Guerra d'indipendenza americana: differenze tra le versioni

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il Regno Unito nasce nel 1800, i coloni sono unanimememnte definiti come "americani" nelle fonti
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La '''guerra d'indipendenza americana''', nota negli Stati Uniti come '''Rivoluzione americana''' (in [[Lingua inglese|inglese]]: ''American War of Independence'', ''American Revolutionary War'' o ''American Revolution'') e in Francia, raramente, come '''guerra d'America''' (in [[lingua francese|francese]]: ''guerre d'Amérique''), fu il conflitto che, tra il 19 aprile [[1775]] e il 3 settembre [[1783]], oppose le [[tredici colonie]] [[America Settentrionale|nordamericane]], diventate successivamente gli [[Stati Uniti d'America]], alla loro madrepatria, il [[Regno di Gran Bretagna]].
 
A partire dal 1778 la guerra, iniziata come ribellione indipendentistica locale, si trasformò in un conflitto globale tra le grandi potenze [[Europa|europee]] per il predominio sui mari e nei territori coloniali. La [[Regno di Francia|Francia]] entrò in guerra a fianco dei coloni ribelli dell'America deldegli Nordamericani e, in alleanza anche con la [[Spagna]] e le [[Repubblica delle Sette Province Unite|Province Unite]], cercò di sfidare il predominio britannico e di ottenere la rivincita dopo la sconfitta nella [[guerra dei sette anni]]. La Gran Bretagna invece poté rafforzare il suo corpo di spedizione nell'Americain del NordAmerica reclutando numerosi contingenti di truppe mercenarie tedesche, i cosiddetti [[Assiani (soldati mercenari)|Assiani]], forniti, dietro compenso in denaro, dall'[[Assia-Kassel]], dall'[[Elettorato di Hannover]] e da altri piccoli stati tedeschi.
 
Dopo alterne vicende, la [[battaglia di Yorktown|sconfitta britannica a Yorktown]] contro le forze franco-statunitensiamericane guidate dal generale [[George Washington]] e dal generale [[Jean-Baptiste Donatien de Vimeur de Rochambeau|Jean-Baptiste de Rochambeau]], segnò una svolta decisiva della guerra. Il [[trattato di Parigi (1783)|trattato di Parigi]], firmato nel [[1783]], pose ufficialmente fine al conflitto, già concluso ''di fatto'' tra il [[1781]] e il [[1782]]. Con la pace, gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti d'America]] furono riconosciuti dal [[Regno Unito]], che dovette cedere alla [[Regno di Francia|Francia]] il [[Senegal]], [[Santa Lucia (stato)|Santa Lucia]] e [[Tobago]]<ref name="GL28">G.Lefebvre, ''La Rivoluzione francese'', p. 28.</ref>, alla [[Spagna]] la [[Florida]] e [[Minorca]] e alle [[Repubblica delle Sette Province Unite|Province Unite]] le sue colonie asiatiche. La [[Francia]] tuttavia, nonostante alcuni successi, non riuscì a strappare alla Gran Bretagna il dominio dei mari e la corona britannica mantenne il possesso delle [[Antille]] e del [[Canada]] mentre buona parte dell'[[Impero anglo-indiano|India]]<ref name="GL28"/> rimaneva sotto il controllo dell'East India Company.
 
== I contrasti tra le colonie dell'America del Nordamericane e la Gran Bretagna ==
=== Le Tredici colonie dopo la guerra dei sette anni ===
[[Londra]] esigeva che i sudditi delle colonie dell'America del Nordamericani contribuissero al pagamento delle spese del vasto "impero" nord-americano. Dopo la [[guerra dei sette anni]], infatti, il Regno Unitol'Inghilterra si trovava in serie difficoltà economiche ([[crisi finanziaria]]) a cui tentò di porre rimedio con due fondamentali provvedimenti: lo ''Sugar Act'' (che imponeva alti dazi sui prodotti di importazione dalla madrepatria alle colonie) e lo ''[[Stamp Act (1765)|Stamp Act]]'' (che imponeva un bollo sui documenti ufficiali e sui giornali); inoltre la madre patria ribadiva il proprio monopolio industriale vietando di fatto lo sviluppo autonomo delle colonie, preoccupandosi, com'era ovvio, non tanto dei loro particolari interessi, quanto degli interessi globali dell'impero. Né da una parte né dall'altra esisteva di fatto un'aperta volontà di scontro e le colonie servivano come pura fonte di [[materie prime]] utili allo sviluppo del Regno Unitoinglese.
 
Se si giunse alla completa rottura fra le colonie e la madrepatria, alla [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America]] e alla guerra, fu perché agivano ragioni profonde e oggettive da individuare come cause reali della rivoluzione statunitenseamericana: le colonie non si sarebbero potute sviluppare sino a diventare il primo nucleo degli Stati Uniti d'America, se fossero rimaste inquadrate e soffocate nell'organizzazione monarchica del Regno Unitoinglese.
 
Fin dal [[1743]], [[Benjamin Franklin]] aveva proposto d'inventariare le risorse agricole, minerali, industriali che la scienza avrebbe permesso di mettere a buon frutto. [[George Washington]], per quanto appartenente a una famiglia di ricchi proprietari di piantagioni della Virginia, aveva esperienza sufficiente per ragionare non nei termini provinciali del profondo Sud, ma secondo prospettive globali di sviluppo.
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[[File:Map of territorial growth 1775.jpg|thumb|left|[[1775]]: Le [[Tredici colonie]] sono la zona rossa, i domini [[Regno Unito|inglesi]] quella rosa, i domini [[Regno di Spagna|spagnoli]] quella arancione]]
 
La [[guerra dei sette anni]] aveva posto fine alla dominazione francese sui territori [[Canada|canadesi]], cosicché i coloni non avevano più quella necessità di protezione che era stato uno dei principali motivi di attaccamento alla patria di origine. Ciò li rendeva più insofferenti dei privilegi che il Regno Unitol'Inghilterra si era riservatoriservata, che risultavano tanto più odiosi in quanto la [[Illuminismo|cultura illuministica]], diffusasi anche oltreoceano<ref>Gary L. McDowell, Johnathan O’Neill (eds.), ''America and Enlightenment Constitutionalism'', 978-1-349-53362-6, 978-0-230-60106-2 Palgrave Macmillan US 2006 .</ref>, denunciava l'assurdità delle restrizioni frapposte alla libertà di commercio.
 
La guerra era stata estremamente costosa per illa RegnoGran UnitoBretagna che aveva dovuto ulteriormente aumentare il debito pubblico fino a 139 milioni di sterline nel 1760; il Regnoi Unitobritannici ritenevaritenevano assolutamente logico che le spese per il mantenimento dell'Impero fossero condivise anche dalle colonie dell'America del Nordamericane che facevano integralmente parte di questa imponente struttura politica enormemente accresciuta dopo la vittoria sulla Francia<ref name="PS84" />.
 
La conclusione del conflitto aveva deluso le colonie dell'America del Nordamericane e soprattutto le classi mercantili più ricche che avevano previsto un grande ampliamento delle loro attività economiche dopo la vittoria e l'acquisizione dei territori francesi. Con un apposito proclama reale preparato da [[William Petty, II conte di Shelburne|Lord Shelburne]] nel 1763 i territori a ovest dei [[Allegani|Monti Allegheny]] invece erano stati interdetti all'avanzataalla deicolonizzazione coloniamericana<ref name="PS84">P. Sagnac, ''La fin de l'Ancien Régime et la Révolution Américaine'', p. 83.</ref>. Questa decisione era almeno in parte motivata dalla volontà di evitare uno scontro generale con le popolazioni Native, ma aveva provocato la riprovazione di alcune potenti società commerciali come la "Compagnia delle terre del Mississippi" costituita da ricchi piantatori tra cui George Washington, e una società di Filadelfia di cui era partecipe anche Benjamin Franklin<ref name="PS84"/>.
 
A ciò si aggiunsero molteplici iniziative del Parlamento, intese, come abbiamo detto, a imporre anche ai coloni l'obbligo di contribuire alle spese dell'impero. Si trattava di imposte indirette su generi che avevano un'importanza non trascurabile per gli abitanti delle colonie dell'America del NordAmericani: le tasse doganali percepite dal governo del Regno Unitoinglese non erano sufficienti a pagare le spese dei corpi militari e dei funzionari stanziati nell'in America del Nord.
 
=== Il problema delle imposte ===
D'altra parte i coloni erano abituati a pagare soltanto le imposte locali.
 
Nel [[1765]] il governo del Regno Unitoinglese volle estendere alle colonie una tassa del bollo, già in vigore nella madrepatria, per la quale ogni uso della carta, nei giornali, nei documenti commerciali, negli atti legali, eccetera, era sottoposto a un tributo, che veniva pagato mediante l'apposizione di un bollo (questo documento passò alla storia sotto il nome di "Stamp Act"). Il RegnoGli Unitoinglesi giustificògiustificarono l'introduzione del tributo, sostenendo che lo stesso era in vigore in madrepatria.
 
Poiché il consenso dei contribuenti nella determinazione delle imposte era uno dei cardini tradizionali della libertà del Regno Unitoinglese fin dai tempi della [[Magna Carta]], i coloni si rifiutarono di ottemperare alla legge e posero l'alternativa o di poter inviare i propri rappresentanti in Parlamento, o di essere esonerati da ogni tassa non approvata dai loro rappresentanti, secondo il famoso principio ''[[No taxation without representation]]'' che era diventato uno slogan del partito ''whig''. Dal momento che «La [[libertà]] consiste nell'obbedire alle leggi che ci si è date e la servitù nell'essere costretti a sottomettersi ad una volontà estranea» ([[Maximilien de Robespierre|Robespierre]]), e «Nulla denota uno schiavo se non la dipendenza dalla volontà di un altro» ([[Algernon Sydney]]), essere sottoposti a leggi che non si è contribuito a formare equivaleva per i coloni alla schiavitù; i coloni sentivano cioè di essere trattati dal Regno Unitodall'Inghilterra come schiavi («miserabilmente oppressi come i nostri neri», per [[George Washington]]): «Non vogliamo essere i loro negri!» ([[John Adams]]).<ref name=los>Domenico Losurdo, ''Controstoria del liberalismo'', Laterza, 2005.</ref>
 
Di fronte alla protesta dei coloni, la legge sul bollo fu abrogata ma fu sostituita con una serie di imposte indirette su alcune merci (carta, vernici, piombo, tè), che le colonie importavano dal Regno Unitodall'Inghilterra. La portata economica di questi provvedimenti era molto limitata, ma con essi il Parlamento intendeva porre una questione di principio, facendo valere concretamente il suo diritto di tassare tutti i sudditi dell'impero. I coloni non accettarono l'impostazione del Parlamento, la questione di principio rimase irrisolta e nel [[1770]] le imposte indirette furono tutte abolite, salvo quella sul tè.
 
=== La rivolta del tè a Boston e le "leggi intollerabili" ===
[[File:Boston Tea Party w.jpg|thumb|upright=1.1|Rappresentazione coeva del [[Boston Tea Party]]]]
 
Nel [[1773]] la [[Compagnia britannica delle Indie orientali]] ottenne dal Parlamento il diritto di vendere in esclusiva, e mediante i suoi stessi agenti, il tè che essa importava dalla Cina, tagliando fuori gli intermediari dell'America del Nordamericani che avevano fino ad allora goduto di un ampio e fruttuoso giro di affari.
 
{{Doppia immagine|destra|George III of the United Kingdom-e.jpg|155|Nathaniel Dance Lord North.jpg|160|Il re di Gran Bretagna [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]]|Il primo ministro britannico [[Frederick North|Lord North]]}}
 
I commercianti dell'America del Nordamericani di tè, sostenuti dall'opinione pubblica e dalle organizzazioni popolari dei ''[[Sons of Liberty|Figli della libertà]]'' (''Sons of Liberty''), organizzarono di rimando il [[boicottaggio]] delle merci del Regno Unitoinglesi: questa azione culminò in un episodio particolarmente clamoroso, quando alcuni ''Figli della libertà'', travestiti da [[nativi americani|Indiani]], assalirono le navi della Compagnia alla fonda nel porto di [[Boston]] e gettarono in mare il carico di tè (episodio noto come ''[[Boston Tea Party]]'', del 16 dicembre [[1773]]).
 
Il re Giorgio III e il governo di Londra reagirono violentemente ai fatti di Boston: nell'aprile 1774 vennero approvate quattro disposizioni legislative che divennero subito famose nellain costa atlantica dll'America del Nord come le «[[Leggi intollerabili|Quattro leggi intollerabili]] (''Intolerable Acts'')»<ref name="TS104">G. B. Tindall/D. E. Shi, ''La grande storia dell'America'', vol. I, p. 104.</ref>. Questi decreti prevedevano in primo luogo la chiusura punitiva del porto di Boston dal 1º giugno 1774 fino al momento in cui non fosse stato risarcito il danno economico della distruzione del tè; oltre ad altre disposizioni sull'amministrazione della giustizia e sull'alloggiamento delle truppe del Regno Unitobritanniche, venne promulgato soprattutto il ''Massachusetts Government Act'' che sottraeva al controllo dei coloni l'elezioni dei consigli, assegnando ogni potere amministrativo al governatore inviato da Londra; a maggio 1774 il generale [[Thomas Gage]] assunse l'incarico di governatore dello stato del Massachusettes e capo militare con pieni poteri<ref name="TS104"/>.
 
Nel giugno 1774 ad accrescere ulteriormente il malcontento dei coloni venne promulgato anche la ''[[Legge sul Quebec]]'', che assicurava ai sudditi del [[Canada]], di nazionalità francese e di recente acquisizione, la più ampia libertà religiosa e civile e assegnava al Canada tutti i territori a nord del [[Ohio (fiume)|fiume Ohio]], nei quali i sudditi delle tredici vecchie colonie aspiravano ad espandersi.
 
=== L'espansione territoriale e il ''Québec Act'' ===
La limitazione della libera espansione territoriale dei coloni, che illa FRegnoGran UnitoBretagna voleva in sostanza confinare a oriente dei monti Appalachi, in favore dei Nativi che abitavano il resto del territorio, furono percepite come un atto di dispotismo e di inaccettabile limitazione della libertà dei coloni, che pretendevano di impadronirsi dei territori abitati dalle popolazioni indigene e trasformarli in terre fertili coltivate: infatti, non solo gli indigeni erano ritenuti dei selvaggi inferiori, ma la loro terra non era considerata tale perché non lavorata (secondo [[John Locke]] la base del [[diritto naturale]] alla [[proprietà (diritto)|proprietà]] è appunto il lavoro).<ref name=los/>
 
La madrepatria sembrava privilegiare gli interessi dei nativi, e in seguito quelli degli schiavi, rispetto a quelli dei bianchi, limitando la libertà di questi ultimi di impadronirsi delle terre e schiacciare ogni opposizione delle popolazioni nativeindiane.<ref name=los/>
Era dunque necessario eliminare il distante governo dispotico britannico, contrario agli interessi delle colonie.<ref name=los/>
 
Le «Leggi intollerabili», e il ''Quebec Act'', accelerarono il processo di ribellione ormai in corso. In realtà nella società dei coloni della costa atlantica dell'America del Nordamericana erano presenti forti contrasti sociali e politici; inoltre le colonie erano divise tra loro a causa soprattutto della diversa struttura economica e degli interessi conflittuali delle classi dominanti. Le correnti moderate erano potenti soprattutto negli stati centrali tra i ricchi mercanti e le classi dell'alta borghesia, mentre erano presenti anche conservatori lealisti alla corona del Regno Unitobritannica<ref>P. Sagnac, ''La fin de l'Ancien Régime et la Révolution Américaine'', p. 288.</ref>.
 
Le forze rivoluzionarie erano predominanti negli stati del New England soprattutto tra gli operai, i piccoli agricoltori e le classi più disagiate; questi strati popolari erano sostenuti e guidati da intellettuali radicali, avvocati e pastori della chiesa presbiteriana. Le colonie del New England conclusero una sorprendente alleanza rivoluzionaria con i coloni delle regioni di frontiera alla ricerca di terre, irritati per il ''Quebec Act'', e soprattutto con i ricchi piantatori proprietari di schiavi degli stati meridionali, principalmente Virginia, Maryland e Carolina del Nord, che aspiravano alla totale libertà economica<ref>P. Sagnac, ''La fin de l'Ancien Régime et la Révolution Américaine'', pp. 288-289.</ref>.
 
== Verso la Rivoluzione dell'America del Nordamericana e la guerra ==
=== Il primo Congresso continentale ===
{{Doppia immagine|left|Patrick henry.JPG|155|John Jay (Gilbert Stuart portrait).jpg|150|[[Patrick Henry]], rappresentante della [[Virginia]] al [[Primo congresso continentale]]|[[John Jay]], rappresentante di [[New York (stato)|New York]] al congresso}}