I promessi sposi: differenze tra le versioni

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==== Le edizioni pirata e la collaborazione con Francesco Gonin ====
Il successo dell'opera manzoniana comportò, in un'epoca in cui non esisteva ancora il diritto d'autore, il proliferare di edizioni abusive. Tali edizioni spinsero Manzoni a dotare l'edizione di alcune attrattive in più: un corredo di illustrazioni, l'utilizzo della carta e dell'inchiostro migliori e l'aggiunta, in allegato, di un romanzo del tutto nuovo, ''Storia della colonna infame''<ref name=":1">{{Cita|Mancini|titolo=Manzoni editore}}.</ref>. Per le illustrazioni Manzoni pensò dapprima a [[Francesco Hayez]], che ne inviò due a [[Parigi]], ma il celebre pittore rinunciò affermando che un simile lavoro gli avrebbe procurato danni alla vista<ref name=":1" />. Lo scrittore chiese quindi aiuto in Francia all'amica [[Bianca Milesi]], che si rivolse al pittore francese [[Louis Boulanger]], ma nemmeno questo tentativo, testimoniato da un solo disegno, si rivelò fruttuoso<ref>{{Cita|Parenti|pp. 155-159}}.</ref>. Quando [[Francesco Gonin]], giovane e promettente pittore piemontese, fu ospitato a [[Milano]] da [[Massimo d'Azeglio]], Manzoni riconobbe in lui la persona giusta<ref name=":1" />.

Il suo lavoro convinse pienamente l'autore, che con il Gonin intrattenne nei primi mesi del 1840 una fitta corrispondenza<ref>{{Cita|Parenti|pp. 160-161}}.</ref>. Il rapporto fra i due fu di grande intesa: lo scrittore guidò la mano del pittore nella composizione di questi quadretti. L'aver trovato l'illustratore non era tuttavia sufficiente: era necessario anche un buon incisore. Per tramite del pittore e incisore Giuseppe Sacchi, Manzoni riuscì a far venire dalla Francia i transalpini Bernard e Pollet e l'inglese Sheeres. La direzione del lavoro fu affidata al Gonin, incaricato di valutare e approvare le incisioni. Siccome queste andavano però a rilento, l'autore fece pressione sul Sacchi affinché venissero inviati d'oltralpe altri collaboratori, e fu accontentato con l'arrivo dei francesi Victor e Loyseau. A questo punto Manzoni poté infine occuparsi del contratto con gli stampatori Redaelli e Guglielmini, firmato il 13 giugno 1840<ref>{{Cita|Parenti|pp. 162-167}}.</ref>.
 
==== La ''Storia della colonna infame'' ====