Palazzo Biumi: differenze tra le versioni

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==Il palazzo==
Il palazzo è ricordato dalle fonti storiche come esistente sin dal [[Trecento]],<ref>''Antiquario della Diocesi di Milano'' di C. Redaelli e F. Bombognini, 1828, pp. 137-141</ref> quando la proprietà appare già legata al nome dei ''[[Biumi'']], famiglia della più antica nobiltà varesina, titolare dal [[Cinquecento]] del marchesato di [[Binasco]] e imparentatasi nei secoli con illustri casati, tra i quali spiccano i ''[[Pompeo Litta Biumi|Litta]]'', loro eredi, ma anche gli ''Abbiateforieri'', i ''Daverio'', i ''[[Sessa (famiglia)|Sessa]]'' e i ''Castiglioni'': la prima menzione del loro palazzo fa appunto riferimento all'ospitalità che il nobile Giovannino Biumi offrì all'Imperatore [[Sigismondo di Lussemburgo|Sigismondo di Lussemburgo (1368-1437)]], di cui era consigliere, in occasione della sua visita al [[Ducato di Milano]].
 
Nel [[1590]], per iniziativa dei coniugi Giovanni Pietro Biumi e Violante Abbiate Forieri, avvenne il primo e più importante ampliamento del palazzo, con la realizzazione dell'ampio porticato ancor oggi esistente.