Giuseppe La Masa: differenze tra le versioni

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|Attività3 = militare
|Nazionalità = italiano
}}A lui fu intitolato un [[Giuseppe La Masa (cacciatorpediniere)|omonimo]] [[cacciatorpediniere]] della [[Regia Marina]].
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A lui fu intitolato un [[Giuseppe La Masa (cacciatorpediniere)|omonimo]] [[cacciatorpediniere]] della [[Regia Marina]].
 
== Biografia ==
Repubblicano, Giuseppe La Masa, figlio di Andrea La Masa e di Anastasia Pitissi, trascorse gran parte della sua adolescenza a Termini Imerese dato che la casa paterna di Trabia gli fu bruciata durante i moti rivoluzionari del 1820. Studiò lettere e discipline giuridiche e matematiche presso l'Ateneo di [[Palermo]]. Fu autore di molte tragedie tra le quali '''''Guglielmo Tell''''' e '''''Francesca da Rimini''''' e collaborò al giornale '''''La Ruota'''''. Fu presto esiliato nel 1844 per motivi politici. Dopo aver pubblicato l’opuscolo '''''I popoli del regno delle Due Sicilie ai fratelli italiani,''''' che voleva essere un incitamento alla rivoluzione, ritornò nel 1847-48 per partecipare alla [[Rivoluzione siciliana del 1848|rivoluzione siciliana]]. Qui capeggiò con [[Rosolino Pilo]] l'insurrezione palermitana del 12 gennaio 1848, fu uno dei protagonisti militari del regime liberale installato in Sicilia fino al maggio [[1849]] come capo di stato maggiore dell'esercito costituzionale<ref>http://www.storiapatria.it/Perc_Scol_Museo.htm</ref>. Ai primi del 1849 intraprese un viaggio per l'Italia allo scopo di raccogliervi aiuti per la rivolta siciliana, e ne approfittò per accordarsi con Garibaldi allo scopo di agire simultaneamente contro Napoli dal nord e dal sud. Fallito tale disegno, si diresse a Torino dove pubblicò i '''''Documenti della rivoluzione siciliana''''' in 3 volumi, e fu tra i più attivi nel tener testa alla fiamma del patriottismo fra gli emigrati, imprimendo alla sua propaganda un carattere schiettamente rivoluzionario (cfr. '''''La guerra insurrezionale in Italia'', ''1856<nowiki>'''''</nowiki>'').''
 
Rioccupata l'isola dai borboni visse in esilio a [[Malta]], [[Parigi]] e [[Torino]]. Nel 1853 si distaccò dalle posizioni repubblicane, e nel 1859 si avvicinò ai moderati siciliani in esilio guidati da [[Vincenzo Fardella di Torrearsa|Vincenzo Fardella]].<ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-la-masa_(Dizionario-Biografico)/</ref>