Istituto Autonomo Case Popolari: differenze tra le versioni

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[[File:ALBERONE1.jpg|thumb|upright=1.3|Roma Piazza dell'Alberone edificio IACP 1927 di [[Camillo Palmerini]] (1995)]]
Il tipo di istituto deriva dalla figura dello '''[["Istituto Case Popolari]]"''' ('''ICP'''), che era stato creato nel [[1903]]<ref>[http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1903-07-08&atto.codiceRedazionale=003U0254 Con la legge n. 254 del 31 maggio 1903]</ref> per volontà del [[deputato]] [[Luigi Luzzatti]]<ref>[http://www.ater.rovigo.it/la-storia Ater Rovigo]</ref>, poco dopo nominato ministro del Tesoro nel [[governo Giolitti II|secondo gabinettogi67 Giolitti]]; a sua volta Luzzatti aveva mutuato nella norma nazionale l'esperienza contratta l'anno prima a [[Trieste]], ove si era sperimentata la formula dell'[[Istituto Comunale per gli alloggi minimi]]<ref name=aterroma>[http://www.aterroma.it/azienda/storia.html Ater Roma]</ref>. L'ICP era finalizzato alla realizzazione di edilizia economica e popolare precipuamente sull'area urbana di [[Roma]], il cui allora [[sindaco]], il [[principe]] [[Prospero Colonna (di Paliano)|Prospero Colonna]], la legge aveva caldeggiato e ispirato sul piano dei valori etici: "''interpretazione fedele dei sentimenti delle classi diseredate dalla fortuna''"<ref name=aterroma />. Già nel [[1906]] l'ICP aveva completato le sue prime realizzazioni, fra le quali quelle al [[quartiere]] Flaminio, nel [[1907]] iniziarono quelle del [[rione]] [[San Saba (rione di Roma)|San Saba]]<ref name=aterroma /> il cui completamento si ebbe negli [[anni 1920|anni venti]] e che per le soluzioni applicate ha nel corso del tempo acquisito valore urbanistico e progettuale autonomo e peculiare<ref>[[Ettore Maria Mazzola]] (a cura di), ''"Contro storia" dell'architettura moderna: il caso di Roma'', Volume 46 di ''Saggi e documenti di storia dell'architettura'', Alinea Editrice, 2004 - ISBN 8881258765</ref>. I progetti dell'allora giovane [[architetto]] [[Quadrio Pirani]] spiccano nelle citazioni di settore e San Saba nel tempo diviene, secondo [[Vittorio Sgarbi]], "''un momento essenziale della visita a Roma''"<ref>Vittorio Sgarbi, ''L'Italia delle meraviglie'', Bompiani, 2012 - ISBN 8858706951</ref>. Un intervento di analoga progressiva rivalutazione in epoche successive è quello che l'ICP attuò al quartiere [[Garbatella]]<ref name=aterroma />, per il quale progettarono [[Marcello Piacentini]] e [[Gustavo Giovannoni]] e la cui prima pietra fu posata dal re [[Vittorio Emanuele III]] il 18 febbraio [[1920]], ora "compleanno del quartiere"<ref>Cosmo Barbato, ''[http://www.caragarbatella.it/a2010/2010/febbraio-2010/quel-18-febbraio-1920-nasceva-il-quartiere-giardino Quel 18 febbraio 1920 nasceva il quartiere giardino]''</ref>.
 
[[File:GARBATELLA113A.jpg|thumb|upright=1.3|left|La Garbatella]]
 
Sulla scia dell'esempio capitolino, nacquero altri Istituti di analogo oggetto in molte parti d'Italia. Solo per fare qualche esempio, nel [[1908]] lo [[Istituto autonomo per le case popolari della provincia di Napoli|IACP della provincia di Napoli]]<ref>[http://www.storiacity.com/art/istituto-autonomo-case-popolari-a-napoli/ Storiacity]</ref>, nel [[1914]] l'Istituto autonomo case popolari di [[Venezia]]<ref>[http://www.atervenezia.it/informazioni-generali/la-storia-il-profilo-operativo-e-le-cifre-dellente/later-di-venezia-e-la-sua-storia/ Ater Venezia]</ref> e quello di [[Treviso]]<ref>[http://www.atertv.it/2_21/default.ashx Ater Treviso]</ref>, nel [[1919]] quello di [[Varese]]<ref>[http://www.alervarese.it/Profilo/Storia.aspx Aler Varese] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150114032715/http://www.alervarese.it/Profilo/Storia.aspx |data=14 gennaio 2015 }}</ref> e nel [[1937]] l'[[Istituto fascista autonomo per le caseCase popolariPopolari della provinciaProvincia di Viterbo]]<ref>[http://www.atervt.it/storia Ater Viterbo]]</ref>.
 
In precedenza l'ambito delle case popolari era gestito dai comuni solitamente con la collaborazione di istituti bancari aventi scopo sociale (casse di risparmio ecc.), e affidandosi ai lasciti di terreni da parte dei privati. Oggi a causa di quest'origine sociale di [[lascito]] molte case pubbliche non sono privatizzabili (poiché le clausole del lascito lo impediscono in eterno).
 
Fra le due guerre il [[fascismo]] intervenne sull'[[urbanistica]] per far fronte alla crisi degli alloggi e previde facilitazioni per gli enti che si occupavano di realizzarne<ref>Alberto Clementi, Francesco Perego (a cura di), ''La Metropoli "spontanea": il caso di Roma - 1925-1981, sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano'', Volume 18 de ''Il Politecnico'' (Bari, Italy), Edizioni Dedalo, 1983 - ISBN 8822008189</ref>, fra i quali l'ICP o l'[[Unione Edilizia Nazionale]]<ref>Posta però in liquidazione nel 1923</ref> o l'[[INCIS]] (Istituto Nazionale Case Impiegati dello Stato), l'[[IFACEP]] o altri; queste realizzavano tanto il territorio metropolitano quanto quello coloniale, pertanto vi era fabbricazione di alloggi popolari anche nell'[[Africa Orientale Italiana]]<ref name="rm3">M. Barbot, A. Caracausi, P. Lanaro (a cura di), ''Lo sguardo della storia economica sull'edilizia urbana'', Volume 4 di ''Città e storia'', Editore Croma - Università Roma TRE, 2009 - ISBN 888368107X</ref>.