Presidenza di Franklin Pierce: differenze tra le versioni

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Visto dai compagni di Partito come gradito e accomodante per tutte le [[correnti politiche]] Pierce, allora un politico ben poco conosciuto, ottenne la nomina presidenziale al 49º scrutinio della Convention nazionale.
 
Come presidente supervisionò a tutta una serie di riforme nei [[Dipartimenti dell'Esecutivo federale degli Stati Uniti d'America|Dipartimenti esecutivi]] del [[Governo federale degli Stati Uniti d'America]] le quali migliorarono la resa degli impiegati reponsabiliresponsabili. Contemporaneamente tentò anche di imporre degli standard imparziali per il servizio nella [[funzione pubblica]], ma cercando di soddisfare al contempo interamente anche le diverse fazioni del proprio Partito grazie alla pratica del [[clientelismo]], uno sforzo che in gran parte fallì facendo passare molti dei suoi precedenti sostenitori all'opposizione attiva.
 
Pose il [[veto]] ai finanziamenti volti al miglioramento civile e strutturale interno e richiese una tariffa doganale più bassa. In sintonia con l'espansionista "Young America movement" sosterrà l'acquisto di terreni da parte del finanziere [[James Gadsden]] dal [[Messico]] (il cosiddetto ''[[Acquisto Gadsden]]'') e guidò un fallito tentativo di acquisire la [[Capitaneria generale di Cuba]] dall'[[impero spagnolo]]. L'amministrazione di Pierce verrà severamente criticata dopo che molti dei suoi diplomatici pubblicarono il ''Manifesto di Ostenda'', che richiedeva l'annessione dell'isola di Cuba anche con la forza se necessario.