Transizione tra Ming e Qing: differenze tra le versioni
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{{vedi anche|Li Zicheng}}
Poco dopo essere entrato a Pechino, nel giugno 1644, Dorgon spedì [[Wu Sangui]] e le sue truppe ad inseguire [[Li Zicheng]], il capo ribelle che aveva indotto al suicidio [[Chongzhen]], l'ultimo imperatore Ming, per la sconfitta subita
All'inizio del 1646 Dorgon inviò due spedizioni nel Sichuan per tentare di distruggere il regime di [[Zhang Xianzhong]]. La prima spedizione non raggiunse il Sichuan mentre la seconda, al comando del principe Hooge (il figlio di [[Huang Taiji]] che aveva perso la lotta per la successione nel 1643) raggiunse Sichuan nell'ottobre del 1646.<ref name="Dai 17">{{cita|Dai, 2009|p. 17}}.</ref> Venendo a sapere che si stava avvicinando un'armata Qing, Zhang Xianzhong fuggì verso [[Shaanxi]], dividendo le sue truppe in quattro divisioni alle quali era stato ordinato di agire indipendentemente se qualcosa avesse dovuto accadergli.<ref name="Dai 17"/>
===Il nord-ovest (1644-1650)===
Li Zicheng e i [[Tibetani]] dovettero combattere contro i [[Tu (popolo)|Monguor]], che sostenevano i Ming, e quando i Qing combatterono contro le forze di Li, dopo il 1644, si unirono ai Qing.<ref>{{cita|Wakeman, 1985|p. 688 [https://books.google.com/books?id=8nXLwSG2O8AC&pg=PA688]}}
</ref>
Verso la fine del 1646, le forze riunite da un capo [[Islam|musulmano]] noto, in fonti cinesi, come [[Milayin]] (米 喇 印) si ribellarono contro il governo Qing a [[Distretto di Ganzhou| Ganzhou]] (Gansu) e
===Jiangnan (1645)===
[[File:ShiKefa.jpg|thumb|right|140px|Ritratto di [[Shi Kefa]], che rifiutò di arrendersi ai Qing nella difesa di [[Yangzhou]].]]
Alcune settimane dopo
[[File:Elderly Chinese American Man with Queue.close crop.jpg|left|thumb|140px|Un cinese nella [[Chinatown]] di [[San Francisco]] intorno al 1900. L'abitudine cinese di portare un codino derivava dall'editto di [[Dorgon]], del luglio 1645, che ordina a tutti gli uomini di radersi la fronte e legare i capelli in una coda come i manciù.]]
Il 13 maggio 1645 conversero su Yangzhou diversi contingenti di forze Qing.<ref>{{cita|Struve, 1988|p. 657}}</ref> La maggior parte dei componenti dell'esercito Qing che marciava sulla città erano disertori Ming, di gran lunga più numerosi dei manciù e degli uomini delle Bandiere.<ref>{{cita|Crossley, 1990|p. 59}}</ref> La piccola forza di Shi Kefa rifiutò di arrendersi, ma non poté resistere all'artiglieria di Dodo: il 20 maggio i cannoni dei Qing, manovrati dagli Han delle Bandiere (Ujen Coohai) aprirono una breccia nelle mura della città e Dodo ordinò un "brutale massacro"<ref>{{cita|Finnane, 1993|p. 131 [https://books.google.com/books?id=Q_BIEPeKHgAC&PA131]}}</ref> della quasi totalità della popolazione di Yangzhou per terrorizzare gli altri abitanti della città Jiangnan in modo da
Il 21 luglio 1645, dopo che la regione di Jiangnan era stata superficialmente pacificata, Dorgon pubblicò "la promulgazione più inopportuna del suo periodo di regno":<ref>{{cita|Dennerline, 2002|p. 87}}</ref> ordinò a tutti gli uomini cinesi di radersi la fronte e di intrecciare il resto dei loro capelli in un [[coda (acconciatura) | codino]] proprio come i [[manciù]].<ref>{{cita|Wakeman, 1985|p. 647}}</ref><ref>{{cita|Struve, 1988|p. 662}}</ref> La punizione per chi non avesse obbedito era la pena di morte.<ref>{{cita|Kuhn, 1990|p. 12}}</ref> Questa politica di sottomissione simbolica alla nuova dinastia aiutò i manciù a
===I Ming meridionali (1646-1650)===
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[[File:1650 Southern Ming cannon HKMCD.JPG|right|thumb|180px|Un corpo di cannone del 1650 dei Ming meridionali. Museo della difesa costiera di [[Hong Kong]]]].
Nel frattempo,
[[File:Shang-Kexi-0099.jpg|thumb|left|150px|Ritratto di [[Shang Kexi]] di [[Johan Nieuhof]] (1655). Shang riconquistò [[Guangzhou]] dalle forze lealista dei Ming meridionali, nel 1650, ed organizzarono un massacro della popolazione. Era uno dei [[Tre Feudatari]] che si ribellarono contro i Qing nel 1673.]]
Nel febbraio 1646, gli eserciti Qing conquistarono la terra a ovest del fiume Qiantang dal regime Lu e sconfissero una forza antisommossa che rappresentava l'imperatore Longwu nel nord-est dello Jiangxi.<ref>{{cita|Struve, 1988|pp. 670, 673}}</ref> In maggio, assediarono [[Ganzhou]], l'ultimo bastione dei Ming nel Jiangxi.<ref>{{cita|Struve, 1988|p. 674}}</ref> In luglio, una nuova Campagna del Sud guidata dal principe [[Bolo (principe)|Bolo]] mandò in frantumi il regime di Zhejiang del principe Lu e attaccò il regime di Longwu nel Fujian.<ref>{{cita|Struve, 1988|p. 675}}</ref> Con il pretesto di sollevare l'assedio di Ganzhou, la corte dei Longwu lasciò la sua base Fujian alla fine di settembre del 1646, ma l'esercito Qing la raggiunse.<ref>{{cita|Struve, 1988|pp. 675–676}}</ref> Longwu e la sua imperatrice furono giustiziati sommariamente a [[Tingzhou fu | Tingzhou]] (Fujian occidentale) il 6 ottobre.<ref>{{cita|Struve, 1988|p. 676}}</ref> Dopo la caduta di Fuzhou, il 17 ottobre, Zheng Zhilong si arrese ai Qing e suo figlio [[Coxinga]] fuggì nell'isola di [[Taiwan]] con la sua flotta.<ref>{{cita|Struve, 1988|p. 676}}</ref>
Il fratello minore dell'imperatore Longwu, Zhu Yuyue, che era fuggito da Fuzhou via mare, fondò presto un altro regime Ming a [[Canton|Guangzhou]], la capitale della provincia [[Guangdong]], prendendo il titolo di Shaowu (紹武) l'11 dicembre 1646.<ref>{{cita|Wakeman, 1985|p. 737}}</ref> A corto di costumi ufficiali, la corte dovette acquistare le vesti dalle compagnie teatrali locali.<ref>{{cita|Wakeman, 1985|p. 737}}</ref> Il 24 dicembre, il principe di Gui, Zhu Youlang, creò il regime Yongli (永曆) nelle stesse vicinanze.<ref>{{cita|Wakeman, 1985|p. 737}}</ref> I due regimi Ming si combatterono fino al 20 gennaio 1647, quando una piccola forza Qing guidata dall'ex comandante dei Ming meridionali, [[Li Chengdong]] (李成東), catturò Guangzhou, uccidendo l'Imperatore Shaowu e mandando l'Imperatore Yongli in fuga a [[Nanning]] nel [[Guangxi]].<ref>{{cita|Wakeman, 1985|p. 738}}</ref> Nel maggio 1648, tuttavia, Li Chengdong si ammutinò contro i Qing e la concomitante ribellione di un altro ex generale Ming a Jiangxi aiutò il regime di Yongli a riprendere la maggior parte della Cina meridionale.<ref>{{cita|Wakeman, 1985|pp. 765–766}}</ref> Questa rinascita delle speranze lealiste fu di breve durata. I nuovi eserciti Qing riuscirono a riconquistare le province centrali di Huguang (l'attuale [[Hubei]] e [[Hunan]]), Jiangxi e Guangdong nel 1649 e nel 1650.<ref>{{cita|Wakeman, 1985|p. 767}}</ref>
===Campagne in corso contro i Ming meridionali (1652-1661)===
[[File:Yongli-itinerary-cropped.svg|thumb|right|600px|La fuga dell'imperatore Yongli - l'ultimo sovrano della dinastia dei [[Ming Meridionali]] - dal 1647 al 1661. I confini provinciali e nazionali sono quelli della [[Cina|Repubblica popolare cinese]].]]
Sebbene
[[Zheng Chenggong]] ("Coxinga"), che era stato adottato dall'imperatore [[Longwu]] nel 1646 e nobilitato da Yongli nel 1655, continuò anche a difendere la causa dei Ming meridionali.<ref>{{cita|Spence|2002|p=136}}.</ref> Nel 1659, proprio mentre Shunzhi si preparava a tenere un esame speciale per celebrare le glorie del suo regno e il successo delle campagne sudoccidentali, Zheng risalì il Fiume Azzurro con una flotta ben armata, prese diverse città ai Qing, e andò così lontano da minacciare [[Nanchino]].<ref name="Dennerline 118">{{cita|Dennerline, 2002|p. 118}}.</ref> Quando l'imperatore venne a sapere di questo improvviso attacco, si dice che abbia squarciato il suo trono con una spada in preda alla rabbia.<ref name="Dennerline 118"/> Ma l'assedio di Nanchino fu rimosso e Zheng Chenggong respinse, Zheng costringendolo a rifugiarsi nella provincia costiera sud-orientale del Fujian.<ref>{{cita|Wakeman, 1985|pp. 1048–1049}}.</ref> Spinto dalle flotte Qing, Zheng fuggì a Taiwan nell'aprile 1661 e sconfisse gli olandesi nell'[[Assedio di Forte Zeelandia]], espellendoli da Taiwan e fondando il [[Regno di Tungning]].<ref>{{cita|Spence, 2002|pp. 136–37}}.</ref> Zheng morì nel 1662. I suoi discendenti resistettero al dominio dei Qing fino al 1683, quando suo nipote [[Zheng Keshuang]] consegnò Taiwan all'Imperatore [[Kangxi]] dopo la battaglia di Penghu
===I Tre Feudatari (1674-1681)===
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===Taiwan (1683)===
Diversi principi della dinastia Ming accompagnarono Coxinga a Taiwan incluso i principi [[Zhu Shugui]] di Ningjing e Zhu Honghuan (
Dopo aver perso la battaglia di Penghu, il nipote di Coxinga, [[Zheng Keshuang]], si arrese e fu ricompensato dall'Imperatore Kangxi con il titolo di "Duca di Haicheng" (
I Qing mandarono la maggior parte dei 17 principi Ming, che vivevano ancora a Taiwan, nella Cina continentale dove trascorsero il resto della loro vita.<ref>Manthorpe 2008, [https://books.google.com/books?id=p3D6a7bK_t0C&pg=PA108 p. 108].</ref> Il principe di Ningjing e le sue cinque concubine si suicidarono piuttosto che sottomettersi alla cattura. Il loro palazzo fu usato come quartier generale di Shi Lang nel 1683 ma egli lo convertì in [[tempio di Mazu]] come misura di propaganda per calmare la resistenza rimanente su Taiwan. L'imperatore approvò, l'anno successivo, la sua dedica come Tempio Gran Matsu, onorando la dea [[Lin Moniang | Mazu]] per la sua presunta assistenza durante l'invasione Qing, e la promosse a "Imperatrice del Cielo" (''Tianhou'') dal suo precedente status di consorte celeste (''tianfei'').<ref name=tcg>{{citation |contribution=Tainan Grand Matsu Temple |contribution-url=https://tainancity.wordpress.com/2009/12/28/tainan-grand-matsu-temple-da-tienhou-gong/ |url=https://tainancity.wordpress.com/ |title=Tainan City Guide |publisher=Word Press |date=2009 |last=Bergman |first=Karl |location=Tainan }}.</ref><ref name=ctown>{{citation |contribution=Tainan Grand Matsu Temple |contribution-url=http://www.chinatownology.com/Tainan_Grand_Matsu_temple.html |url=http://www.chinatownology.com/ |title=Chinatownology |date=2015 }}.</ref>
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