Antipapa Felice II: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m →‎Altri progetti: Inserisco preposizione
Nessun oggetto della modifica
Riga 29:
|Attività = vescovo
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , ariano, che divenne [[antipapa]] con il nome di '''Felice II''' dal [[356]] alla sua morte; insieme acon [[Sant'Ippolito di Roma|Ippolito]], è il secondo e finora ultimo antipapa ad aver ricevuto la [[canonizzazione]]
}}
 
==Biografia==
Nel [[355]] [[papa Liberio]] fu esiliato dall'imperatore [[Costanzo II]] a [[Beroea]], in [[Tracia]], perché sostenne tenacemente il [[Credo Niceno-Costantinopolitano|Credo niceno]] rifiutando di condannare [[Atanasio di Alessandria]]. Il [[clero]] romano, riunito in [[concilio]] s'impegnò, allora, solennemente a non riconoscere alcun altro vescovo di Roma fin tanto che Liberio fosse stato in vita.<ref>''Marcellini et Fausti Libellus precum'', no.1: ''Quae gesta sunt inter Liberium et Felicem episcopos'' in ''Collectio Avellana'', ed. Gunter; Hieronymus, ''Chronicon'', ad an. Abr. 2365</ref> L'imperatore, tuttavia, che stava sostituendo i [[vescovo|vescovi]] cattolici esiliati con vescovi di tendenza [[arianesimo|ariana]], cercò d'insediare un nuovo vescovo di Roma al posto di Liberio. Invitò a Milano Felice, arcidiacono della [[Diocesi di Roma|chiesa di Roma]]; all'arrivo di quest'ultimo, [[Acacio di Cesarea]] riuscì a fargli accettare l'ufficio dal quale Liberio era stato espulso con la forza e lo consacrò insieme adcon altri due vescovi ariani. La maggior parte del clero romano riconobbe la validità della sua consacrazione, ma il [[laicato]] non volle avere nulla a che fare con lui e rimase fedele al legittimo papa esiliato.
 
Quando Costanzo visitò Roma nel maggio del [[357]], il popolo, rappresentato da una delegazione di influenti [[matrona (antica Roma)|matrone]] romane chiese il ritorno del legittimo vescovo, Liberio, che, infatti, dopo la firma della terza [[formula di Sirmio]] tornò alla sua sede. I vescovi, riuniti in concilio in quella città della bassa [[Pannonia]], scrissero a Felice e al clero romano raccomandandogli di ricevere Liberio in tutta carità e di mettere da parte i loro dissensi; aggiunsero anche che Liberio e Felice avrebbero dovuto governare insieme la chiesa di Roma. Il popolo ricevette il legittimo papa con grande entusiasmo, ma un grande dissenso sorse presto contro Felice che, alla fine fu costretto a lasciare la città. Poco dopo, quest'ultimo, con l'aiuto dei suoi sostenitori, tentò di occupare la ''basilica Julii'' ([[Basilica di Santa Maria in Trastevere|Santa Maria in Trastevere]]), ma infine fu esiliato per sempre, con voto unanime del [[senato romano|senato]] e del popolo. Per quanto riguarda il resto della sua vita, poco si sa, e i resoconti pervenuti sono contraddittori, ma sembra che ne abbia spesa gran parte in ritiro nella sua dimora nei pressi di [[Porto (città antica)|Porto]], e fu decapitato nella piccola frazione laziale di [[Ceri (Cerveteri)|Ceri]].
Riga 46:
Secondo il ''Liber Pontificalis'', Felice fece costruire una chiesa sulla [[via Aurelia]]. È ben noto, tuttavia, che su questa strada fu sepolto un martire romano, Felice; quindi sembra probabile che anche questo fatto generò confusione con il martire e confessore Felice, che appunto come confessore non pontefice compare nel [[Martirologio romano]] il 29 luglio ed è dichiarato martire sul III miglio della [[via Portuense]].
 
Le spoglie di San Felice sono conservate tutt'oggi nella [[chiesa della Madonna di Ceri]], vicino a [[Cerveteri]], che si pone vicina alla [[via Aurelia]], ma anche alla [[via Portuense]]. Potrebbe essere il santuario laziale la chiesa costruita da Felice, dato che è sia sulla [[via Aurelia]], ma anche, come riporta l'altra fonte, vicina alla [[via Portuense]].
 
== Note ==