
 
=== Il contesto storico ===
 
==== Novogorod ====
La fine del predominio della [[Rus' di Kiev]] nella seconda metà del XII secolo, accompagnata da lotte intestine, fu seguita dall'[[invasione mongola della Russia]] nella prima metà del secolo successivo.
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A partire dall’inizio del [[1200]], il turbolento insieme di tribù che abitavano gli [[Stati baltici]] iniziò a subire la potenza delle nazioni cattoliche settentrionali, chiamate da papa [[Papa Innocenzo III|Innocenzo III]] ad intraprendere una crociata per convertirne le popolazioni pagane.<ref name=":0">{{Cita|Nicolle, 1999|pp.11-12|Nicolle}}</ref> Il controllo delle coste baltiche e delle rotte commerciali che vi passavano attraverso attirò gli interessi dei commercianti tedeschi, della [[Svezia]] e della [[Danimarca]] (quest'ultima, sotto [[Valdemaro II di Danimarca|Valdemaro il Grande]], particolarmente interessata a fondare un impero nel Baltico)<ref name=":0" />.
 
Vent'anni di conflitto portarono alla sottomissione di un'area compresa tra il golfo di Finlandia e la Polonia, divisa poi tra [[Confederazione della Livonia|Confederazione livone]] e l'Estonia occupata dai danesi.<ref name=":0" /> La Confederazione era formata dal territorio governato dall’dall'[[Cavalieri portaspada|Ordine dei portaspada]] e dagli Arcivescovadi di Riga, Dorpat, Curlandia e Ösel. La famiglia tedesca Buxhoeved, alla quale appartenevano il vescovo di [[Riga]], [[Alberto di Riga|Alberto]], e quello di [[Dorpat]], [[Hermann di Dorpat|Ermanno]], aveva un grande potere nello Stato crociato e spesso, nei primi decenni del secolo, si scontrò coi cavalieri portaspada, sebbene lo stesso Alberto avesse istituito il loro Ordine anni prima, e con la Danimarca, desiderosa di aumentare il suo territorio a discapito dei crociati<ref>{{Cita|Nicolle, 1999|p. 14|Nicolle}}</ref>.
 
Dopo la battaglia di Šiauliai, in cui perì la gran parte dei portaspada, l’Ordinel'Ordine venne inglobato nei [[Ordine teutonico|Cavalieri Teutonici]], giunti nel frattempo dalla Terra Santa a combattere contro i Prussiani.
 
== La battaglia ==
Nella primavera del [[1242]], i [[Ordine Teutonico|Cavalieri teutonici]] annientarono un distaccamento in ricognizione dell'esercito cittadino di [[Velikij Novgorod|Novgorod]] circa 20 km a sud della fortezza di [[Dorpat]] (Tartu). Pensando di ottenere una facile vittoria, condotti dal Vescovo Principe [[Hermann von Buxhövden|Hermann]] del [[Diocesi di Dorpat|Vescovato di Dorpat]], i cavalieri e le loro truppe ausiliarie composte da Estoni Ugauni incontrarono le forze di Alexander presso lo stretto passaggio che collega la parte settentrionale e meridionale (detta Lago di Pskov) del [[Lago dei Ciudi]], il 5 aprile 1242. Alexander, intendendo combattere in un luogo da lui prescelto, si ritirò precipitosamente per spingere i Crociati, esaltati da una così semplice vittoria, verso il lago ghiacciato.
Alexander, intendendo combattere in un luogo da lui prescelto, si ritirò precipitosamente per spingere i Crociati, esaltati da una così semplice vittoria, verso il lago ghiacciato.
 
La dimensione delle forze in campo non è certa. I commentatori di parte Teutonica tendono a ridurre il numero dei crociati e dunque le perdite, mentre i commentatori russi cercano di aumentare la portata della vittoria. Secondo una stima le forze dei crociati ammontavano a circa 1.000 uomini (alcune stime parlano di 4.000). Composte in prevalenza da tedeschi, inclusi i cavalieri dell'Ordine Teutonico e i loro scudieri, e mercenari danesi, svedesi ed estoni. Le forze russe ammontavano a circa 5.000 uomini (o forse 4.000): 1000 circa di Alexander e le guardie del corpo di suo fratello Andrej (druzhina), più le milizie di Novgorod (non l'intero corpo poiché non sussisteva un immediato pericolo per la città) e un piccolo contingente di cavalleria leggera mongola.
Invece, le forze russe ammontavano a circa 5.000 uomini (o forse 4.000): 1000 circa di Alexander e le guardie del corpo di suo fratello Andrej (druzhina), più le milizie di Novgorod (non l'intero corpo poiché non sussisteva un immediato pericolo per la città) e un piccolo contingente di cavalleria leggera mongola.
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La strategia progettata da Nevskij prevedeva che la fanteria dovesse resistere alla prima carica nemica contando sulla netta superiorità numerica. Inizialmente gli arcieri mongoli dovevano restare nascosti sul lato destro e la cavalleria nelle retrovie.
 
Secondo le cronache russe del tempo, dopo ore di combattimento corpo-a-corpo, Alexander ordinò all'ala destra ed all'ala sinistra dei suoi arcieri di entrare in battaglia. I cavalieri erano esausti dal perdurare del combattimento e le difficoltà con la scivolosa superficie del lago ghiacciato. I Crociati, molti dei quali colpiti mortalmente dalle micidiali frecce dei mongoli, iniziarono a ritirarsi in disordine in mezzo al ghiaccio, e all'apparizione della fresca cavalleria russa cominciarono ad arretrare mentre gli estoni si diedero alla fuga senza opporre resistenza. Secondo le cronache russe quando i cavalieri cercarono di passare sul lato più lontano del lago il sottile ghiaccio collassò, sotto il peso delle armature, e molti di loro affogarono (come è anche rappresentato nel film di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Ėjzenštejn]] dedicato alle gesta del principe di Novgorod). Per le cronache di parte Teutonica invece la notizia della sconfitta riporta solo il rientro del Gran Maestro e di un pugno di cavalieri a Dorpat, mentre le perdite ammontarono a più di 400 uomini di cui una ventina membri dell'Ordine.
Secondo le cronache russe del tempo, dopo ore di combattimento corpo-a-corpo, Alexander ordinò all'ala destra ed all'ala sinistra dei suoi arcieri di entrare in battaglia.
I cavalieri erano esausti dal perdurare del combattimento e le difficoltà con la scivolosa superficie del lago ghiacciato.
I Crociati, molti dei quali colpiti mortalmente dalle micidiali frecce dei mongoli, iniziarono a ritirarsi in disordine in mezzo al ghiaccio, e all'apparizione della fresca cavalleria russa cominciarono ad arretrare mentre gli estoni si diedero alla fuga senza opporre resistenza.
Secondo le cronache russe quando i cavalieri cercarono di passare sul lato più lontano del lago il sottile ghiaccio collassò, sotto il peso delle armature, e molti di loro affogarono (come è anche rappresentato nel film di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Ėjzenštejn]] dedicato alle gesta del principe di Novgorod).
Per le cronache di parte Teutonica invece la notizia della sconfitta riporta solo il rientro del Gran Maestro e di un pugno di cavalieri a Dorpat, mentre le perdite ammontarono a più di 400 uomini di cui una ventina membri dell'Ordine.
 
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo = Lake Peipus 1242: Battle of the Ice|autore = David Nicolle|editore = Osprey|anno = 1996|isbn = 978-1-85532-553-1|cid = nicolle}}
* {{Cita libro|autore=David Nicolle|traduttore=Massimo Magneta|titolo=Lago Peipus 1242 - La battaglia dei ghiacci|edizione=del Prado|collana=Eserciti e battaglie|dataoriginale=1999|ISBN=}}
* {{Cita libro|autore = William Urban|titolo = I Cavalieri Teutonici|editore = Libreria Editrice Goriziana|anno = 2006|isbn = 88-86928-99-8|cid = urban}}
* ''Cronaca Rimata della Livonia (Livländische Reimchronik''), introduzione, traduzione dal medio alto tedesco e note a cura di Piero Bugiani, Vocifuoriscena, Viterbo 2016
* Pietro di Dusburg, ''Cronaca della terra di Prussia (Chronica terrae Prussiae). L’Ordine Teutonico dalle origini al 1326,'' introduzione, traduzione dal latino e note a cura di Piero Bugiani, CISAM, Spoleto 2012.
* Anti Selart. Livonia, Rus' and the Baltic Crusades in the Thirteenth Century. [[Brill Editore|Brill]], Leiden/Boston, 2015.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Battle of the Ice|commons_preposizione=sulla}}